Attraverso una serie di importanti lavori, otto dei quali presenti in mostra, Paolo Cirio ha cercato di dare forma visiva a tutte quelle forze che controllano e catturano le nostre esistenze (in modo pervasivo e violento) sottraendosi alla normale percezione e restando accuratamente celate pur operando alla luce del sole. In questo senso, realismo significa superare l’opacità costitutiva del mondo (economico, sociale, giuridico) contemporaneo. Non solo attraverso lo smascheramento di ciò che appare ma anche per mezzo di una modellizzazione di quello che rimane sepolto.
Per questo il titolo della mostra, Monitoring Control, allude ad un doppio monitoraggio: quello esercitato dal potere e, viceversa, quello che le soggettività sociali possono esercitare sulle forme di controllo, attraverso una presa di coscienza del fenomeno e una operazione antagonista. Monitoring Control, da questo punto di vista, è una sequenza espositiva dei sabotaggi alle forme securitarie e di sorveglianza che si apre e si chiude con la grande torre collocata nello storico vestibolo ottagonale della Palazzina dei Giardini. Con diretta allusione alla torre di controllo del Panopticon, la struttura è centrale e in luogo della postazione di guardia sono montate otto fotografie di iridi oculari e diversamente colorate, a formare una corona ottagonale di grandi dimensioni. Attraverso il progetto Iris Paolo Cirio intende compiere una profanazione simbolica del dispositivo di controllo, proponendo “lenti a contatto” del futuro che possano offuscare l'identificazione ed eventualmente far cambiare identità al soggetto monitorato. Questo capovolgimento dell’asimmetria tra regimi visivi è quella che ci emanciperebbe dal controllo, permettendoci di monitorarlo.