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La struttura urbana di Parma si consolidò nel XII e XIII secolo attorno ai nuclei conventuali – per lo più benedettini – già dislocati all’esterno delle mura; centri economici, oltre che religiosi, tali insediamenti controllavano il Naviglio che conduceva al Po e le strade provenienti dalle campagne.
Attorno a questi e ad altri punti di raccolta dei prodotti agricoli nacquero mulini e opifici, primo nucleo della futura industria di trasformazione che avrà il suo epicentro ai margini di quest’area.
Situata lungo la Via Emilia e attraversata dal torrente omonimo, Parma m 57, ab. 200.455, costituisce un centro di polarizzazione per il settore occidentale della regione. Le memorie dell’età comunale (il Duomo e il Battistero) e le testimonianze del suo passato di capitale di ducato ben si combinano con un tessuto culturale particolarmente vivace; Parma offre istituzioni e monumenti da grande città, quasi in contrasto con il suo carattere ambientale, tipico di un centro medio della Padania. Nel 2016 Parma ha conquistato il titolo Unesco di Città Creativa per l’Enogastronomia, giustificato dal numero di prodotti Dop e Igp del suo territorio, che danno vita a un sistema museale legato al cibo. Istituita capitale della Foodvalley, è anche sede dell’Efsa (European Food Safety Authority), Autorità per la Sicurezza Alimentare dell’Unione Europea.
Strada (già di S. Benedetto), lungo la quale si incontra il primo esempio degli antichi insediamenti conventuali di questa fascia, oggi sede dell’Istituto salesiano. L’annessa chiesa di S. Benedetto, fondata nel XII secolo, fu ricostruita da B. Zaccagni all’inizio del Cinquecento, e reca ancora in facciata un bel fregio in terracotta rinascimentale. Poco più avanti, alla destra della strada Saffi si dirama il borgo delle Colonne, che si conclude nel piazzale Salvo d’Acquisto, con il seicentesco palazzo Borri con affreschi di fine XVI secolo, rimaneggiato nel secolo XVIII. Qui si estendeva il «prato regio», sede della curtis e dell’assemblea franca, divenuto poi spazio destinato alle fiere.
Di fronte a S. Francesco, nella barocca chiesa di S. Elisabetta (secolo XVII) ha sede la Casa del suono. Il percorso che la Casa propone è quello della storia e dell’evoluzione degli strumenti tecnologici per giungere alla situazione di oggi (dal fonografo al grammofono, dalla radio al magnetofono, dal compact disc all’iPod) e gettare uno sguardo verso il futuro. Al suo interno accoglie una preziosa raccolta di fonoriproduttori, nonché strutture dotate di innovativi impianti di riproduzione sonora e servizi dedicati alla ricerca scientifica e artistica, alla didattica e alla divulgazione.
Complesso iniziato intorno al 1260 e completato nel XV secolo; a quest’ultima fase appartiene l’alta fronte della chiesa, con una ricca cornice di coronamento, un bel portale con elementi di carattere veneziano, e una rosa in marmo rosso, entro ricca cornice in cotto, opera di Alberto da Verona (1461). Il campanile è del 1526. L’interno è a tre navate di grandiose proporzioni. Con l’adiacente convento, la chiesa fu dal 1846 occupata da una casa di pena, causa di pesanti trasformazioni strutturali; dal 2018 sono in corso radicali lavori di consolidamento, ristrutturazione e restauro che hanno portato alla luce brani di affreschi. La chiusura del cantiere è prevista per la fine del 2021. Sul fianco sinistro della chiesa, con ingresso sulla strada Pietro del Prato, il cinquecentesco oratorio della Concezione, uno dei primi esempi di architettura rinascimentale a Parma, edificato nel 1521-31 da G.F. da Agrate. L’interno a croce greca con cupola ottagona ribassata fu affrescato a partire dal 1532 da M. Anselmi e F.M. Rondani. La decorazione a stucco e gli ornati prospettici realizzati nel 1718 si devono rispettivamente ad Antonio Borra e a Giovanni Pelliccioli. Nel braccio di raccordo con la chiesa di S. Francesco, affresco staccato da quest’ultima della Madonna col Bambino, Ss. Giovanni Battista e Francesco e committente (secolo XV). Si conservano inoltre tele di C. Ruta con Profeti, Sibille e Dottori.
A fianco del complesso conventuale di S. Francesco del Prato sorge il palazzo Cusani, rifatto al principio del secolo XVII per ospitare l’Università e, dopo i restauri, diventato luogo di accentramento di istituzioni e servizi legati al mondo della musica. Qui hanno trovato sede l’Archivio storico del Teatro Regio, l’Istituto nazionale di Studi Verdiani e il CIRPM-Centro Italiano Ricerca Periodici Musicali. Inoltre vi trovano sistemazione un Museo multimediale, articolato in un percorso espositivo interattivo dedicato alla storia del teatro per musica a Parma dal XVI secolo ai giorni nostri, un auditorium, una grande sala per concerti, la biblioteca specializzata e la mediateca.
Fondata tra il 1610 e il 1615, ampliata nel corso dello stesso secolo, ma con fronte neorinascimentale del 1864. Interno a una navata con cappelle laterali e cupola. In controfacciata, a destra, Crocifissione attribuita a Vincenzo Campi; nella 1a cappella destra Madonna col Bambino e i Ss. Giuseppe, Gioacchino, Anna e Filippo Neri di A. Tiarini; nella 1a cappella sinistra Madonna col Bambino e i Ss. Caterina, Francesco e Carlo Borromeo di G.C. Amidano. Al termine della navata, a sinistra, una profonda cappella realizzata nel 1704 con l’intervento di F. Bibiena ospita una copia della Santa Casa di Loreto (1706). Cupola con stucchi nel tamburo e nei pennacchi, ove risaltano gli Evangelisti, opera di D. Reti con aiuti (seconda metà del XVII secolo). Nei pennacchi delle cappelle laterali compaiono invece Profeti, Sibille e gli Apostoli. Fastosa ancona absidale con stucchi (Carlo Bossi 1746, su disegno di Maurizio Lottici) e la Trinità (1822) di G.B. Borghesi. Interessanti il coro e il leggio in legno intarsiato con vedute prospettiche e scudi araldici dei Bergonzi, realizzati da Luchino Bianchino (1507-1510) per la chiesa di S. Paolo e qui collocati definitivamente nel 1882.
Piazzale chiuso a nord dalla Stazione ferroviaria (eretta a partire dal 1860); al centro, monumento a Vittorio Bottego, esploratore parmense (1860-97), dello scultore siciliano E. Ximenes (1907).