Sulle tracce di Dante a Forlì

Forlì nei versi danteschi

Logo CC

Forlì è strettamente legata a Dante sia per le citazioni contenute nella Divina Commedia che riguardano luoghi, fatti e personaggi forlivesi, sia per il fatto che la città ospitò varie volte il Sommo Poeta tra il 1302 e il 1313 durante la signoria degli Ordelaffi. 

Sono quindi numerose le testimonianze riconducibili al Sommo Poeta visibili in città, nei musei e nella biblioteca civica Aurelio Saffi.

  • Durata
    24 ore
  • Interessi
    Arte & Cultura
  • Target
    Amici/Solo,Coppia
  • Prima tappa - Porta Schiavonia Forlì

    L’itinerario sulle tracce di Dante a Forlì ha inizio da Porta Schiavonia, punto d’accesso per i viaggiatori provenienti dalla Toscana lungo la strada che collega Forlì a Firenze e percorre la vallata dell’Acquacheta, oggi Montone, e il passo del Muraglione. 

    Una lapide posta nelle vicinanze della Porta, sulla facciata di un edificio all’angolo tra viale Bologna e via Firenze, riporta i versi del XVI Canto dell’Inferno (vv. 94-99) dedicati al fiume Montone che scorre pochi metri più vicino:

    Come quel fiume c’ha proprio cammino / prima dal Monte Viso ’nver’ levante, / da la sinistra costa d’Apennino, / che si chiama Acquacheta suso, avante / che si divalli giù nel basso letto, / e a Forlì di quel nome è vacante.  

  • Seconda tappa - Palazzo Paulucci di Calboli D'Aste Forlì

    Oltrepassando Porta Schiavonia si entra nel centro storico della città, raggiungendo Palazzo Paulucci di Calboli D’Aste in via Piero Maroncelli, la cui costruzione è databile intorno alla metà del Settecento.

    Qui una lapide posta sulla facciata alla destra del portone d’entrata reca incise le terzine dantesche relative al ricordo di Ranieri de Calboli, esempio di onore e capostipite della nobile famiglia forlivese proprietaria dell’edificio. Al tempo stesso i versi fissano quelli che secondo Dante Alighieri e i suoi contemporanei erano gli ampi confini della Romagna (Purgatorio, Canto XIV, vv. 88-96):

    Questi è Rinier; questi è ‘l pregio e l’onore / de la casa da Calboli, ove nullo / fatto s’è reda poi del suo valore. / E non pur lo suo sangue è fatto brullo, / tra ‘l Po e ‘l monte e la marina e ‘l Reno, / del ben richesto al vero e al trastullo; / ché dentro a questi termini è ripieno / di venenosi sterpi, sì che tardi / per coltivare omai verrebber meno.

  • Terza tappa - Museo Civico di Palazzo Romagnoli Forlì

    Procedendo verso Corso Garibaldi si giunge alla terza tappa dell’itinerario, il Museo Civico di Palazzo Romagnoli, che conserva il medaglione a rilievo Ritratto di Dante Alighieri, opera di Bernardino Boifava, che raffigura Dante di profilo davanti all’Abbazia di San Mercuriale con i morti del “sanguinoso mucchio”. Accanto al medaglione di Dante si può ammirare un’altra formella esagonale raffigurante il profilo di Caterina Sforza visto contro la rocca davanti a uno schieramento di soldati.

  • Quarta tappa - Palazzo Albicini Forlì

    Tornando su Corso Garibaldi e proseguendo in direzione del centro si raggiunge Palazzo Albicini, edificio dalla facciata austera e uniforme, in cui Dante soggiornò quando fu ospite della famiglia Ordelaffi, signori di Forlì. La lapide sulla facciata del palazzo ricorda proprio il passaggio di Dante e il soggiorno, alcuni secoli dopo, di Giosuè Carducci, altro grandissimo poeta italiano, ospite dei marchesi Albicini.

    "Qui, dove le case degli Ordelaffi accolsero Dante Alighieri oratore, dei fiorentini di parte bianca proscritti, a Giosuè Carducci diedero giornate di lieto riposo tra l'affettuosa devozione della famiglia Albicini la primavera e il paese della Romagna a lui tanto cara." 

  • Quinta tappa - Piazza Saffi Forlì

    Proseguendo verso il centro si arriva in Piazza Saffi, ultima tappa dell’itinerario alla scoperta di Dante. Proprio qui, alla base del campanile dell’Abbazia di San Mercuriale, una lapide ricorda il cruento episodio conosciuto come il sanguinoso mucchio (1282), la strage dei francesi, che avevano il compito di impadronirsi di Forlì al soldo di papa Martino IV e per opera di Guido da Montefeltro, capitano dei ghibellini forlivesi.

    L'impresa, divenuta simbolo dell’orgoglio della città, fu ricordata dall’Alighieri in una celebre terzina della Divina Commedia (Inferno, Canto XXVII, vv. 43-45):

    La terra che fé già la lunga prova / e di Franceschi sanguinoso mucchio, / sotto le branche verdi si ritrova. 

Ultimo aggiornamento 11/01/2022

Per maggiori informazioni

Redazione Turismo forlivese

Uffici informazioni

IAT HUB Forlì
Piazza Aurelio Saffi, 8 - Forlì (FC)
+39 0543 712362 iat@comune.forli.fc.it Apertura: annuale

Potrebbe interessarti...

SITO UFFICIALE DI INFORMAZIONE TURISTICA © 2024 Regione Emilia-Romagna | Assessorato Turismo e Commercio