Monteveglio (forse, in origine Montebelllo o “Mons belli”, monte della guerra) entra nella storia d’Europa quando alle sue porte viene fermato ancora una volta l’imperatore Enrico IV che voleva vendicare l’umiliazione subita a Canossa.
Situato nel comune di Valsamoggia, luogo matildico per eccellenza, ancora oggi incanta per il ben conservato borgo fortificato, la magnificenza dell’Abbazia e un contesto naturale di grande fascino valorizzato dai sentieri che attraversano il Parco regionale di cui è il fulcro.
L’itinerario qui proposto è l’occasione per immergersi nell’atmosfera medioevale del luogo e ammirarne il paesaggio, impreziosito da suggestivi calanchi.
L’incantevole borgo fortificato di Monteveglio sorge insieme all’antichissima Abbazia di Santa Maria Assunta, sul cucuzzolo di un colle che domina la vallata.
Le origini del Castello risalgono all’anno Mille e dell’originaria fortificazione restano la porta ad arco, da cui ancora oggi si accede al borgo, sopra la quale si notano le asole di sollevamento del ponte levatoio e il camminamento di ronda che sovrasta un breve tratto delle mura, e una massiccia torre castellana, entrambe sormontate da merlature a coda di rondine.
Adiacente alla torre si trova l’antica Casa di San Benedetto, per secoli sede dell’oratorio e della confraternita di Santa Maria delle Rondini.
Sulla sinistra si scorge, invece, la torre campanaria, di aspetto seicentesco, che aveva la funzione di richiamo per l’arengo della comunità.
Da vedere anche l’oratorio dei Santi Rocco e Sebastiano, piccolo edificio religioso eretto dagli abitanti durante l’epidemia di peste del 1631 restaurato alla fine dell’Ottocento e la vicina antica sede comunale.
Procedendo oltre sull’acciottolato, tra le antiche case in pietra, si arriva al complesso della chiesa e dell’Abbazia. La prima, edificata nel 1092 in forme romaniche su un edificio sacro più antico, presenta un campanile del XV secolo. Al suo interno si segnalano l’abside e la cripta del X secolo.
Annessi alla chiesa sono presenti due chiostri: uno quattrocentesco, a doppio loggiato, l’altro più antico (di cui resta solo un braccio) che si affaccia in posizione panoramica sulla pianura.
Da segnalare il bel crocefìsso in legno collocato sopra all’altare maggiore, risalente al ‘400 e restaurato di recente, così come l’organo del ‘600, posto a destra dell’altare.
Il grande edificio monastico, in stile romanico, fu fondato da Matilde di Canossa nell’XI secolo per ringraziare la cittadinanza di Monteveglio che aveva affrontato e fermato l’esercito imperiale.
La chiesa e l’abbazia di Monteveglio sono state restaurate nel secolo scorso dall’architetto Giuseppe Rivani. I lavori, durati dal 1925 al 1934, hanno interessato l’intero complesso monumentale, sbarazzandolo da strutture posticce e rimettendo allo scoperto l’architettura originale.
Ritornando verso il paese a breve distanza dal centro si incontra l’antico e suggestivo borgo di Oliveto che sorge su una collina in posizione panoramica con ampie vedute sulla vallata del Samoggia.
A Oliveto sono rimasti alcuni antichi monumenti: resti del castello dell’XI secolo, dell’oratorio di Santa Maria delle Grazie, già esistente nell’anno mille e recentemente restaurato, e il campanile-torre attaccato all’antica chiesa parrocchiale di San Paolo, priva di facciata, con l’ingresso laterale, la cui presenza è segnalata a partire dall’anno 1033 e che custodisce una pala attribuita alla seicentesca pittrice bolognese Elisabetta Sirani.
Da segnalare anche un’interessante costruzione medioevale chiamata la Ca’ Grande dell’Ebreo edificata all’inizio del 1400 che fu sede della comunità ebraica e la prima banca di tutta la zona e la Bronzina, costruzione risalente all’ultimo periodo medioevale che ospitò l’albergo dei Grandi di Spagna e fu anche lazzaretto e, infine, fonderia di bronzo.