A Imola sulle tracce dei grandi ciclisti italiani

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Nel 2020 Imola è tornata in prima linea nella storia del ciclismo, grazie ai campionati mondiali UCI, tenutisi proprio nell’area imolese, con partenza dall’Autodromo Enzo e Dino Ferrari. 

La città di Imola non è nuova a questo tipo di eventi, ma soprattutto non lo è per questo sport, che proprio in questa zona coltiva talenti da generazioni e trova su questo territorio l’ambiente ideale per allenamenti e cicloturismo. I mondiali di ciclismo arrivarono a Imola per la prima volta nel 1968, anno in cui la vittoria andò all’italiano Vittorio Adorni; una vittoria “in casa” che fece conoscere questo sport e questo territorio anche a chi non vi si era mai avvicinato prima.

Pedalando nel centro di Imola, invece, il legame della città con il ciclismo è evidente sulle piste ciclabili cittadine. I percorsi ciclabili, infatti, sono stati dedicati in diversi punti a famosi ciclisti della zona. Sfruttando queste tracce è possibile scoprire la città e le prime colline pedalando.

  • Durata
    24 ore
  • Interessi
    Sport
  • Target
    Amici/Solo,Coppia
  • Prima tappa - Diego Ronchini Imola

    Il percorso ciclabile cittadino inizia da via Graziadei, strada (e ciclabile) che corre a fianco del fiume Santerno. Si può raggiungere facilmente dal centro di Imola e dalla stazione dei treni, raggiungendo la piazzetta dell’Orologio da via Appia si svolta a sinistra percorrendo la via Emilia e poi a destra in via Manzoni fino all’incrocio con via Graziadei. Svoltando a destra, la si percorre lungo il fiume Santerno. Da qui, con qualche colpo di pedali, si raggiunge l’Autodromo Enzo e Dino Ferrari e il Parco della Acque Minerali.

    La dedica qui è a Diego Ronchini (Imola, 9 dicembre 1935 – Imola, 18 aprile 2003), un ciclista su strada che conta la vittoria di un Giro di Lombardia e il titolo di campione d'Italia nel 1959, anno in cui arrivò anche terzo al Giro d'Italia e quinto ai mondiali di Zandvoort. 

  • Seconda tappa - Antonio Placci Imola

    Passato il ponte sul Santerno la pista ciclabile lungofiume prosegue su via Pirandello e poi su via San Benedetto, girando intorno al centro della città. La ciclabile curva poi verso destra riportando i ciclisti sulla via Emilia. Con una piccola deviazione lungo Via Santa Lucia, a destra, si raggiunge il Parco e complesso dell’Osservanza.

    Nel 1921 la principale società sportiva di Imola, l'Unione Sportiva Imolese, organizzò una gara ciclistica amatoriale con percorso Imola-Castel del Rio-Coniale e ritorno. Nel tratto iniziale trovò la morte il giovane Antonio Placci di Bubano, frazione di Mordano, che dopo una curva si scontrò con un carretto (a quel tempo, infatti, si correva ancora su strade aperte al traffico), morendo sul colpo. Per commemorare il corridore, l'USI decise di organizzare un evento che si ripetesse ogni anno. Nella primavera del 1922 fu quindi creata la Coppa Placci. La manifestazione ha assunto una certa importanza a partire dagli anni Sessanta: dal 1962 si è svolta con regolarità ed il suo prestigio si è accresciuto di anno in anno. Nel 2014 l'Unione Sportiva Imolese si sciolse, sancendo così la chiusura della storica manifestazione.

  • Terza tappa - Luciano Pezzi Imola

    Raggiunta nuovamente la via Emilia, questa volta a ovest rispetto al centro della città, una pista ciclabile costeggia la strada fino a Toscanella, ai piedi di Dozza. Percorso ottimo per arrivare proprio al borgo di Dozza, o per fare un giro sulle colline di Imola e ritornare verso il centro passando per i colli. Gli amanti delle salite, potranno deviare a sinistra su via Montecatone, poi via Zappa e via Bel Poggio, un anello sui colli che riporta all’inizio della via Emilia. 

    Questa tappa dozzese, ricorda Luciano Pezzi (Russi, 8 febbraio 1921 – Bologna, 26 giugno 1998). Professionista tra il 1946 ed il 1959, vinse una tappa al Tour de France 1955. Dopo il ritiro fu, dal 1960 alla morte, direttore sportivo per numerose formazioni professionistiche. Soprannominato "Stano", fu partigiano particolarmente attivo in Romagna; partito militare nel 1941 a Monte Nevoso, dopo l'Armistizio e dopo che i tedeschi rastrellarono gran parte dei suoi commilitoni, decise di aderire alla Resistenza, scappando proprio in bicicletta verso Russi. Negli ultimi anni visse a Dozza. Dal 1999 si disputa in sua memoria il Memorial Luciano Pezzi, gara ciclistica per allievi (15-16 anni): la partenza è nella frazione Toscanella e l'arrivo è nel borgo di Dozza.

  • Quarta tappa - Fausto Coppi e Gino Bartali Imola

    Da via Pirandello, invece che proseguire verso ovest e raggiungere la via Emilia, si può continuare a seguire il corso del fiume Santerno grazie alla ciclabile del canale Molini che parte dalla Rocca di Imola e incontra via Pirandello in un sottopassaggio. Proseguendo in bici in direzione sud, si segue il corso del fiume e ci si allaccia alla Ciclabile del Santerno, ciclovia che percorre tutta la vallata arrivando, con un po’ di salita, a Castel del Rio
    Su queste strade e piste ciclabili, pedalarono due grandi del ciclismo italiano.

    Angelo Fausto Coppi (Castellania, 15 settembre 1919 – Tortona, 2 gennaio 1960) è stato un ciclista su strada e pistard italiano. Professionista dal 1939 al 1960, soprannominato il Campionissimo o l'Airone, fu il corridore più famoso e vincente dell'epoca d'oro del ciclismo ed è considerato uno dei più grandi e popolari atleti di tutti i tempi. S'impose sia nelle più importanti corse a tappe, sia nelle maggiori classiche di un giorno. Vinse cinque volte il Giro d'Italia e due volte il Tour de France, diventando anche il primo ciclista a conquistare le due competizioni nello stesso anno. 
    Leggendaria fu la sua rivalità con Gino Bartali, che divise l'Italia nell'immediato dopoguerra (anche per le presunte diverse posizioni politiche dei due). Coppi è anche noto per aver cambiato l'approccio alle competizioni ciclistiche, grazie al suo interesse per la dieta, per gli sviluppi tecnici della bicicletta, per i metodi di allenamento e la medicina sportiva. 

    Gino Bartali (Ponte a Ema, 18 luglio 1914 – Firenze, 5 maggio 2000) è stato un ciclista su strada e dirigente sportivo italiano. Professionista dal 1934 al 1954, soprannominato Ginettaccio, vinse tre Giri d'Italia e due Tour de France, oltre a numerose altre corse tra gli anni Trenta e Cinquanta. La carriera di Bartali fu comunque notevolmente condizionata dalla Seconda Guerra Mondiale, sopraggiunta proprio nei suoi anni migliori; nel 2013 è stato dichiarato Giusto tra le nazioni per la sua attività a favore degli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale.

Ultimo aggiornamento 08/11/2021

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Redazione Area imolese

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