Reggio Emilia è una città accogliente, con le strade del centro tutte facilmente percorribili a piedi e poche auto, grazie alla zona traffico limitato. Fuori dai negozi del centro capita di vedere esposto un cartello: "Non sono perfetto ma sono accogliente" con un pulsante a chiamata: è sufficiente premere quel pulsante perché dal negozio venga portata una pedana removibile per far entrare più agevolmente carrozzine e passeggini. Presso i bagni pubblici di Via della Croce Bianca è stato recentemente inaugurato uno spazio “family” con wc e lavandino per bambini ad altezza idonea e un fasciatoio ribaltabile.
Per i non vedenti la Stazione Centrale è collegata al centro città con percorsi tattili, superfici dotate di rilievi appositamente creati per essere percepiti sotto i piedi.
A Reggio Emilia è possibile presentare la Disability Card per l’accesso a beni e servizi, pubblici o privati alle persone con disabilità. La Carta è un documento in formato tessera, simile alla carta d’identità, e sostituisce a tutti gli effetti i certificati cartacei e i verbali.
Palazzo San Giorgio, edificio di origini settecentesche nato come collegio dei Gesuiti, ospita oggi la biblioteca principale della città intitolata ad Antonio Panizzi, brescellese di origine, diventato direttore della biblioteca della British Library di Londra.
Pedane per carrozzine sono presenti in ogni punto; l’attenzione a ogni genere di disabilità qui è altissima: libri in Caa (Comunicazione Aumentata Alternativa), libri tattili, per non vedenti e ipovedenti e in Braille.
Nella sezione bambini è presente una stanza con servizio “baby pit stop” con poltrona per allattamento, materassini e libri per bambini. Nella stessa sezione è presente un bagno dedicato ai bambini con sanitari di idonee dimensioni e un fasciatoio.
Attraversata Piazza Prampolini, il cuore pulsante del centro storico, si raggiunge il Museo del Tricolore, che illustra la storia della bandiera italiana e le vicende politiche di Reggio Emilia, dalla nascita della Repubblica Cispadana al completamento dell’unità nazionale. Il museo si sviluppa su tre piani serviti da ascensore e scale.
Si può visitare il museo ascoltando le audioguide gratuite.
Piazza Prampolini è collegata a Piazza San Prospero da Vicolo Broletto, un passaggio con soffitto ad arco ricavato nel 1488 dall’apertura del muro dell’orto dei Canonici.
La piazza è stata recentemente riqualificata per valorizzare e rendere più fruibile uno dei luoghi simbolo di Reggio Emilia: sono stati eliminati dislivelli e barriere per creare uno spazio unico accessibile anche ai disabili ed è stata scelta la pavimentazione in porfido rosso, con riferimenti all’assetto ottocentesco. Sulla piazza si affaccia la Basilica dedicata al Santo Patrono di Reggio Emilia.
Al limite del sagrato sono collocati sei caratteristici leoni in marmo rosso di Verona, vero simbolo della città.
Attraversata la Via Emilia lo sguardo si apre su uno spazio ampio, interrotto dallo zampillare di getti d’acqua. Alla destra del Teatro Municipale non si può non notare il Palazzo dei Musei, ex convento francescano che dal 1830 ospita la collezione privata del grande naturalista Lazzaro Spallanzani.
Per accedere in sedie a rotelle è sufficiente suonare il campanello: un operatore accompagnerà il disabile all’ascensore dedicato sul lato dello stabile. Qui è inoltre possibile ammirare l’opera Curiosa Meravigliosa, uno straordinario pavone di ceramica realizzato dall’artista Joan Fontcuberta durante il periodo Covid.
Le opere esposte all’interno del museo sono fornite di didascalie per ipovedenti: nessuno è escluso. Il secondo e il terzo piano, raggiungibili con l’ascensore, sono stati recentemente riqualificati dall'architetto Italo Rota: un percorso attraverso i secoli, i protagonisti e le eccellenze del nostro territorio, dal console fondatore Marco Emilio Lepido, al poeta Ludovico Ariosto, dalla storia del Tricolore all'opera fotografica di Luigi Ghirri e alla valorizzazione della Collezione di Fotografia Europea, tutto il percorso è caratterizzato da spazi di confronto e contaminazione che creano nuovi spunti di riflessione.
Si prosegue verso la chiesa più importante del centro storico.
La costruzione della Basilica è legata al miracolo della guarigione di Marchino, avvenuto il 29 aprile 1596. In breve tempo il luogo divenne grande meta di pellegrinaggio e le numerose offerte portarono alla riedificazione dell’edificio sacro, decorato con uno straordinario ciclo di affreschi e pale d'altare eseguiti dai migliori artisti del '600 emiliano: Ludovico Carracci, Lionello Spada, Alessandro Tiarini, Carlo Bononi, Luca Ferrari e Giovan Francesco Barbieri, detto il Guercino, autore della superba “Crocifissione di Cristo” commissionata dal Comune per decorare l'altare della città.
Per accedere è presente una rampa metallica con corrimano e parapetto su entrambi i lati. Scaricando l’app gratuita è possibile visitare la basilica in totale autonomia: inquadrando i codici QR posizionati attorno ai pilastri si possono approfondire gli aspetti storico-artistici e osservare i dipinti sotto una nuova luce.
L’edificazione del Palazzo risale alla seconda metà del XVI secolo, come abitazione di rappresentanza cittadina. Caratterizzato dal bellissimo Giano bifronte, realizzato da Prospero Sogari detto il Clemente e collocato nell’angolo sud-ovest dell’edificio quale figura di protettore e custode della famiglia, nell’Ottocento fu ristrutturato con un completo rifacimento in stile neoclassico. Nel 1917, dopo diversi passaggi di proprietà, l’immobile passò a Luigi Magnani, collezionista d’arte, musicologo e uomo di cultura.
Oggi è sede della Fondazione culturale omonima, molto attenta ai bisogni delle persone con fragilità: i percorsi dedicati prevedono visite a mostre e laboratori, riproduzione di alcune opere tattili, comunicazione aumentativa e alternativa, visite guidate con interprete LIS - Lingua Italiana dei Segni e molto altro ancora. Le sale espositive sono accessibili a tutti tramite l’ausilio di un ascensore.
Attraversata Piazza Fontanesi, una piazzetta di gusto francese con diversi bar e ristoranti dove fermarsi per una sosta, si prosegue verso i Chiostri di San Pietro, un complesso monumentale benedettino che, a seguito di un recente restauro, ha ricevuto diverse menzioni e premi di architettura.
Sia il complesso monumentale dei Chiostri di San Pietro che il Laboratorio Aperto sono accessibili alle persone con disabilità e difficoltà motorie, grazie all’ausilio di ascensori e rampe dedicate. Tutti i piani presentano ambienti e spazi che consentono la comoda fruizione e visione delle opere esposte da parte di una persona in carrozzina o che si muove con ausili.
La visita termina con due edifici posti all’esterno dell’esagono cittadino.
La Polveriera, sorta negli anni Quaranta come dislocamento militare e poi deposito pubblico, a fine degli anni Ottanta è diventata proprietà del Comune. Il vasto spazio è fruibile da chiunque; persino nelle toilettes, a partire dallo specchio, tutto è utilizzabile da tutti, in carrozzina e non. Insieme al centro diurno qui trovano spazio le varie attività delle quasi cinquanta cooperative, associazioni, banche e fondazioni.
Durante la settimana è possibile visitare, previa prenotazione, la grande opera murale realizzata a mano libera dall’artista Hu-Be.
L'Ultima tappa del percorso è il nuovo polo tecnologico dell’Innovazione. Il Centro Internazionale Loris Malaguzzi è sorto al posto della storica azienda casearia Locatelli e dei suoi magazzini di Parmigiano Reggiano. Pedagogo, maestro e giornalista, Loris Malaguzzi fu un importante studioso del mondo dell’infanzia: già nel 1963 favorì l’apertura delle prime scuole comunali dell’infanzia e, nel 1971, i primi asili nido (altro primato mondiale che Reggio Emilia vanta). E' dalla sua visione innovativa del concetto di educazione, portata a valorizzare le risorse presenti \"cento linguaggi dei bambini”, che nascono il Centro Malaguzzi e Reggio Children.
Al piano terra, aperto al pubblico, si possono visitare diversi ateliers, come li chiamava Malaguzzi, luoghi in cui si fanno esperienze dirette utilizzando i sensi: il tatto, la vista, l’udito. Si prosegue poi verso le ex Officine Meccaniche Reggiane, oggi Reggiane Parco Innovazione, polo europeo di servizi e funzioni ad altissimo potenziale di innovazione; ieri un luogo di lavoro emblematico della modernità e della crescita industriale italiana del Novecento e oggi, a seguito del restauro delle strutture originali, un hub tecnologico a carattere scientifico-umanistico, che riunisce università, centri di ricerca, imprese e pubblica amministrazione in una location unica di grande fascino, tra passato e futuro. I capannoni sono accessibili anche in sedie a rotelle, il n° 18 è sempre aperto al pubblico, all’esterno è possibile ammirare i tanti murales che hanno reso quest’area famosa in tutta Europa.