Storie di Canapa a Bologna

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Itinerario alla scoperta di una delle colture più tipiche della pianura bolognese. 

Qui, tra le campagne ancora punteggiate di antichi maceri, nei secoli si sono praticate anche la lavorazione e la tessitura della canapa, tanto sviluppate da fornire fin dalla seconda metà del XV secolo la corderia dell’arsenale navale veneziano.

  • Durata
    24 ore
  • Interessi
    Arte & Cultura
  • Target
    Amici/Solo,Coppia
  • Prima tappa - Museo della civiltà contadina Bentivoglio

    Il nostro itinerario parte dal Museo della civiltà contadina di Bentivoglio, dove la grande importanza della canapa per la pianura bolognese può essere approfondita nella sezione speciale dedicata alla coltivazione, alla lavorazione e alla tessitura delle fibre di questa versatile pianta. Tra fotografie d’epoca e antichi strumenti agricoli, il Museo ci accompagna nella storia quotidiana dei contadini di queste terre, impegnati nella semina, raccolta e macerazione della canapa. Inoltre, l’atelier tessile del Museo “Trame Tinte d’Arte” periodicamente organizza laboratori con tessuti e corde di canapa, coltivata anche nel giardino del Museo, mentre nella Locanda Smeraldi accanto al Museo, gestita da una cooperativa sociale, sono organizzate periodicamente degustazioni con prodotti a base di canapa.

  • Seconda tappa - Antico macero Bentivoglio

    Dalla teoria alla pratica, la nostra esplorazione continua nelle campagne tra Bentivoglio e Budrio, ancora punteggiate di antichi maceri per l’immersione della canapa. Un tempo questi piccoli bacini artificiali di forma rettangolare venivano riempiti di fasci di canapa, legati insieme a formare delle zattere (postoni), che la famiglia contadina affondava nell’acqua caricandole di sassi. L’immersione durava circa otto giorni e permetteva di sciogliere le sostanze collanti che trattenevano la fibra tessile intorno allo stelo legnoso. Tra i maceri ancora visibili è possibile incontrare due bacini collocati poco fuori dalla frazione di San Marco di Bentivoglio, uno a destra e uno a sinistra lungo via Paradiso, ma l’intera pianura bolognese ne è cosparsa.

  • Terza tappa - Torrione della Canapa Budrio

    Si prosegue tra le campagne che conservano memoria della coltura della canapa per raggiungere la cittadina di Budrio, uno dei centri di maggior rilievo nella lavorazione di questa fibra. Negli anni tra Rinascimento e Illuminismo, infatti, Budrio conobbe il suo massimo splendore economico proprio grazie a una tecnica avanzata di lavorazione della canapa, di cui divenne l'esportatore esclusivo in molti paesi d'Europa. A testimonianza di questa lunga tradizione, Budrio ha allestito una collezione di utensili e strumenti per la lavorazione, incluso un originale telaio da canapa, all’interno in una delle quattro torri che cingono il borgo: la torre di nord-ovest, ribattezzata per l’occasione Torrione della Canapa. Il piccolo museo è aperto in occasione di eventi o su richiesta.

  • Quarta tappa - Museo della Canapa Pieve di Cento

    Di torre in torre, il nostro itinerario si dirige a Pieve di Cento, l’altro borgo della pianura bolognese che vide fiorire la sua economia attorno alla canapa. Dall'Ottocento fino agli anni sessanta del Novecento, la lavorazione della canapa fu la fonte economica più redditizia a Pieve: coinvolgeva settori legati all'agricoltura, al commercio, all'artigianato e alle prime industrie locali. Nel centro storico di Pieve, all’interno della fortificata Porta Asìa, è collocato il locale Museo della Canapa, esposizione delle testimonianze di tutto ciò che riguardava il trattamento di questa fibra naturale, dalle sementi al prodotto finito. Il museo è aperto su richiesta.

Ultimo aggiornamento 17/11/2021

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Redazione Pianura Bolognese

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