La Valmarecchia è una terra che va esplorata e gustata con tutti i sensi.
Questo angolo affascinante dell'Italia, situato tra le dolci colline dell'Emilia-Romagna e la maestosa catena dell'Appennino, offre un'esperienza unica capace di mescolare natura, cultura e tradizione.
Questo territorio è, infatti, composto da un insieme di luoghi intimi, borghi deliziosi e grandi spazi affacciati su una verde e lussureggiante valle: è il posto ideale per chi ama la natura, la vita all’aria aperta e la storia.
Cosa c'è allora di meglio per godersi appieno tutto ciò che la Valmarecchia ha da offrire se non un viaggio in camper? Scopriremo insieme le meraviglie di questo luogo incantevole.
Tra paesaggi mozzafiato, borghi medievali e tradizioni autentiche, la Valmarecchia saprà stupirvi.
“La città più bella d’Italia? San Leo: una rocca e due chiese”. Queste sono le parole di Umberto Eco, e una volta arrivati a San Leo e vista la città resta difficile dargli torto.
Tutto il borgo sorge su un masso imponente che domina la Valle del Marecchia, un luogo strategico e determinante per le vicende storiche e militari del Medioevo e del Rinascimento.
Da vedere assolutamente i resti del possente apparato difensivo della fortezza che, ideato da Francesco di Giorgio Martini, sembra essere un prolungamento del masso che lo sostiene: è difficile distinguere dove finisca l’opera della natura e inizi quella dell’uomo.
Oggi all’interno di questa fortezza sono visibili mostre di armi e armature; è possibile scoprire la vita militare del medioevo, la storia e il mito dell’alchimista del conte Cagliostro la cui fama di guaritore raggiunse le corti più importanti d’Europa, persino la cella in cui fu rinchiuso fino alla sua morte.
A San Leo degna di nota è la Pieve dedicata a Santa Maria Assunta, il più antico monumento religioso del Montefeltro. Oggi l’edificio, insieme all'adiacente Duomo e alla Torre campanaria, va a conformare un vero e proprio “campo dei miracoli” romagnolo.
A pochi passi dalla Pieve sorge la Cattedrale, dedicata al Santo Patrono Leone. Non si è a conoscenza delle cause che portano gli uomini del XII secolo ad erigere una nuova cattedrale ma un'iscrizione afferma perentoria la data di riconsacrazione: il 1173.
Di grande suggestione è anche la rude torre campanaria a base quadrangolare, che dall'alto offre una incomparabile vista dell'abitato di San Leo.
Una volta lasciato San Leo, ci si addentra nella zona del Montefeltro in direzione Montecopiolo. Si tratta di un territorio rinomato per i percorsi naturalistici e per l’abbondante innevamento cui soggetto nel periodo invernale, tanto da essersi dotato di diversi impianti di risalita.
Qui si conservano i ruderi di due castelli: quello di Montecopiolo, con le sue importanti rovine immerse nel verde delle conifere e quello del castello del Monte Acuto (oggi monte San Marco).
Da non perdere una visita al Parco Comunale del Monte Montone che si estende per 85 ettari regalando atmosfere fiabesche, rese magiche dai variopinti colori della flora che mutano con l'alternarsi delle stagioni. Nell’intero territorio sono presenti circa 40 specie di orchidee spontanee, di cui 20 possono essere osservate nell'area del Monte Montone.
In questa zona è presente un’area attrezzata per camper, dotata di un ampio parcheggio comunale in cui fermarsi. La sosta è gratuita con colonnina elettrica e CS a pagamento, sempre disponibile.
A 30 minuti d'auto da Montecopiolo troviamo il paese di Novafeltria, un giovane comune nato nel 1907, oggi centro commerciale e industriale della vallata.
Il suo centro storico custodisce due gioielli in stile liberty: Palazzo Segni, attuale sede degli uffici comunali e il Teatro Sociale di Novafeltria, realizzato con il contributo di 72 famiglie del luogo e inaugurato nel 1925 con la Bohème di Puccini.
Nei pressi si trova anche un’installazione dedicata a Ivan Graziani, l'amato cantautore novafeltriese d'adozione, composta da un grande paio di occhiali di colore rosso, che segnano l'ingresso al parco a lui dedicato.
Degne di nota è anche la località comunale di Perticara, immersa tra le pinete su un versante del Monte Aquilone, rinomata per essere stata in passato un centro minerario di rilevanza nazionale.
Qui, fin dall’antichità si estraeva zolfo. Fu, però, a partire dal 1917 che l’attività assunse dimensioni industriali, impegnando 1600 uomini con ben 100 chilometri di gallerie sotterranee. Oggi l’attività è cessata ma un museo, il Sulphur mantiene viva la memoria di quel passato.
Da Novafeltria a Sant’Agata Feltria il passo è davvero breve. Sant'Agata è uno splendido borgo antico, avvolto in un’aura fiabesca, ben conservato, con diversi complessi di notevole valore storico.
Prima di iniziare una visita dell’abitato, è possibile lasciare il camper in un’area attrezzata, quasi completamente gratuita, posta in prossimità del centro del paese.
Da non perdere una visita a Rocca Fregoso restaurata da Francesco di Giorgio Martini nel 1474, oggi conosciuta come la Rocca delle Fiabe; La Fontana della Chiocciola, un poetico richiamo alla lentezza e alle necessità dell’anima, inserita nel percorso de I luoghi dell’anima del poeta Tonino Guerra.
Sant’Agata è anche spiritualità e un concentrato di luoghi mistici tra cui santuari e conventi. Fra questi sono degni di nota: la Collegiata di Sant'Agata (X secolo), il cui aspetto attuale deriva dai restauri barocchi del 1776; la Chiesa di San Francesco della Rosa, che si riallaccia a una visita di San Francesco d'Assisi; la Chiesa e il convento di San Girolamo, costruita nel 1560 dai Fregoso;
la Chiesa e il convento dei Cappuccini, fondato nel 1575 per volere di Lucrezia Vitelli Fregoso;
la Chiesa e il convento delle Clarisse e il Santuario della Madonna del Soccorso, costruito nel 1520 lungo l'antica strada per Perticara e Rimini.
Infine, Sant’Agata celebra il suo “oro Bianco” il tartufo con l’Ecomuseo del Tartufo, una struttura unica in Emilia-Romagna. A ciò si aggiunge una fiera annuale, solitamente in programma nelle domeniche di ottobre, conosciuta in tutta Italia.