Camposanto

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Camposanto è un comune della provincia di Modena, situato a nord-est del capoluogo.

Elemento dominante è il fiume sulle cui rive si affacciano residenze padronali risalenti al XVIII secolo. Il suo territorio si estende nella zona di produzione del Lambrusco di Sorbara.

L'abitato si è sviluppato, tra il XIV ed il XV secolo, a seguito dell'immissione forzata del fiume Panaro nel Canale Naviglio, in prossimità di Bomporto, avvenuta probabilmente nei primi decenni del '300. La diversione delle acque mirava a risolvere il problema delle frequenti esondazioni del Panaro e, nel contempo, ad incrementare la portata del Naviglio, al fine di prolungarne la navigazione anche nei periodi di magra. Nel corso del XVII secolo il paese fu elevato al rango di Contea, feudo della famiglia Forni, che signoreggiò sul luogo fino al secolo XVIII inoltrato. Dopo un breve periodo di autonomia comunale in età napoleonica, nel 1815, con l'avvento della restaurazione ed il conseguente ripristino dell'autorità ducale in Modena, il paese fu assoggettato alla vicina Comunità di San Felice. Nel 1860 infine Camposanto riacquistò la dignità comunale.


Perché visitarla

Camposanto è una tipica località della Bassa Modenese. Sorge lungo la riva sinistra del Panaro, là dove il fiume costituisce per lungo tratto il naturale confine con la provincia di Bologna.


Quando andarci e cosa vedere

Consigliamo la primavera e l'autunno per via del clima mite.


Da non perdere

Si segnalano alcune emergenze artistiche quali la Chiesa Parrocchiale, dedicata al protettore San Nicolò Vescovo, eretta nel 1629, e il complesso denominato La Corte, palazzetto padronale, quadrilatero, che presenta sul lato orientale la bella "Torre Ferraresi" che ora ospita l’Acetaia Comunale. 

L'edificio è attribuibile nelle forme attuali ai secoli XVII-XVIII.


Sulla tavola

Oltre ai prodotti tipici del territorio modenese tra i quali l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP, l’aceto Balsamico di Modena IGP e il Parmigiano-Reggiano DOP, i Lambruschi, Zampone e Cotechino e i piatti della tradizione come la pasta fresca all’uovo, in questa zona si produce anche il Salame di San Felice

È un salame dal profumo invitante e appetitoso, dal caratteristico sapore dolce, ottenuto da carni suine selezionate provenienti esclusivamente da allevamenti locali. Il colore rosso rubino intenso e la particolare morbidezza gli derivano dalle carni suine selezionate provenienti esclusivamente da animali allevati sul territorio e dall'uso, nell'impasto, di vino rosso, rigorosamente lambrusco.

La zona di produzione e confezionamento del Salame di San Felice è rappresentata esclusivamente dalle località comprese nei territori dei comuni di Camposanto, Cavezzo, Concordia sulla Secchia, Finale Emilia, Medolla, Mirandola, San Felice sul Panaro, San Possidonio e San Prospero appartenenti alla provincia di Modena.


Nei dintorni

In bicicletta

Tutto il territorio della Bassa Modenese è interessato da numerosi percorsi ciclabili ben collegati.

Ad esempio, è possibile arrivare a Camposanto attraverso un percorso ciclabile partendo da Modena seguendo la ciclabile per Bastiglia e proseguendo fino a Camposanto passando per Bomporto. Tante piste ciclabili da scoprire anche in occasione delle Pedalate Amiche.

Bosco della Saliceta

Il Bosco della Saliceta presente a Camposanto è un Bosco molto antico che risale al 1149, molti avvenimenti però che si sono susseguiti nel tempo, hanno portato alla drastica riduzione di esso negli anni ‘50, lasciandone ora solamente piccoli tralci disposti a macchia di leopardo, che comprendono in totale circa 32 ettari.

Il Bosco della Saliceta di oggi è costituito da lembi dell’antico Bosco ed oggi area di riequilibrio ecologico, istituita dalla Provincia di Modena per la valorizzazione dei sistemi naturali e della loro biodiversità.  Il territorio offre anche interessanti opportunità enogastronomiche: nelle vicinanze del Bosco sono presenti diverse aziende agricole con vendita di prodotti tipici.

Nel 2015 l’ Unione Comuni Modenesi Area Nord, si è interessata alla ricostruzione di una parte di esso, ed attraverso la collaborazione con l’Università di Agraria di Bologna, si è iniziato ad elaborare un progetto che possa rilanciare l’antico Bosco.


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Ultimo aggiornamento 28/03/2024
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