Gli antichi laghi glaciali dell’Appennino reggiano

Due giorni immersi nella natura del Parco Nazionale Appennino tosco emiliano

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Nelle montagne dell’Appennino tosco-emiliano, i processi di modellamento avvenuti durante il periodo delle glaciazioni hanno lasciato tracce notevoli che ancora oggi riusciamo a scorgere tra i crinali e i paesaggi montani.

I vuoti provocati dall’azione dei ghiacciai hanno lasciato spazio a tanti piccoli laghi glaciali, molto suggestivi, che si possono scoprire con passeggiate ed escursioni, anche molto semplici.

L’itinerario proposto si sviluppa in due giornate all’interno della provincia di Reggio Emilia e conduce alla scoperta della bellezza naturalistica di alcuni laghi glaciali facenti parte del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, una zona di grande pregio ambientale.

Questi specchi d'acqua, alimentati dalle sorgenti glaciali e circondati da vette imponenti, offrono uno spettacolo visivo che cattura l'immaginazione di chiunque abbia il privilegio di visitarli.

  • Durata
    48 ore
  • Interessi
    Natura & Outdoor
  • Target
    Tutti
  • Prima tappa - Cerreto Laghi Cerreto Laghi

    A circa 2 km dal confine con la Toscana, grazie all’omonimo valico montano (Passo del Cerreto), Cerreto Laghi è una delle più importanti e attrezzate stazioni turistiche invernali ed estive dell'intera dorsale appenninica tosco-emiliana. L’area è facilmente raggiungibile tramite la SS 63 che unisce Reggio Emilia alla Lunigiana.

    Questa località si sviluppa in una conca di origine glaciale posta sotto il Monte La Nuda e si sviluppa attorno a un sistema di laghi formatosi in età geologica dal disfacimento di antichi ghiacciai. Il più noto di questi è il lago Cerretano, a cui si aggiungono più a valle i laghi Scuro, Le Gore e, infine, il bacino artificiale di Lago Pranda.

    Ben dieci sono i percorsi escursionistici di varia lunghezza che si sviluppano in quest’area: il più breve dura circa 40 minuti, il più lungo 4 h circa.

    L’itinerario consigliato per chi volesse vedere tutti i laghi è il Percorso Arancione. Si tratta di un itinerario poco impegnativo che, grazie a una camminata di un paio d’ore tra suggestivi boschi di faggio, permette di ammirare i principali specchi d’acqua della zona partendo da Piazzale del Lago del Cerreto (1346 m) e seguendo il segnavia bianco/rosso 649 - 649 B – 649.

    Al termine del percorso si consiglia una sosta in uno dei tanti locali di Cerreto Laghi per gustare qualche deliziosa pietanza locale a base di salumi, formaggi e prodotti locali.

  • Seconda tappa - Ventasso Laghi Ventasso Laghi

    Il lago Calamone è una delle mete più conosciute e fotografate dell’Appennino reggiano. Si tratta di un piccolo specchio d’acqua di origine glaciale, formatosi migliaia di anni fa; oggi è una delle maggiori attrattive turistiche del territorio.

    Non c’è una stagione migliore per visitarla: ognuna conferisce a questa località una bellezza particolare, così anche come dei colori suggestivi. Nel periodo autunnale, ad esempio, si veste di mille sfumature cromatiche grazie al fenomeno naturale del foliage.

    Il consiglio è di trascorrere un’intera giornata in quest’area, in totale relax e in pieno contatto con la natura.

    L’itinerario per visitarlo parte dalla piccola stazione turistica di Ventasso Laghi, distante dal paese di Ramiseto circa 10 km, all’interno del Comune di Ventasso.

    La camminata che dura pochi minuti si svolge su una strada bianca leggermente in salita, posta tra il campeggio e la pista da sci. Una volta giunti sulle sue sponde, è possibile fare l’intero periplo dello specchio d’acqua: una passeggiata di poco più di 2,5 km fattibile con persone di ogni età, anche bambini.

    A bordo del lago si trova uno storico rifugio-ristoro, aperto da maggio ad ottobre, che propone piatti tradizionali.

    Per chi volesse spingersi oltre, dal Lago Calamone si dipartono alcuni sentieri CAI, consigliati soprattutto per i più allenati. Tra questi si consiglia il CAI 661 che conduce fino alla vetta del Monte Ventasso, a circa 1700 mt di altezza.

Ultimo aggiornamento 23/01/2024

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Redazione Appennino Reggiano

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