Attraverso più di quaranta opere, la mostra La piena dell’occhio, a cura di Saverio Verini, presso l'ex Convento di San Francesco a Bagnacavallo, offre uno spaccato della produzione artistica recente di Enrico Minguzzi (Cotignola, Ravenna, 1981).
Dipinti e sculture, realizzati tra il 2021 e il 2022, sono allestiti all’interno delle sale dell’ex Convento San Francesco di Bagnacavallo, situato peraltro a poca distanza dallo studio dell’artista.
Il titolo allude a un traboccamento, un’inondazione di immagini e opere che, in questa specie di traslazione dall’atelier allo spazio espositivo, si inseriscono negli ambienti dell’ex Convento come delle presenze silenziose e insieme appariscenti.
I dipinti di Minguzzi possono essere considerati dei ritratti di elementi presi dal mondo minerale e vegetale: elementi che si rifanno a pietre, concrezioni, fiori ed erbe – tutti riconducibili a qualcosa di esistente in natura, ma in realtà frutto di una proiezione mentale dell’artista.
Colti in una specie di stasi, i soggetti dei dipinti sembrano tuttavia pulsare di una luce misteriosa e vibrante, andando oltre il canone di uno dei generi pittorici più consolidati, la natura morta.
Grazie all’utilizzo di colori quasi fluorescenti, le opere di Minguzzi si liberano da una cifra più strettamente metafisica, acquisendo un carattere energetico in grado di accendere gli spazi espositivi.
Alla serie di dipinti, in continuità con la sua produzione precedente, Minguzzi ha scelto di accostare un corpo di sculture inedite: attraverso queste opere, l’artista trova un’estensione tridimensionale alle figure che caratterizzano la propria pittura – in un processo quasi “inverso”, che vede la traduzione dei dipinti in scultura e non viceversa –, sperimentando inoltre nuove tecniche e nuovi materiali, aprendo così a ulteriori sviluppi della sua pratica artistica.