Queste chiese, spesso affacciate su paesaggi mozzafiato, sono testimonianze della ricca tradizione religiosa e artistica che ha plasmato questo territorio nel corso dei secoli e rappresentano uno degli aspetti più affascinanti del patrimonio culturale dell'Appennino modenese.
Caratterizzate da una semplicità elegante e da una spiritualità intensa, queste costruzioni risalgono spesso all'alto Medioevo, testimoniando le radici cristiane profonde che hanno permeato la vita quotidiana delle comunità locali.
Sia che siate appassionati di arte sacra, amanti della natura o semplici viaggiatori in cerca di nuove esperienze, l'Appennino Modenese e le sue antiche pievi vi sapranno di certo conquistare.
A pochi minuti a piedi dal centro di Pievepelago, paesino di montagna ubicato sulle rive del torrente Scoltenna, nella valle del Pelago, sorge la pieve di Santa Maria Assunta.
Le tracce della sua presenza vanno indietro fino al 1038, quando il complesso rappresentava un punto di riferimento per tutto il territorio.
L’edificio che però oggi vediamo risale a interventi operati nel XIX secolo. Questa chiesa non mancherà di certo di stupirvi a partire dall’esterno la cui facciata è stata ricostruita nel 1868 dal noto architetto Cesare Costa, originario della stessa cittadina di Pievepelago, che assieme al portone e al grande finestrone circolare dona alla chiesa un’aria al contempo antica e moderna invitandovi ad entrare.
L’interno, suddiviso in tre navate, conserva una collezione di pregiati dipinti come “La pala dell'Assunta” di Carlo Rizzi, “Santa Filomena” di Adeodato Malatesta e un “San Luigi Gonzaga” di Luigi Asioli, oltre che una preziosa statua d’argento della Vergine Maria e un crocefisso in bronzo opera di un artista paesano di nome Galli.
Una volta spesa qualche ora della nostra mattinata nell’antico borgo di Pievepelago ci dirigiamo verso Pavullo nel Frignano.
Nel comune di Pavullo nel Frignano, una bellissima pieve medievale dedicata a San Giovanni Battista, una volta il centro religioso più importante della montagna, impreziosisce ancora la località di Renno.
Nota come “Plebana di San Giovanni Battista” o semplicemente come “Pieve di Renno”, questo gioiello di origine bizantina fu eretta nel XII circa per volere dei Montecuccoli ma acquisì il titolo di “pieve” nel 1157.
La struttura di questa chiesa riprende il classico tipo di pieve di montagna con la sua pianta a tre navate, e l’altare rivolto verso oriente. Ai lati di quest’ultimo due cappelle laterali, una delle quali - quella di destra - conserva la lapide di Cesare Montecuccoli deceduto nel 1506.
Al suo interno la chiesa conserva diversi elementi di interesse storico e artistico come l’antica fonte battesimale risalente al (1628) e un capitello posto all’ingresso che mantiene il disegno di due rose.
Tornando verso l’auto ci dirigiamo verso la chiesa Parrocchiale dei Santi di Monteobizzo.
Forse non tutti sanno che questa chiesa è forse la più antica tra le chiese battesimali del Frignano.
Conosciuta come la Pieve di San Vincenzo de Paule (o Palude), sorse nel XII secolo lungo importanti vie di passaggio con il compito di accogliere i viandanti; almeno fino al 1157 quando le fu tolto il titolo di pieve a favore di quella di Renno. Di particolare rilievo sia per la sua valenza storica che architettonica e artistica, questa pieve la cui struttura portante è in pietra arenaria, tutt’oggi conserva al suo interno un dipinto della Madonna con Bambino riconducibile ad Adeodato Malatesta.
Prima di abbandonare il paese di Renno in direzione di Coscogno, si consiglia di fermarsi in uno dei ristoranti di Pavullo nel Frignano per gustare una delle loro tante specialità.
La pieve medievale di Coscogno, dedicata al vescovo ravennate di Sant'Apollinare, merita assolutamente una visita.
Eretta lontano dal centro abitato, per molti decenni fu frequentata dai villeggianti che salivano in montagna alla ricerca del fresco.
L’elemento più pregevole della sua facciata è il portale costituito da tre parti ben distinte: la parte esterna, d’età tardo romanica, costituita da colonnine e lesene; quella interna a mensole convesse di epoca successiva (sec. XIV) e, infine, una lunetta (sec. XIII).
In quest’ultima compaiono raffiguranti due capri e due mostri con al centro una palma: un dettaglio che simboleggia non solo la lotta tra il bene e il male ma anche richiama i fregi dell’abside di Monteobizzo che ricordano la vittoria di Cristo sul male e sulla morte.
L’ultima tappa dell’itinerario ci porta nel borgo di Rocca Santa Maria a Serramazzoni.
La Pieve di Santa Maria Assunta rientra tra le più antiche e suggestive pievi della montagna modenese.
Costruita tra l’VIII e il IX secolo passò nelle mani della figlia Matilde di Canossa che la donò al vescovo di Modena nel 1108. L’interno della pieve si mostra semplice ma solido, con una struttura a tre navate. Da ammirare alcuni dettagli curiosi come i capitelli in stile preromanico finemente adornati con decori floreali e nastri e le colonne sulle quali sono scolpite capi di animali e un antico tabernacolo con simboli eucaristici come il calice e spighe di grano.
All’esterno della pieve, vicino all’antica Rocca, è conservata una campana in bronzo del 1370 sulla quale è individuabile il nobile stemma della famiglia Da Savignano, allora i padroni di quei luoghi.