In bassa Romagna tra terra e acqua

Panorami sospesi tra acqua, terra e cielo

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Nella Bassa Romagna, panorami sospesi tra acqua, terra e cielo restituiscono a chi vi arriva una profondità di campo che lo sguardo non riesce ad abbracciare per intero. 

La bicicletta è il mezzo più adatto per conoscere da vicino e in modalità lenta la campagna e per scoprire il territorio, tra pievi, oratori, case coloniche, rocche e palazzi nobiliari.

In Bassa Romagna tra Terra e Acqua è un itinerario che racconta la storia di un territorio cambiato nel corso dei secoli in sintonia con il mutato rapporto tra questi due primordiali elementi.

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  • Durata
    48 ore
  • Interessi
    Arte & Cultura
  • Target
    Tutti
  • Prima tappa - da Lugo a Massa Lombarda (10 km) Lugo

    L’itinerario parte da Lugo, la città che diede i natali all’asso dell’aviazione Francesco Baracca, tra i fiumi Santerno e Senio, proseguendo poi per attraversare quel reticolo di canali e di strade in cui, dall’asse principale della Via Emilia, sono ancora vivi i segni della centuriazione romana. 

    La storica centralità di Lugo dipende dalla vicinanza alla via Emilia, rotta di traffico del sale da Cervia e Ravenna verso Bologna, oltre alla vicinanza di piccoli porti vallivi che hanno favorito i mercati locali, arricchiti anche da una fiorente produzione agricola locale.

    Pedalando dal Parco del Loto verso Massa Lombarda, si supera Villa San Martino attraversando il fiume Santerno grazie allo stretto ponte ciclopedonale chiamato “Pungèla”: un ponte relativamente recente, costruito nei primi anni Cinquanta dopo che, durante la seconda guerra mondiale, i soldati tedeschi avevano fatto saltare il ponte precedente di fine Ottocento.

    Lungo il corso del fiume Santerno vi è Sant’Agata sul Santerno, strettamente legata al suo fiume, importante via di comunicazione fra Spina e l’Etruria fin dall’epoca preromana.

  • Seconda tappa - Massa Lombarda – Conselice (15 km) Massa Lombarda

    Tra Ottocento e Novecento la bonifica delle zone paludose ha determinato uno straordinario sviluppo agricolo del territorio di Massa Lombarda, caratterizzato da frutteti e magazzini ortofrutticoli, tanto da essere poi definito “paese della frutta”.

    A proposito di vie d’acqua, in via Imola si scopre il suggestivo vecchio lavatoio, oggi luogo di performance di teatro, musica e danza, alimentato dalle acque del Canale dei molini di Imola e Massa, che lungo un tracciato di circa 40 km muove dal Santerno e corre lungo via Selice fino a confluire nel fiume Reno nei pressi del ponte detto “della Bastia”

    Si lascia Massa Lombarda superando il Santuario della Consolazione e l’interessante cimitero monumentale, per poi bere un sorso d’acqua nei pressi della Pieve di Santa Maria in Centumlicinio o di Fabriago con il suo antichissimo campanile cilindrico. 

    Prima di arrivare a Conselice si attraversa il territorio di San Patrizio, frazione nata attorno a una millenaria pieve e contesa da Conselice e Massa Lombarda fino a metà del Duecento, in virtù della favorevole posizione tra terre boschive e valli. La frazione vanta la permanenza di un antico mulino costruito verso la fine del XV secolo sopra il Canale dei Molini il cui opificio è inizialmente appartenuto ai Pico della Mirandola.

  • Terza tappa: Conselice – Ca’ Massari (3 km) Conselice

    Il territorio di Conselice è situato al centro di una fitta rete idrografica, tra i fiumi Sillaro a ovest, Reno a nord e Santerno a est, ed è attraversato dal Canale Zaniolo e dal già citato Canale dei Molini di Imola e Massa. 

    Nell’antichità, infatti, Conselice fungeva da porto di Imola, da cui deriverebbe il suo nome Portum Capitis Silicis, dopodichè il territorio fu sottoposto a un’opera di bonifica e di regolazione delle acque con la pratica della centuriazione.

    Negli specchi d’acqua delle risaie si diffonde l’allevamento dei ranocchi, tanto da guadagnare al paese l’appellativo di “terra dei ranocchi”: a ricordarlo è un curioso monumento al ranocchio posto al centro della rotonda d’ingresso al paese. 

    Nel parco pubblico spicca la statua dedicata a mondine e scariolanti eretta nel 1990, centenario delle lotte delle mondine che sfociarono in un tragico eccidio, mentre in piazzetta Guareschi si possono ammirare i volti che popolano i murales, ispirati al “mondo piccolo” di Guareschi e ai paesaggi vallivi di questa terra.

    In Piazza della Libertà di Stampa, poi, una vecchia macchina da stampa a pedale è stata elevata a “Monumento alla Stampa Clandestina e alla Libertà di Stampa”

    A pochi chilometri dal centro, muovendo verso il confine ferrarese, si arriva a Cà Massari, che può costituire un comodo e strategico punto di ristoro e soggiorno

  • Quarta tappa - Ca’ Massari – Lavezzola (9 km) Lavezzola

    Il secondo giorno si prosegue in direzione di Lavezzola lungo il Canale Zaniolo, ampio e di notevole portata che era funzionale sia alla navigazione sia alla molitura
    Lungo il tragitto è inevitabile scorgere Vallesanta e l’oasi protetta di Campotto, ambienti che catturano per il loro fascino indiscusso, che si esalta soprattutto con le nebbie autunnali e gli accesi colori del tramonto.

    Si giunge quindi al villaggio di Lavezzola, ora frazione di Conselice, dove l’ottocentesca Villa Verlicchi  merita un’occhiata.

  • Quinta tappa - Lavezzola – Santa Maria in Fabriago (12 km circa) Santa Maria in Fabriago

    Dopo aver oltrepassato il settecentesco Oratorio di Passogatto, si attraversa il ponte sul Santerno, per giungere a San Bernardino, piccola località agricola posta sulla riva destra del Santerno.

    Qui c’è una piccola via detta “carrara della fortuna” dove alla fine dell’Ottocento si “sgonfiò” una mongolfiera decollata da Bologna: il passeggero atterrò sano e salvo e dove la mongolfiera toccò terra è ancora collocato un cippo. 
    All’uscita del paese, in località Bellaria, si può infine ammirare la seicentesca Villa Tamba.

    Si giunge infine al paese di Santa Maria in Fabriago, posto sulla sinistra del Santerno. Come la vicina località di Campanile, era compresa nella Pieve di Santa Maria in Centumlicinia e solo nel 1091 assunse la denominazione attuale.

    Del Seicento è poi il primo nucleo di quello che, con rimaneggiamenti e rifacimenti successivi, è il Castello di Fabriago.

  • Sesta tappa - Santa Maria in Fabriago – Lugo (11 km circa) Lugo

    Proseguendo si tocca San Lorenzo e, attraversando le campagne, prima in direzione Bizzuno poi via Canale Sinistra Inferiore, si ritorna a Lugo.

Ultimo aggiornamento 14/03/2024

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Redazione Bassa Romagna mia

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