Ferrara e il Delta del Po narrati dal cinema

Tra fantasia e realtà

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Viaggiando tra Ferrara e la sua provincia appaiono d’un tratto, come per incanto, volti e luoghi già incontrati: sono immagini viste sullo schermo di un cinema, alla televisione o in rete. Inquadrature di strade, piazze, giardini, distese d’acqua, sguardi e gesti che diventano protagonisti di storie vissute.

  • Durata
    48 ore
  • Interessi
    Arte & Cultura
  • Target
    Amici/Solo,Coppia
  • Prima tappa - Castello Estense Ferrara

    Il primo giorno partiamo dal centro della città di Ferrara e dal suo monumento simbolo: Il Castello Estense. Affascinanti personaggi e tragiche vicende storiche rivivono nei film qui ambientati, come il film del 1910 dedicato a Lucrezia Borgia o Il mestiere delle Armi di Ermanno Olmi, che ha girato alcune scene nei sotterranei della secolare fortezza. 

    Nel verde della piccola Piazza della Repubblica, accanto al Castello, riviviamo invece le atmosfere del cinema del neorealismo: l’antico maniero e il più moderno Hotel Ferrara fanno da sfondo all’incontro drammatico e intenso tra i protagonisti della storia d’amore e morte del film Ossessione, girato da Luchino Visconti nel 1942. 

    Ancora attorno al Castello, lungo il muro di cinta, si incontrano le lapidi delle vittime dell’eccidio fascista ricordate ne La lunga notte del ’43. Ispirato al racconto di Giorgio Bassani, il film di Florestano Vancini rievoca fatti tragici realmente accaduti, unitamente ad una storia d’amore immaginata. 
    I luoghi, ancor più dei personaggi, diventano qui protagonisti, come il muretto in pietra rossa del Castello e la farmacia di fronte, tutt’oggi esistente, dalle cui persiane, in quella terribile notte, il titolare della farmacia fu testimone dell’eccidio.

  • Seconda tappa - Palazzo dei Diamanti Ferrara

    Corso Ercole I d'Este, bellissima direttrice dell’Addizione Erculea, ampliamento urbanistico rinascimentale della città, ci accompagna tra i suoi edifici nobiliari verso il fulcro di quest’area:  Palazzo dei Diamanti, caratterizzato dall’elegante bugnato marmoreo,  inquadrato da registi e fotografi come Vittorio Storaro in Giovinezza giovinezza!  
    Di fronte Palazzo Prosperi Sacrati rievoca le storie del primo e dell’ultimo lungometraggio di Michelangelo Antonioni, rispettivamente Cronaca di un amore (1950) e Al di là delle nuvole (1995). 
    Le affascinanti Lucia Bosé e Ines Sastre, protagoniste dei film citati, lasciano poi il posto all’algida bellezza di Dominique Sanda, la Micol de Il giardino dei Finzi-Contini, tratto dal più famoso romanzo di Giorgio Bassani e girato solo in parte a Ferrara. I ragazzi in bicicletta, che si incontrano ogni giorno all’uscita del cancello del vicino Parco Massari, rievocano  i personaggi del romanzo che si fa film, sotto la direzione del maestro Vittorio de Sica.

  • Terza tappa - Piazza Ariostea Ferrara

    A pochi passi da Parco Massari, una sosta nella vicina e ampia Piazza Ariostea,  fiancheggiata da profondi porticati, è il luogo dove Florestano Vancini e Giuliano Montaldo girarono alcune scene dei loro film Amore Amaro e Gli occhiali d’oro. Quest’ultimo,  che racconta una storia di amore ed emarginazione ai tempi del fascismo, ci porta anche nell’intima e suggestiva Piazzetta Sant’Anna, sede dell’antico ospedale della città, dove le solitudini dei due protagonisti, che vivono storie diverse ma parallele, si incontrano.

  • Quarta tappa - Cattedrale Ferrara

    Tornando per via Palestro verso il centro cittadino, attraversiamo il borgo medievale, il quartiere ebraico e giungiamo in Piazza della Cattedrale, tutti luoghi di riprese della serie televisiva poliziesca Nebbie e Delitti con Luca Barbareschi e Natasha Stefanenko.  
    La facciata dell’antica Cattedrale romanico-gotica fa da sfondo inoltre ad tre produzioni: il corteo estense di Parisina. Un amore  alla corte di Ferrara nel XV secolo (1910 - uno dei primi film della cinematografia italiana),  l’incontro dei protagonisti del già citato Al di là delle nuvole e la fiction Donnagirata nel 1996, che ebbe come  protagonista Ottavia Piccolo. 

  • Quinta tappa - Case Cavallini-Sgarbi Ferrara

    Ci lasciamo ora alle spalle le belle piazze centrali e raggiungiamo in pochi passi Via Giuoco del Pallone, percorriamo il porticato medievale di Casa Minerbi per soffermarci sulla contemporaneità: le case Cavallini-Sgarbi fanno da cornice alle riprese dell’ultimo film di Pupi Avati Lei mi parla ancora. L’intensa storia d’amore, durata più di 60 anni tra Nino e Caterina rivive nella romantica e commovente  commedia tratta dal romanzo omonimo, scritto da Giuseppe Sgarbi, padre del noto critico d’arte, dopo la morte dell’amata moglie.

    Dopo la prima giornata e i chilometri percorsi tra le vie della città, tra realtà e finzione, set cinematografici  e vita quotidiana, ci meritiamo una gustosa sosta in uno dei numerosi locali del centro, per l’immancabile aperitivo o una cena a base di specialità locali, come i cappellacci di zucca, il pasticcio ferrarese e la salama da sugo.

  • Sesta tappa - Delta del Po Stazione Foce Comacchio

    Il secondo giorno ci trasferiamo nel Parco del Delta del Po dove, tra terre e acque,  incontriamo luoghi fantastici e atmosfere sospese, in cui numerosi film e documentari, spesso in bianco e nero, hanno ambientato storie di una cultura popolare e ancestrale.

    La prima tappa è la Stazione Foce delle Valli di Comacchio, che diventa l’ambientazione per raccontare pagine di storia partigiana, come Paisàdi Roberto Rossellini o L’Agnese va a morire girato da Giuliano Montaldo nel 1976. Una casa diroccata in mezzo alla palude, sullo sfondo delle drammatiche inquadrature in bianco e nero, ancora oggi affascina i visitatori per la suggestione di questo luogo quasi incontaminato.

    Le valli si colorano però anche di torbide passioni con film come Miranda di Tinto Brass, con Serena Grandi, e Bambola di Bigas Luna, interpretato da Valeria Marini e Stefano Dionisi.

  • Settima tappa - Porto Garibaldi Porto Garibaldi

    Percorrendo da Porto Garibaldi la Strada Acciaioli, per un tratto argine della Valle Bertuzzi, si costeggiano Lido degli Scacchi e Lido di Volano, dove vengono ambientate alcune scene inquietanti de La casa dalle finestre che ridono, thriller di Pupi Avati degli anni ’70. 
    Il regista sceglie gli stessi luoghi per girare anche Le strelle nel fosso, storia surreale e poetica di un padre e dei suoi quattro figli che vivono isolati in un casolare fuori dal tempo. 

    Visto che si sarà fatta ora di pranzo, consigliamo una sosta in uno dei ristoranti di pesce della zona, dove gustare le specialità di mare, in primis le vongole di Goro, un antico borgo di pescatori diventato punto di riferimento in Italia per la produzione di questo mollusco.

  • Ottava tappa - Taglio della Falce Codigoro

    Riprendiamo l’itinerario in direzione della magnifica Abbazia di Pomposa, monastero benedettino e importante centro culturale di epoca medievale, per arrivare quindi in località Taglio della Falce, tra il Gran Bosco della Mesola e il Po dei Volano, luoghi che hanno ispirato sia il regista Luigi Magni nel film In nome del popolo sovrano, con Nino Manfredi, che Mario Soldati nella sua veste di regista con La donna del fiume, interpretato da una giovane e bellissima Sofia Loren. Operaia presso un’azienda di marinatura delle anguille, la protagonista sopravvive  a tragiche vicende familiari, ambientate in un paesaggio che prende il sopravvento sulla storia

  • Nona tappa - Argenta Argenta

    Ritornando infine verso Comacchio e proseguendo un altro po’ verso sud, c’è tempo per un’ultima tappa cinematografica, che ci porta dentro la storia italiana con Delitto di regime. Il caso Don Minzoni di Leandro Castellani, pellicola che rievoca l’uccisione dell’arciprete di Argenta, nel clima di violenza e sopraffazione che caratterizzò l’inizio del 1920 in quella cittadina. Agli ultimi anni di vita di Don Minzoni è dedicato anche il film Oltre la bufera (2018) ideato da Stefano Muroni e diretto da Marco Cassini.
    La campagna argentana e le sue Valli, oggi regno del cicloturismo, degli amanti del birdwatching  e della buona cucina, sono state scelte anche da altri registi come sfondo delle loro narrazioni: saghe familiari contadine ne La neve del bicchiere di Florestano Vancini o la storia di due fratelli che portano il cinema nei piccoli borghi, durante il passaggio dal muto al sonoro ne La vela incantata, dichiarazione d’amore per il cinema e la propria terra del regista Gianfranco Mingozzi. 

Ultimo aggiornamento 29/01/2021

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Redazione Ferrara e provincia

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