Ravenna ha una storia millenaria di arte e cultura, legata al suo passato di capitale imperiale e al mosaico bizantino, la cui tradizione è vivissima ancora oggi.
Questo lungo tragitto ha condotto la città ad essere oggi anche una capitale di arte contemporanea, tra mosaici moderni, street art e opere site-specific, situate in scenari sorprendenti.
Il MAR - Museo d'Arte della Città di Ravenna è una delle istituzioni culturali più importanti della Romagna. Ospita un'ampia collezione di opere dal Trecento a oggi, oltre a una lussuosa sezione di mosaici contemporanei, recentemente rinnovata.
I visitatori sono accolti dall'arte già all'esterno della struttura, dove troneggiano due opere notevoli: il Cavallo di Mimmo Paladino e la Rotoballa in mosaico a grandezza naturale di Marco Bravura.
La sezione moderna della Pinacoteca offre un viaggio variegato attraverso l'arte degli ultimi secoli, dal paesaggio neoclassico di Giambattista Bassi al purismo toscano di Antonio Ciseri, fino alle testimonianze già simboliste di Vittorio Guaccimanni e del dotatissimo Domenico Baccarini. Centrale, nella raccolta contemporanea, un nudo femminile di Klimt.
Il secondo Novecento è rappresentato da alcuni nomi di spicco della Pop romana come Schifano e Tano Festa, per proseguire con i protagonisti della corrente astrattista e di orientamento analitico, come Veronesi, Boetti, Dadamaino, Olibieri, Castellani, Griffa, fino a Mondino, Cattelan e Banksy.
Il MAR è stata anche la prima istituzione museale pubblica ad acquisire una delle opere di Edoardo Tresoldi, definito l’artista della “Materia Assente” e delle cattedrali in rete metallica, e nominato da Forbes nel 2017 tra gli artisti europei under 30 più influenti d’Europa.
La collezione dei mosaici moderni e contemporanei, che raccoglie più di 90 opere, è unica al mondo e si articola in tutto il piano terra, in tre sezioni: Mosaici Moderni Mostra 1959, Mosaico & Design e Declinazioni Contemporanee e illustra lo sviluppo della tecnica del mosaico a partire dalle esperienze maturate a Ravenna a livello internazionale, dagli inizi del Novecento ad oggi.
Ravenna è una città millenaria e il suo tragitto nei secoli si assapora ancora camminando per le pittoresche vie del centro storico. In questa cornice così antica, l’arte moderna e di strada spiccano ancora di più, agli angoli di molte strade, sulle facciate dei palazzi, nei parchi e sotto i vostri piedi.
Grazie al Festival Subsidenze (curato da Marco “Bonobolabo” Miccoli dell’Associazione Indastria) che dal 2014, in collaborazione con l’Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Ravenna, ha invitato ogni anno artisti provenienti da tutto il mondo, anche le vie del centro sono diventate parte di un grande museo a cielo aperto di street art.
Una delle più sorprendenti è il “Dante”, dell’artista brasiliano Kobra, realizzato in via Pasolini sul muro esterno della Scuola Primaria “F. Mordani”. Un’opera unica, intensa, decisamente contemporanea, diventata negli anni meta obbligata per turisti e cittadini.
L’artista francese Invader (classe 1969), oramai noto in tutto il mondo, Invader ha disseminato Ravenna con i suoi “alieni pixelati” in almeno due ondate tra il 2014 e il 2015.
Una delle opere più importanti si trova all’esterno del Planetario di Ravenna, al centro dei Giardini Pubblici, ma decine di mattonelle mosaicate sono visibili in altri punti della città. La loro scoperta può essere anche un gioco, grazie all’applicazione “Flashinvaders” che permette di vivere la visita come una grande caccia al tesoro.
“L’arte sa nuotare” è il lavoro di Blub, geniale artista fiorentino che ha invaso in questi anni anche il centro storico di Ravenna. Solitamente posizionate sugli sportelli degli armadietti di cabine elettriche, dell’acqua o del gas, questi “pezzi” ritraggono personaggi famosi in rappresentazioni iconiche ma trasportati sott’acqua e dotati di maschera.
Il divertimento della street art è di andarla a cercare e riuscire a trovare più opere possibili. Ma qualche dritta di certo non fa male. Marilyn Monroe la potete ammirare in via 4 novembre, la Ragazza col Turbante di Vermeer è in via Pasolini. In giro per la città troverete anche: Giuseppe Verdi, Dalì, Van Gogh e ovviamente Dante, il sommo poeta sepolto a Ravenna.
Al centro di un ingente progetto di rigenerazione urbana, ancora in ampliamento, la zona della Darsena di Città è divenuta negli ultimi anni un polo attrattivo per cittadini e visitatori.
Locali, edilizia sostenibile, nuovo arredo urbano e riqualificazioni di archeologia industriale sono lo scenario ideale per le molte iniziative culturali organizzate e le tantissime opere di arte muraria presenti. Basta una semplice passeggiata a piedi, in sella a una bici o alla guida di un monopattino per rendersene subito conto.
Il giro consigliato, di circa 2 ore se ci si muove a piedi, è un percorso ad anello che parte dalla testata della Darsena e tocca tre punti fondamentali: il Canale Candiano, con tutta la zona attorno alle Artificerie Almagià/Darsena PopUp, Via Trieste e Via Tommaso Gulli.
In questa prima zona troviamo l’enorme murales di Ericailcane dal titolo “P.G.R.”, realizzato sui mattoni dell’ex mangimificio Mosa, oltre ad un’altra quindicina di opere in via dell’Almagià e via Magazzini Posteriori, tra cui spiccano le opere di Dzia, Dissenso Cognitivo, About Ponny e Hope.
Andando verso la cosiddetta “Cittadella della Street Art”, situata in fondo a via Tommaso Gulli, consigliamo di percorrere via Grado, poi via Trieste (ma attenzione alle vie laterali!) dove si possono trovare altri graffiti di notevoli dimensioni, che colorano le facciate di palazzi e condomini. Tra questi “City of Memories” di Jim Avignon, “The Last Kiss” di Pixel Pancho, “Immigration” di QBIC, “The Incredulity of Saint Thomas” di Basik e “At the beginning of the journey of our life” di Millo, che raffigura Dante e Virgilio bambini intenti a giocare con alcuni oggetti iconici legati al loro viaggio nell’aldilà.
Una mappa (sempre parziale!) di tutte le opere si può consultare QUI
Artista bolognese di fama internazionale, Davide Rivalta lancia la sua carriera nel 1998 proprio a Ravenna, quando una delle sue opere viene scelta per impreziosire il cortile del Palazzo di Giustizia. Da allora tre giganteschi gorilla dominano sui passanti a guardia del patio.
Altre sculture del medesimo artista sono presenti al Museo Nazionale, presso l’Autorità Portuale e sul verde prato di fronte alla Basilica di Sant’Apollinare in Classe, nel quale pascolano serafiche le sue famosissime bufale mediterranee.
In questa zona si trovano alcuni dei più spettacolari murales sviluppati grazie al Festival Subsidenze. Artisti come Millo e SeaCreative hanno realizzato opere gigantesche che colorano ancora di più questo quartiere già molto vivo grazie alle numerose istituzioni scolastiche, impianti sportivi e mercati.
Poco distante si trova il particolarissimo Parco della Pace. Inaugurato alla fine degli anni ‘80 con il preciso scopo di promuovere la vicinanza tra i popoli attraverso l’arte, ospita una ventina di opere di notevoli dimensioni, realizzate su progetto di importanti artisti di varie nazionalità.
Giardino del Labirinto. Ispirata alla tarsia pavimentale del labirinto della Basilica di San Vitale e al verso dantesco «E quindi uscimmo a rivedere le stelle» quest’installazione, realizzata nel 2019, ha un diametro di quasi dieci metri ed è composta da 169 triangoli in mosaico, tutti differenti.
Curato dall’Associazione Dis-Ordine, l’opera esalta il labirinto come insieme di prove che devono essere superate per uscire a nuova vita.
Fontana Ardea Purpurea. Alta dodici metri e rivestita interamente di mosaico, questa suggestiva fontana, realizzata da Marco Bravura nel 2004, è ricca di significati e simbologie. La struttura a doppia ala ricorda quella del DNA umano, mentre sulle pareti dorate appaiono simboli dell’alfabeto fenicio, del giudaismo, parole in sanscrito, aramaico, greco e giapponese antico.
I riflessi del sole e gli zampilli d’acqua, trasformano questa monumentale opera in un affascinante gioco di colori, luci e rifrazioni.