Un cammino di fede sulle orme del fondatore irlandese dell'Abbazia di Bobbio: San Colombano.
Le sue tracce partono dalla chiesa cittadina di Santa Brigida a Piacenza, attraversano il borgo medievale di Bobbio e proseguono nell’Appennino Piacentino, dove oltre al monastero oggi adibito a museo si trovano anche altri luoghi legati alla vita e alla morte di Colombano.
Nel luogo che in epoca romana era l’ingresso ovest della città di Piacenza, oggi Piazza Borgo, si trova una Chiesa dedicata a Santa Brigida, monaca irlandese vissuta tra il V e il VI secolo, il cui culto in Irlanda è secondo solo quello di San Patrizio.
Accanto alla chiesa, fondata del IX secolo, sorse uno xenodochio per pellegrini detto "per nationes”, ovvero dove si parlava irlandese per poter accogliere coloro che passavano per la città diretti all'abbazia di Bobbio, fondata nel VII secolo d.C. dall’irlandese San Colombano.
I viandanti provenienti dalla terra di origine del Santo trovavano in questo luogo un conforto anche linguistico in terra straniera.
A 45 minuti d'auto da Piacenza, percorrendo la SS45 si trova Bobbio. La cittadina della Val Trebbia è stata sin dal VII secolo un importante centro e luogo di passaggio per i pellegrini diretti verso Roma.
Fu proprio questo il territorio che il re longobardo Agilulfo e la consorte Teodolinda donarono nel 613 all'irlandese Colombano, in cambio di un aiuto per stabilire rapporti con il mondo cristiano.
Colombano, giunto quasi al termine della sua vita, istituì qui un monastero, dal quale successivamente si è sviluppato il centro monastico che ancora possiamo ammirare.
Da non perdere la cripta con il mosaico pavimentale del XII secolo che narra la lotta tra il bene e il male e dove si trova rappresentato il ciclo dei mesi.
Da vedere anche l'area con il sepolcro di San Colombano e i plutei delle tombe dei suoi successori, Attala e Bertulfo.
Il profilo del Ponte Gobbo di Bobbio si dice sia stato rappresentato da Leonardo da Vinci nel paesaggio alle spalle della Gioconda, ma la sua fama è legata soprattutto alla leggenda che ne avvolge la costruzione.
Si dice che San Colombano volesse raggiungere la sponda opposta del fiume Trebbia per portare a tutti il verbo cristiano. La forza delle acque rendeva, però, impossibile una costruzione resistente. Il diavolo propose così al santo di costruire un ponte in cambio dell'anima del primo che lo avesse attraversato.
Colombano dopo lunghe riflessioni accettò e, nottetempo, il ponte venne costruito: ogni campata con un'altezza e ampiezza diversa, così come erano diversi i diavoli che lo avevano eretto.
Al momento di attraversare il ponte, Colombano ingannò il diavolo e mandò un cagnolino (in alcune versioni della leggenda è un orso) che, appartenendo al mondo animale, si credeva non avesse anima.
A circa 5 km di distanza da Bobbio si trova il piccolo centro abitato di Coli (raggiungibile a piedi lungo il sentiero che percorre la Via degli Abati o in auto), da cui è possibile raggiungere la Spelonca dove, secondo la tradizione, morì San Colombano.
Dalla piazza di Coli ci si dirige verso il centro sportivo seguendo il segnavia CAI 141; il sentiero diventa carrareccio e, a stretti tornanti, si abbassa per attraversare un ponticello sul Rio Curiasca, che sfocia nel Trebbia a San Salvatore un paio di chilometri più in basso. Si risale, quindi, il boscoso versante del Rio Curiasca, detto di San Michele, su una bella mulattiera in parte lastricata. Qui un cartello indica la deviazione per le Grotte di San Michele, dove secondo la leggenda morì Colombano nel 615.
Tornati dall'immersione nella natura è il momento di un buon pasto.
Nel periodo pasquale una fetta di Colomba in onore del santo non può mancare.
Una delle tante leggende legate a Colombano narra, infatti, che invitato ad un banchetto il venerdì santo (giorno di digiuno) il santo trasformò uno spiedo di uccelli in un dolce dalla forma di colomba.
Per concludere il percorso dedicato a San Colombano ci si sposta verso il Monte Penice, dove si dice che il monaco fosse solito recarsi nelle parentesi di solitudine dalla comunità e di rigida astensione dal mondo.
Da Bobbio si percorre una strada serpeggiante che, di tornante in tornante, porta in quota.
Giunti in cima al monte, tra terra e cielo, sorge un luogo che ancora oggi richiama i fedeli al culto: il Santuario in vetta al Monte Penice, fondato in epoca altomedievale.
Sembra che l’edificio sia stato costruito su di un tempio pagano celtico-ligure. Ne sarebbe testimonianza una statuetta bronzea che raffigura un sacerdote pagano, risalente al I-II secolo a. C., oggi conservata a Genova nel Castello di Montegalletto.