Nata nel 1972 a Johannesburg e oggi residente a Berlino, Candice Breitz è artista tra le più note a livello internazionale e ha esposto le sue videoinstallazioni in mostre personali e collettive nei musei di tutto il mondo, partecipando alle biennali più prestigiose, rappresentando nel 2017 il Sudafrica alla 57° Biennale di Venezia.
L’ esposizione presenta tre importanti installazioni di grandi dimensioni di Breitz, Love Story (2016), Digest (2020) e Labour (2020, ancora in corso), riflettendo sul ruolo cruciale che lo storytelling gioca nella costruzione della realtà vissuta e offrendo la possibilità di realtà future alternative.
Love Story, che si compone di una proiezione cinematografica e più di venti ore di interviste molto intime, ci chiede di considerare la perdita di sfumature ed empatia che si verificano quando storie complesse vengono condensate ed abbreviate per servire tempi di attenzione sempre più brevi.
Nella prima sala frammenti delle interviste appaiono rimessi in scena dagli attori di Hollywood Alec Baldwin e Julianne Moore e montati, mentre nel secondo spazio le interviste vengono proiettate nella loro interezza.
Digest è una installazione composta da 1001 videocassette dipinte, le cui cover si presentano adornate da un singolo verbo estratto dal titolo di un film in circolazione durante l’era dell’home video. Il verbo dipinto è mantenuto nel font originario della copertina del VHS, mentre il resto della custodia è stato ricoperto da un motivo astratto in acrilico nero. Ad esempio, il verbo “to Die” è tratto dal famoso blockbuster Die Hard del 1988, mentre “to do” è citato nella copertina di Do the right thing del 1989. Anche l’esposizione dei nastri rievoca quella dei negozi di videonoleggio, mentre il vero contenuto delle cassette resterà per sempre nascosto, lasciando i visitatori ad immaginare quale film racchiudano.
Laddove Love Story e Digest ci esortano a rallentare, Labour propone piuttosto un completo capovolgimento del nostro rapporto con il tempo, fondendo i temi di nascita e morte per sfidare duramente il prevalere della mascolinità violenta a livello di leadership politica. Allestito nella sala centrale della Palazzina dei Giardini, Labour è una installazione a sei singoli canali video, tratti da un’opera ancora in progress.