L’Appennino Modenese in primavera inoltrata e in estate si trasforma in un mosaico vivente di colori, suoni e profumi da ammirare passeggiando sui sentieri o esplorando spettacolari scrigni di biodiversità.
Tra rododendri rosa in fiore, praterie d’alta quota e giardini botanici incastonati tra le montagne, questo itinerario di 48 ore è un invito a rallentare e immergersi nella bellezza autentica della natura.
Ideale per famiglie, coppie e piccoli gruppi di amici, il percorso proposto è pensato per chi ama la fotografia naturalistica, la botanica o semplicemente desidera respirare aria pulita tra sentieri panoramici e oasi di biodiversità.
Un itinerario che unisce natura e cultura, attività fisica e contemplazione, offrendo un weekend adatto a chi cerca avventura o a chi vuole lasciarsi ispirare dallo splendore dei fiori in Appennino.
Nota tecnica
Il trekking sul Libro Aperto prevede un percorso di circa 10 km con 800 metri di dislivello. È indicato per escursionisti allenati e dotati di abbigliamento e calzature adatti alla montagna.
L’itinerario prende avvio dalla località I Taburri, a soli 20 minuti di macchina da Fanano, punto di partenza di diversi sentieri diretti al Libro Aperto, una delle mete più iconiche dell’Appennino Modenese.
Si segue il CAI n. 437/445 attraverso una fitta faggeta fino al Bivacco Gran Mogol, dove una fonte refrigerante consente di fare scorta d’acqua. Da qui parte il CAI n. 435 che risale verso il crinale: l’ascesa, impegnativa ma ricca di fascino, regala incantevoli vedute sulla Pianura Padana e sul maestoso Monte Cimone.
Una volta usciti dal bosco, immersi nel silenzio della vallata, si giunge al Pizzo delle Stecche, da cui si possono distinguere le cime del Monte La Piazza, del Monte Lagoni e del Corno alle Scale.
Tra la seconda metà di giugno e inizio luglio, la fioritura del rododendro dipinge le praterie d’alta quota con corolle rosa e profumi intensi. Questa specie relitta racconta la storia antica della flora alpina appenninica, risalente all’ultima era glaciale.
Le due vette del Libro Aperto, Monte Rotondo (1.937 m) e Monte Belvedere (1.896 m), viste da lontano, ricordano le pagine di un enorme tomo spalancato. Il rientro avviene sul sentiero CAI n. 433, passando per il Pizzo dei Sassi Bianchi.
Terminata l’escursione, una breve deviazione conduce alle scenografiche Cascate del Doccione, a pochi minuti a piedi da I Taburri. Si riprende l’auto, infine, alla volta di Fanano o Sestola, due borghi custodi della cultura e dell’ospitalità appenninica dalla storia millenaria tutta da scoprire.
Curiosità
Lungo i versanti del Libro Aperto cresce spontaneamente il pregiato mirtillo nero dell’Appennino Modenese, che tra luglio e settembre raggiunge la piena maturazione. Noto per le sue proprietà salutari e terapeutiche, è tutelato dal 2011 grazie a un marchio promosso dalla Camera di Commercio di Modena, in collaborazione con il GAL, il Parco Regionale del Frignano e i Comuni del territorio. Per garantirne la sostenibilità, la raccolta è appositamente regolamentata dal Parco.
Il secondo giorno inizia con la visita al Giardino Botanico Esperia, situato a 1500 metri, nei pressi di Passo del Lupo e del Lago della Ninfa, ai piedi del Monte Cimone.
Raggiungibile in auto o a piedi da Sestola tramite il sentiero comunale n. 6, l’Esperia è un museo a cielo aperto immerso in una faggeta attraversata da ruscelli e sentieri.
Gestito dal CAI – Sezione di Modena è visitabile da giugno a settembre.
Al suo interno convivono habitat naturali differenti: zone palustri, ambienti umidi, pascoli, radure, rupi e falde detritiche. Inoltre, le “roccere” ospitano piante alpine provenienti da varie catene montuose.
Grazie alla collaborazione con il CNR e l’Università di Modena e Reggio Emilia, il Giardino svolge anche un’importante missione di ricerca scientifica, di educazione alla sostenibilità e di conservazione delle specie rare o a rischio di estinzione quali il geranio argenteo (Geranium argenteum), l’era unta comune (Pinguicula vulgaris), la primula orecchia d’orso (Primula auricula), la genziana maggiore (Gentiana lutea) e l’astro alpino (Aster alpinus).
Consiglio
Prima di concludere la tappa, vale la pena rilassarsi e pranzare in uno dei rifugi lungo le sponde dell’incantevole Lago della Ninfa, prima di raggiungere l’ultima meta del nostro viaggio in Appennino Modenese.
Dopo pranzo l’ultima tappa ci porta a Montagnana di Serramazzoni, dove si trova un altro museo a cielo aperto unico nel suo genere. Il Giardino della Rosa Antica, interamente dedicato all’universo magico, evocativo e poetico di una delle piante più affascinanti della terra, custodisce una delle più ampie collezioni di rose antiche e classiche, con l’obiettivo di preservare il patrimonio genetico delle varietà spontanee, rendendole accessibili agli appassionati.
Il Giardino, aperto su prenotazione da fine aprile a fine giugno, è organizzato in percorsi tematici e affiancato da un vivaio per l’acquisto di esemplari in vaso, da una bottega di prodotti artigianali a base di rosa e da un originale erbario multisensoriale, un’esperienza immersiva che coinvolge tutti i sensi.
Tra emozioni olfattive e suggestioni visive, questa tappa conclude il viaggio con una nota poetica, nel cuore profumato dell’Appennino modenese.