Un itinerario sull’Appennino bolognese, meta e rifugio di artisti e scienziati che tra le sue verdi pendici e morbide vette hanno trovato energia e ispirazione per esprimere il loro genio.
Tre personalità, di fama mondiale, i cui cognomi, curiosamente, iniziano tutti con la stessa lettera, la m, come montagna.
Seguendo i loro “passi”, dalla condivisa città natale, Bologna, ecco un itinerario ricco di scoperte, incanti e “magia”.
Si consiglia lentezza, per godere, nel tragitto, l’alternarsi di colline e montagne e l’azzurro nastro del fiume Reno che, per un lungo tratto, accompagna il cammino, procedendo al contrario verso valle.
A poco più di venti minuti dal centro della città, lungo la via Porrettana, a Pontecchio Marconi, sorge Villa Griffone con ai suoi piedi il Mausoleo dedicato allo scienziato Guglielmo Marconi, inventore della telegrafia senza fili, i cui sviluppi portarono all’invenzione della radio e di molte delle attuali tecnologie.
Nella villa trova spazio il Museo Marconi che, su tre piani, ospita, fra l’altro, riproduzioni funzionanti dei primi apparati di telegrafia senza fili, pezzi originali dell’attività industriale marconiana e la soffitta dove il giovane Marconi allestì il suo primo laboratorio.
Lungo il percorso espositivo, apparati d’epoca, materiali interattivi, video e pannelli illustrativi avvicinano il visitatore al periodo iniziale delle trasmissioni a distanza mediante onde elettromagnetiche e consentono di rivivere l’entusiasmante epopea di Marconi, dei suoi rivali e predecessori.
Proseguendo lungo la via Porrettana si sale per circa 25 km fino a Vergato per poi deviare verso Grizzana Morandi.
All’entrata dell’abitato si trova la Casa Museo dove visse per lungo tempo e lavorò Giorgio Morandi, uno dei maggiori pittori e incisori del Novecento, che da quel luogo e gli immediati dintorni trasse ispirazione e soggetti per alcuni dei suoi più celebri capolavori.
La visita guidata regala grandi emozioni. Per volontà della sorella dell’artista che la donò al Comune di Grizzana a patto che nulla al suo interno venisse alterato, la casa, il “tinello” e in particolare lo studio, appaiono al visitatore come sospesi nell’attimo in cui l’artista posò per l’ultima volta il pennello.
Dalle finestre pare possibile immaginare gli stimoli e le sensazioni che animavano il processo creativo di Morandi.
Di fronte all’edificio si trovano poi i Fienili del Campiaro, soggetto privilegiato della pittura morandiana, che oggi ospitano numerose esposizioni e sono l’attuale sede del museo degli Allievi di Giorgio Morandi.
Da Grizzana il tragitto fino a Riola è di breve durata e la vista della Rocchetta con i suoi innumerevoli pinnacoli è di grande impatto.
Il Conte Cesare Mattei acquistò i terreni nel 1850 e nel novembre dello stesso anno pose la prima pietra del castello dove sorgevano le rovine dell'antica rocca di Savignano. Ne diresse personalmente la costruzione e vi si stabilì nel 1859.
Le architetture della Rocchetta Mattei, gli interni rifiniti nei minimi dettagli e impreziositi da opere d’arte e decorazioni allegoriche furono di impulso al suo lavoro con lo sviluppo dell’Elettromeopatia, la terapia basata sull'abbinamento di granuli medicati e liquidi detti "fluidi elettrici" da lui inventata, che ebbe ampia risonanza internazionale giungendo sino in Cina.
Un successo che non impedì al Conte di occuparsi anche dell’altra sua “creatura” che continuò ad arricchire e implementare fino alla sua morte.
Anche a questo si deve l’incredibile eterogeneità della Rocchetta, fusione quasi indescrivibile di stili, simboli e richiami a miti e soggetti di tempi e culture molto diverse.
Uno spettacolo per gli occhi e la mente impreziosito da una forte carica di mistero e di energia che non può non pervadere il visitatore.