La pianura bolognese ha sempre avuto uno stretto legame con l’industria e, in particolar modo, con quella serica, settore trainante dell’economia locale tra i secoli XV e XVIII.
Questo percorso va alla scoperta di alcuni importanti luoghi produttivi della zona, con un focus sull’acqua, elemento essenziale per lo sviluppo della fiorente industria del territorio.
Il nostro itinerario inizia dalla Chiusa di Casalecchio di Reno, la più antica opera idraulica d’Europa ancora in funzione.
Questo sbarramento artificiale medievale lungo il corso del fiume Reno forniva l’energia idraulica necessaria a far funzionare mulini, filatoi da seta e altre eterogenee lavorazioni, oltre ad alimentare il Canale del Reno.
Nel 2010 l’UNESCO ha conferito alla Chiusa il riconoscimento di “Patrimonio messaggero di una cultura di pace a favore dei giovani”. Oggi, la Chiusa è aperta solo su prenotazione e con visita guidata.
Il viaggio continua presso l’ex Filanda, uno stabilimento industriale costruito a metà Ottocento che, all’epoca, era uno dei primi per dimensioni in Italia.
Inizialmente basato sull’azione idraulica fornita dal fiume Reno, a inizio Novecento l’opificio ne divenne indipendente grazie alla macchina a vapore.
Oggi la struttura ospita una centrale idroelettrica in funzione dal 2014, un’area museale e la sede della Casa della Pace “La Filanda”, un’organizzazione no-profit finalizzata alla sensibilizzazione sui temi, tra gli altri, della pace, della nonviolenza e della solidarietà sociale.
Proseguiamo verso il Canale Navile, la principale via dell’acqua bolognese dalla fine del XII all’inizio del XX secolo.
Con i suoi 40 chilometri di lunghezza collegava Bologna alla Pianura Padana ed era utilizzato soprattutto per il trasporto di merci, e in particolar modo la seta. Alla fine del Quattrocento iniziarono dei lavori che portarono alla costruzione di sostegni e nel 1497 venne realizzato il Sostegno presso Castel Maggiore, i cui resti sono tuttora visibili.
Oggi, percorrendo la Ciclovia del Navile che costeggia il canale, è possibile ammirare ruderi di cartiere, lavatoi, ponti, vecchi edifici contadini e una centrale idroelettrica del 1901.
La quarta tappa del nostro percorso è il Mulino Pizzardi a Bentivoglio, con la sua lunga e interessante storia.
Fatto costruire nel 1352 dall’allora proprietario del territorio di Bentivoglio, Guido Lambertini, nel corso del Quattrocento passò nelle mani di Giovanni II Bentivoglio, signore di Bologna, per essere infine acquistato dalla famiglia Pizzardi nel 1817.
Dopo essere stato dato in locazione per un breve periodo di tempo, lo stabilimento venne definitivamente chiuso negli anni Settanta, dopo ben 600 anni di utilizzo.
Riaperto solo di recente, il mulino è ora visitabile attraverso delle visite guidate che permettono di ammirare le antiche attrezzature di questo esempio di archeologia industriale rimasto pressoché intatto.
Chiudiamo il viaggio con le Torri dell’acqua a Budrio. Si tratta dell’antico acquedotto costruito nel 1912 e completamente ristrutturato nel 2009, dopo che il comune di Budrio è risultato vincitore nel concorso Premio Centocittà.
Grazie a tale valorizzazione, questo monumento di archeologia industriale si è trasformato in un centro polifunzionale con spazi dedicati alla musica, alla lettura, a diverse discipline artistiche nonché a eventi congressuali ed eventi cittadini.