Bologna è un capoluogo dove le forme d’arte più disparate trovano da sempre espressione, soprattutto la street art. Ma anche il suo territorio circostante, tra borghi di pianura e colline, se imbocchi il vicolo giusto, nasconde opere di street art e bellissimi murales.
L’itinerario parte dalla cosiddetta Piazzetta degli Inganni (o Piazzetta Betlemme), che in precedenza era considerata una parte un po’ degradata del paese di San Giovanni in Persiceto. Negli anni ’80 venne però scelta per ospitare una manifestazione estiva dedicata al cinema e si pensò di dipingere nella piazza un sistema di quinte e di fondali. Qualche anno dopo, il progetto venne esteso alle case circostanti, tutte a due piani e in generale stato di disordine.
L’incarico del progetto fu affidato a Gino Pellegrini, famoso scenografo appena rientrato da Hollywood. Pellegrini disegnò un omaggio al Cinema, un mondo fatato tra ruralità e western animato da tromp l’oeil. Un gioco di inganni fatto di animali volanti, ortaggi e illusioni oniriche.
Passeggiando nelle strade di Molinella e delle sue frazioni limitrofe, al confine tra le province di Bologna e Ferrara, potete scoprire un piccolo centro che ha fatto della street art la sua bandiera.
In pochi anni, attraverso il festival di arti urbane ArtU, decine di interventi di alcuni dei più interessanti street artist nazionali hanno ridato vita e colore a molti edifici del patrimonio pubblico e privato, a partire dalla stazione ferroviaria.
Una curiosità: in alcuni murales sono “nascosti” piccoli riferimenti alla storia locale, che potete divertirvi a scoprire: dal saccarosio che richiama la barbabietola da zucchero, coltura tipica della zona, ai mulini ad acqua, da cui il nome Molinella, o ancora alle mondine, figure intimamente legate alla storia di questa cittadina, sede nel 1883 del primo sciopero d'Italia delle risaiole.
Ogni due anni Dozza si presta, come una tela, al pennello di artisti nazionali e non. Questa tradizione risale al 1960, in occasione dell’apertura al pubblico della Rocca Sforzesca, quando per la prima volta fu indetto un concorso per artisti chiamato il “Muro dipinto” che negli anni divenne un appuntamento fisso: la Biennale del Muro dipinto.
Ancora oggi durante i giorni del festival è possibile ammirare dal vivo gli artisti all’opera che trasformano il borgo in una galleria d’arte senza confini né tempo.
I dipinti si fondono con le finestre, gli archi e le porte delle case, come “L’angelo di Dozza”: una maestosa figura angelica che sia adagia a terra appoggiandosi a un portone, quasi in segno di protezione della dimora che la ospita.
Sono già nove le edizioni del Restart Urban Festival, l’evento che riqualifica i quartieri della città di Imola attraverso la street art e la Urban Culture. Dalla stazione ferroviaria e dei bus fino agli edifici scolastici, dai sottopassaggi carrabili fino all’Autodromo Internazionale Enzo e Dino Ferrari, le tracce lasciate dal passaggio della street art sono evidenti, coloratissime ed evocative.
Tra gli artisti coinvolti in questo progetto ormai decennale, vi sono alcuni dei principali esponenti della street art nazionale e non solo: il brasiliano Eduardo Kobra con il suo murales dedicato ad Ayrton Senna, il portoghese Bordalo II con il gigantesco Koala realizzato con plastica riciclata, l’italiano Dissenso Cognitivo, solo per citarne alcuni. Il mezzo ideale per scovare tutti i murales di Imola è ovviamente la bici!
Il progetto "Porretta Street Art" nasce sulla scia del successo del Porretta Soul Festival, evento nato nel 1988 e divenuto negli anni il più importante appuntamento europeo dedicato al rhythm&blues. Sono già una decina i murales che ora adornano la cittadina, ognuno realizzato da un artista diverso. Grazie alla loro opera una passeggiata per le strade di Porretta diventa un'esperienza incredibile, un viaggio tra arte e musica, unite in un connubio dedicato alle calde note del blues.
Il murales più emblematico del progetto forse è "Soul Men" di Antonio Cotecchia, che racchiude l'omaggio a quattro grandi della musica: Solomon Burke (sua la canzone finale di "The Blues Brothers"), Wilson Pickett (uno dei principali esponenti di R&B), James Carr (fu ospite al Porretta Soul nel 1992) e Eddie Hinton (la sua unica performance europea è stata proprio al Soul Festival nel 1991).
Spostandosi nella Valle del Reno, si possono ammirare i grandi murales realizzati qualche anno fa nell’ambito dell’iniziativa Pennelli ribelli su alcune pareti esterne dell’ex Cartiera di Lama di Reno (Marzabotto). Uno dei quali contiene richiami iconografici al mitico comandante Lupo, Mario Musolesi, partigiano a capo della Brigata Stella Rossa, che si oppose ai nazifascisti nel territorio di Monte Sole.
Risalendo la strada Porrettana, una tappa consigliata è il borgo di Tolè, frazione del comune di Vergato che, grazie alla manifestazione ArTolè è diventato una frequentata meta turistica per la collezione en plein air che ne abbellisce le strade, le piazze e le caratteristiche case in sasso. Oltre cento opere tra sculture, pitture e murales di artisti come Wolfango, Rolando Gandolfi, Demetrio Casile, Paolo Gualandi, Roberto Barbato, Luigi Faggioli, Alfredo Marchi.
Nei dintorni merita una visita anche l’Oasi, che ha sede nell'opificio di Paolo Gualandi realizzato presso un ex-mulino, dove è possibile visitare la collezione permanente “Bologna Velata” (40 opere di artisti diversi), curata dallo stesso scultore.