La corte estense era una corte itinerante, che amava spostarsi fra le proprie dimore, le cosiddette “delizie”: ville di campagna, case di svago, di caccia e di tornei per i Duchi , ma anche e soprattutto centri di governo decentrati, deputati al controllo, al mantenimento e alla bonifica del territorio del Delta. L’itinerario qui proposto, nell’entroterra di Ferrara, ricalca uno di quei tragitti che i nobili praticavano per uscire in barca dalla città e che oggi possiamo ripercorrere, sostituendo il bucintoro con le due ruote.
Il punto di partenza è Piazza Savonarola, accanto al Castello Estense.
Qui, fin dal 1645, è presente un piccolo approdo per le barche che un tempo navigavano sul canale Panfilio (corrispondente all’attuale Viale Cavour), collegato al fossato del Castello.
Al tempo degli Estensi la parte ovest della città era caratterizzata da stagni, laghetti e canali, delimitati e protetti da siepi, che celavano al popolo la vista dei duchi quando navigavano su quello che allora era chiamato Cavo dei Giardini, per raggiungere i propri possedimenti e luoghi di delizia.
In epoca pontificia il canale fu ampliato e collegato al Po prendendo il nome di Canale Panfilio. Fu tombato alla fine dell’800 per lasciare il posto all’odierno Viale Cavour che collega il centro con la stazione ferroviaria.
Lungo il Viale si possono ammirare alcuni villini in stile liberty dei primi anni del Novecento, progettati dall’ingegnere Ciro Contini, nei quali tutt’ora si può cogliere il rapporto tra architettura e vegetazione:
Al civico 112 si trova Villa Masieri-Finotti che, sin dalla facciata, rivela la propria adesione allo Jugendstil mitteleuropeo, tramite l’accostamento di materiali diversi e le decorazioni fitomorfe.
Al civico 184 si trova Villa Melchiorri, il primo dei villini residenziali sul nuovo Viale Cavour. Gli ornati della Villa sono dominati dal motivo del cerchio e del girasole, elementi ideali della creazione di una città-giardino.
Al civico 194 si trova infine Villa Amalia: qui il liberty viene semplificato e la componente lineare e geometrica prevale su quella floreale, anche se è presente la rosa come elemento decorativo di spicco.
Uscendo dalla città l'itinerario prosegue lungo la pista ciclabile, seguendo le indicazioni per Mantova (segnaletica FE101) e attraversando, dopo poco, il ponte ligneo del Canale Boicelli. Il canale fu realizzato tra le due guerre per collegare l’odierno Po di Volano con il Po grande, linea di confine tra l’Emilia-Romagna e il Veneto.
Seguendo il segnale turistico “Burana” si arriva alla ciclabile, tra le più agevoli e tranquille della provincia, ombreggiata in gran parte da pioppi e salici. Il percorso, definito anche “corridoio ecologico del Burana”, è ricco di fauna e vegetazione: può capitare di incontrare fagiani, aironi cinerini, garzette e pavoni, ormai abituati al passaggio dei ciclisti.
Nei pressi di Vigarano Mainarda, a ridosso della ciclabile, esiste un ex cava trasformata in lago e circondata da un’area verde aperta al pubblico.
Dopo aver percorso pochi chilometri, la ciclabile incrocia Via Diamantina e seguendo le indicazioni si arriva alla Delizia della Diamantina, tenuta gentilizia della corte estense e vero gioiello di edilizia rurale.
Questa delizia, come molte altre, garantiva la produttività del territorio e lo controllava dalla minaccia delle acque. Qui la corte estense giungeva, per vie d’acqua, sia per controllare la produttività agricola - che arricchiva le dispense ducali, sia per partecipare a battute di caccia o pesca, ma anche per intrattenere relazioni diplomatiche.
A fine ‘800 la delizia venne trasformata in grande azienda agricola; oggi di proprietà privata, è sede del Museo della cultura contadina, che espone una ricca collezione di macchine, materiali ed oggetti legati al lavoro agricolo. Sempre visibile dall’esterno, viene aperta solo in occasione di iniziative temporanee.
Giunti a questo punto, è il momento di concedersi una pausa ristoratrice, con un picnic nel verde della campagna ferrarese.
Dopo la pausa, ripercorrendo un pezzo di strada a ritroso, torniamo sulla ciclabile del Burana e, costeggiando il canale in direzione ovest, si arriva alla cittadina di Bondeno, il più antico insediamento del territorio ferrarese.
Nel medioevo la cittadina fu feudo di Matilde di Canossa, poi divenne parte dei possedimenti degli Estensi come centro fortificato a difesa di Ferrara.
Sulla centrale Piazza Garibaldi si trova la Pinacoteca Civica "G. Cattabriga".
Intitolata all’importante pittore bondenese Galileo Cattabriga (1901-1969), raccoglie numerose opere pittoriche di arte moderna e contemporanea , accanto ad alcuni dipinti antichi.
La storia di Bondeno è stata determinata e condizionata dall'idrografia del territorio, come testimoniano i manufatti idraulici e gli altri corsi d'acqua che attraversano il comune, tra cui il Canale di Burana, il fiume Panaro e il Cavo Napoleonico.
Lasciando Bondeno, ci dirigiamo verso l’ultima tappa: superato il ponte sul fiume Panaro, si segue l’argine sinistro fino a giungere al piccolo borgo di Stellata, situato a ridosso del fiume Po.
Ritrovamenti archeologici locali risalenti al Neolitico, all'Età del Bronzo, del Ferro e all'epoca romana, sono documentati nel Museo Civico Archeologico “G. Ferraresi”, che espone reperti risalenti a varie epoche rinvenuti nel territorio. Il Museo si trova all’interno di Casa Ariosto, appartenuta a Virgilio Ariosto, figlio del poeta Ludovico.
Nel verde dell’area golenale si trova l’antica Rocca Possente di Stellata, oggi visibile solo dall’esterno. Sorta sulla sponda destra del Po, la rocca era un vero caposaldo militare, una gemma strategica nella perpetua lotta contro Venezia: la sua posizione permetteva infatti di controllare la navigazione, assieme alla Rocca di Ficarolo, collocata sulla riva opposta e oggi non più esistente. La pianta a stella della struttura risale probabilmente a prima del 1570 e ha dato il nome al paese di Stellata.
Per fare ritorno verso Ferrara si imbocca infine il primo tratto del percorso cicloturistico “Destra Po”, che ha come punto di partenza proprio Stellata.