Faenza è stata per Cerone una meta preferenziale fin dal 1993, quando cioè presso la bottega Gatti ha realizzato una serie di ceramiche smaltate utilizzando tecniche di lavoro forse poco ortodosse ma di forte espressività e sperimentando un grande varietà di colori e forme.
Il MIC, che possiede di Cerone diverse opere nella sua collezione, dedica all’artista, a venti anni dalla sua scomparsa, una grande mostra che raggruppa circa 45 sculture di vari materiali e periodi, più una serie di 35 disegni (alcuni di grande formato), privilegiando il modo stesso di operare di Cerone: per serie tematiche (come nelle rosse Malerbe, i Fiumi vietnamiti, i Gessi, i Metalli) o per singole opere dal carattere emblematico e per certi versi iconico e funerario (come Cenacolo e Ofelide).
La mostra quindi vuole delineare la figura di uno scultore a tutto tondo e di una scultura totale (capace di distendersi orizzontalmente o addossarsi alle parete), senza resti, di un artista attento anche al modo di installare le proprie esposizioni come fossero esse stesse opere in sé.