La produzione della ceramica in questa città nacque subito dopo l'anno Mille, legata soprattutto alle botteghe che realizzavano semplici manufatti per uso domestico.
È però a partire dalla fine del ‘400 e l’inizio del ‘500 che gli artigiani locali iniziarono a raffinare la tecnica, introducendo nelle decorazioni motivi rinascimentali come l'istoriato per giungere nella seconda metà del XVI secolo a un nuovo genere di ceramica: i Bianchi di Faenza.
La fama di queste opere fu tale che Faenza divenne la città della ceramica, e la maiolica, ovvero la faenza smaltata, dagli inizi del Seicento prese il nome in tutta Europa di faïence, alla francese.
Oggi, intraprendere un itinerario attraverso la ceramica locale offre quindi un'esperienza avvincente capace di fondere maestria artigianale, storia ricca di fascino e una prospettiva unica sulla cultura locale.
L’itinerario parte con una visita al Museo internazionale delle Ceramiche (MIC), uno dei più importanti musei d’arte ceramica al mondo.
Fondata nel 1908 da Gaetano Ballardini, quest’istituzione ha un patrimonio di oltre 60 mila opere di carattere antico e contemporaneo, provenienti da ogni dove, a cui si affianca una ricca sezione dedicata alle ceramiche faentine rinascimentali.
Il MIC è un vero e proprio polo culturale di riferimento per la ceramica: ospita una biblioteca, archivi fotografici e documentari, un laboratorio di restauro, un laboratorio didattico “Giocare con la ceramica”, fondato da Bruno Munari; ma organizza anche eventi legati alla ceramica artistica come il Concorso Biennale Premio Faenza e coordina Argillà Italia, mostra mercato dell’artigianato artistico internazionale.
Il viaggio nel mondo affascinante della ceramica prosegue all’interno del Museo Carlo Zauli, nato nel 2002 all’interno dello storico laboratorio dell’artista faentino a cui il museo stesso è dedicato.
Il percorso di visita si sviluppa attraverso gli storici ambienti dello studio-bottega: dalla cantina delle argille, alla stanza degli smalti, dalla sala dei forni a quella dei grandi rilievi dove la zolla di terra diviene scultura.
Negli ultimi anni il museo , oltre ad ospitare la collezione permanente, è diventato un punto di riferimento per la divulgazione e la produzione dell’arte contemporanea grazie ai vari progetti d’avanguardia culturale.
Il tour prosegue con la visita del Museo Guerrino Tramonti ospitato all’interno della casa-laboratorio in cui l’artista visse con la sua famiglia dal 1958 al 1992, anno della sua morte.
Nato come scultore, Guerrino Tramonti ben presto si dedicò anche alla ceramica e alla pittura. Nelle sale del museo questa varietà espressiva, soprattutto tecnica, è ben esposta. Si possono infatti ammirare circa 390 opere con un’immensa varietà di forme e colori, accompagnate da una sublime sensibilità espressiva.
A parte pochi pezzi della produzione commerciale, la raccolta si compone di creazioni squisitamente artistiche a partire dalle sculture in terracotta degli anni Trenta e Quaranta, ai dipinti del periodo veneziano (1944-47), alle opere in ceramica smaltata policroma.
Proseguendo lungo l’itinerario espositivo si possono ammirare le sue opere ispirate ai materiali e alle tecniche della ceramica cinese, coreana e giapponese, e i famosi dischi decorativi, eseguiti con la tecnica dell’invetriatura a grosso spessore, ‘inventata’ dall’artista nel 1953 al tempo in cui dirigeva la Scuola d’Arte di Castelli.
Al termine del percorso si trovano i dipinti a olio, opere realizzate da Tramonti tra la fine degli anni Sessanta e il 1992. Completa la visita la ricostruzione dello studio dell’artista con gli strumenti da lavoro e l’ultimo quadro incompiuto sul cavalletto.
Faenza si conferma una città ricca di tesori artistici. Un altro luogo da visitare, ad esempio, è il Museo Leandro Lega. Negli suoi spazi sono esposte le opere di questo artista scomparso nel 2002, ma anche lo storico laboratorio, l’archivio e la biblioteca.
Vengono, inoltre, organizzati convegni, mostre e incontri come momenti di studio, riflessione e dialogo per promuovere la conoscenza del nome e della figura di Leandro Lega.
Proseguiamo nel nostro percorso per giungere al Museo Riccardo Gatti, inaugurato nel 1998 nei locali storici della manifattura nel quale è possibile ammirare pezzi unici di una collezione retrospettiva delle opere in ceramica realizzate da Riccardo Gatti a partire dal 1908.
Le opere offrono una ricca testimonianza dei rapporti di collaborazione che l’artista allacciò con il movimento futurista, al quale aderì personalmente. Nelle vetrine del museo sono conservate le prime opere a “riflessi” realizzate tra la fine degli anni ‘20 e i primi anni ‘30 del secolo scorso.
Per coloro che desiderano sperimentare direttamente il processo creativo, numerosi laboratori consentono ai visitatori di plasmare l'argilla con le proprie mani.
Il centro storico di Faenza è ricco di Botteghe artigiane di ceramica. Sono circa una sessantina dislocate lungo gli stretti vicoli del centro storico e riconoscibili da una targa ovale in ceramica posta all’esterno.
Entrare in questi luoghi e conoscere i maestri ceramisti è il modo migliore per capire le tecniche tradizionali e moderne di lavorazione della maiolica faentina. Qui, avrai l'opportunità di assistere a dimostrazioni pratiche e interagire con gli artigiani che preservano gelosamente il savoir-faire tramandato da generazioni, ma anche acquistare autentiche opere d'arte direttamente dagli artisti.