Bologna: la periferia settentrionale

In collaborazione con Touring Club

L’itinerario percorre il settore settentrionale della periferia bolognese, segnato dalla presenza del canale Navile, che ha condizionato fino a tutto l’Ottocento l’organizzazione della proto-industria e del sistema delle comunicazioni tra la città e il Po di Primaro. 

Sul canale, che si formava all’uscita del porto Navile, la navigazione avveniva per alzaia, con barche trascinate controcorrente da cavalli; un ampio rinnovamento delle sue strutture fu realizzato dal Vignola fin dal 1548 (scavo di una sezione costante del canale, costruzione di sette chiuse o «sostegni», ecc.), e reso oggetto di costanti manutenzioni fino alla decadenza ottocentesca e alla definitiva cessazione della navigazione nel 1948. 

A partire dal piano regolatore e di ampliamento del 1889, questa fascia territoriale fu investita da un rapido processo di urbanizzazione che si concentrò fino alla metà del Novecento immediatamente a settentrione della stazione ferroviaria, per poi culminare, a partire dagli anni ’60, nel quartiere fieristico e nel Fiera district. 

L’immagine che risulta oggi da queste operazioni è quella di un paesaggio frammentario, in un ambiente turbato e privo di attrattive propriamente turistiche. L’interesse va rivolto pertanto, da una parte al reperimento dei superstiti frammenti attestanti la funzione storica del canale Navile, dall’altra all’osservazione delle realizzazioni architettoniche e delle sistemazioni urbanistiche contemporanee qualitativamente più significative.

  • Lunghezza
    18,6 km
  • Bologna Bologna (BO)

    Capoluogo della regione Emilia-Romagna e centro generatore di un’area metropolitana, Bologna m 54, è una delle città più animate d’Italia grazie sia al carattere dei suoi abitanti, sia all’incredibile numero di giovani che frequentano la sua Università. Il suo assetto antico, ottimamente conservato, permette un’agevole lettura delle fasi della sua storia. L’ellisse dei viali di circonvallazione interna perpetua il disegno delle mura trecentesche, al di là delle quali si allargano i quartieri sviluppatisi dalla fine del sec. XIX. Entro le mura l’impianto urbanistico radiocentrico resta prettamente medievale, ma il volto urbano è in più larga parte sei-settecentesco, con rilevanti inserzioni dello scorso secolo; fuori delle mura si ripropongono – con qualche significativa attenuazione – i paesaggi e i problemi delle grandi concentrazioni urbane italiane. Bologna è la maggiore fra le città che non furono capitali di stati preunitari e, nonostante la precocissima solida vocazione universitaria, per secoli viaggiatori ed eruditi la collocarono nella gerarchia urbana italiana in posizioni contraddittorie. Ma la città ha guadagnato posizioni dopo l’unità nazionale, via via che le infrastrutture di comunicazione (ferroviarie prima, autostradali poi) la qualificavano come nodo essenziale fra Nord e Italia peninsulare. Oggi l’importanza di Bologna – valutata su parametri economici, culturali, direzionali – è maggiore di quanto non indichi il suo peso demografico (394.463 abitanti secondo la stima Istat nel 2021; erano 490.528 nel 1971). Bologna nel 2006 è stata dichiarata dall’Unesco «Città creativa della musica» – prima in Italia e seconda in Europa dopo Siviglia – per la tradizione musicale in continua evoluzione e l’impegno a promuovere la musica come mezzo di sviluppo economico e di inclusione sociale e culturale. Inoltre a luglio 2021, dei 62 km totali di portici bolognesi (fra centro e periferia), 12 tratti sono stati iscritti nel sito seriale del Patrimonio mondiale dell’Umanità, in quanto sono «espressione ed elemento dell’identità urbana» della città: via S. Caterina, piazza S. Stefano, il monumentale complesso del Baraccano, la nobile via Galliera, il portico del Pavaglione e piazza Maggiore, via Zamboni, il portico della Certosa, il portico di S. Luca che sale in collina, piazza Cavour e via Farini con i soffitti decorati, i portici di Strada Maggiore, quelli del Mambo (Museo di Arte Moderna di Bologna), nel quartiere Barca, i portici dell’edificio chiamato il Treno.

  • Viale Antonio Silvani Bologna (BO)

    Nel viale di circonvallazione Antonio Silvani, tra porta S. Felice e porta Lame, nei cui pressi era il porto Navile, si trova il palazzo della Regione (Leone Pancaldi, 1970-71); non lontano si possono identificare servizi urbani risalenti alla fine del XIX secolo, recuperati a nuove utilizzazioni collettive, come l’ex mercato bestiame (1899; accesso sulla via Berti).

  • Via della Beverara Bologna (BO)

    Segue parallelamente il corso del canale Navile in una zona, ancora parzialmente inedificata, che mostra caratteri differenti a nord, una volta superato l’incrocio con la via Yuri Gagarin. Quest’ultima penetra nel quartiere residenziale Lame, dove, in via Marco Polo 53, si segnala il centro civico Lame (Enzo Zacchiroli, 1975-76). Dalla via della Beverara si può avvicinare al solco del canale Navile, in una zona che presenta edifici industriali dismessi, interessati da un piano di recupero a fini residenziali e di servizio. Lungo il corso del Navile, poco più a monte dell’ex fornace Galotti, è sistemato il sostegno del Battiferro, sbarramento munito di una conca per la navigazione. In prosecuzione di via della Beverara, la via Cristoforo Colombo continua a costeggiare il canale Navile.

  • Museo del Patrimonio industriale Bologna (BO)

    Istituzione polivalente allestita nella ex fornace Galotti, nella quale nella seconda metà dell’Ottocento si producevano laterizi con forno tipo Hoffmann, poi trasportati per via d’acqua. L’istituzione discende dal Museo-laboratorio Aldini Valeriani, fondato nel 1982 allo scopo di studiare e valorizzare il patrimonio industriale di ambito locale, legandolo, oltre che alla didattica, alla divulgazione e alla ricerca. I materiali che ne compongono la sezione museale sono rappresentati da macchine per diverse produzioni industriali e artigianali, apparecchi didattici, plastici, modelli dimostrativi, riferiti a un ampio arco cronologico: dalla documentazione sull’industria serica fiorente nei secoli XVI-XVIII, alla crisi economica e tecnica che Bologna visse nell’Ottocento, alla nascita dell’industria moderna e di nuove forme di organizzazione del lavoro, all’utilizzo di nuove fonti di energia. Di particolare interesse sono la sezione dedicata al settore motoristico, con prototipi dei fratelli Maserati e delle principali case costruttrici bolognesi, e la nuova sezione dedicata al settore biomedicale. Affascinante al piano terra l’allestimento all’interno di una grande fornace Hoffmann. L’istituzione dispone di una superficie di c. 2.500 m2 per esposizioni, oltre a spazi per la biblioteca e l’archivio, per laboratori di restauro e di elaborazione audiovisivi, e per l’attività didattica.

  • Sostegno del Battiferro Bologna (BO)

    Lungo il corso del Navile, poco più a monte dell’ex fornace Galotti, è sistemato il sostegno del Battiferro, sbarramento munito di una conca per la navigazione ricostruito dal Vignola (1548) e poi più volte sostituito. Questo sistema idraulico consentiva alle barche provenienti dal mare di superare i forti dislivelli sul canale Navile e giungere fino in città. L’appellativo Battiferro fa riferimento a un antico opificio adibito alla battitura del ferro e del rame.

  • Tecnopolo Bologna (BO)

    In via Gobetti sta nascendo un hub per la ricerca e lo sviluppo tecnologico a livello europeo, una vera e propria cittadella della scienza del futuro, destinata a riunire le più importanti istituzioni scientifiche e della ricerca italiane. La prima realtà insediatasi è il Data Center del Centro Meteo europeo per le previsioni a medio termine. È candidato come sede del progetto europeo Copernicus, e ospiterà il supercomputer Leonardo (capace di un miliardo di miliardi di operazioni al secondo) di proprietà della Commissione europea, e la United Nations University. Il complesso, in avanzata fase di completamento, occupa l’area dell’ex Nuova Manifattura Tabacchi, progettata da Pier Luigi Nervi (1952).

  • Corticella Bologna (BO)

    A m 33, località cresciuta in funzione di porto, il più antico sul Navile, ricordato ancor prima della seconda metà del XIII secolo.

  • Via dell'Arcoveggio Bologna (BO)

    Via dall'andamento tortuoso, entro un tessuto edilizio che alterna insediamenti industriali e artigianali a edifici residenziali. Nei pressi della tangenziale e della ferrovia si trova l’ippodromo dell’Arcoveggio (Umberto Costanzini, 1930-32), circondato da un’area precocemente investita dall’urbanizzazione novecentesca extramuraria, assieme alla più meridionale zona della Bolognina in cui, tra 1906 e 1940, si concentrò gran parte dell’attività dell’Istituto autonomo Case Popolari.

  • Museo per la Memoria di Ustica Bologna (BO)

    Inaugurato nel 2007, in occasione del ventisettesimo anniversario della strage, il Museo per la Memoria di Ustica, nato grazie alla forte determinazione dell’Associazione dei parenti delle vittime della strage di Ustica e della città di Bologna, è stato realizzato dall’architetto Gianpaolo Mazzuccato. I resti del DC9 Itavia che il 27 giugno 1980 precipitò in mare durante il volo Bologna–Palermo, causando la morte di 81 passeggeri, sono stati recuperati, trasportati e riassemblati negli ampi spazi degli ex magazzini ATC, in modo da ‘ricostruire’ la struttura del velivolo. Intorno al relitto gira una suggestiva installazione permanente realizzata dall’artista francese Christian Boltanski, formata da 81 specchi neri che riflettono l’immagine del visitatore, mentre dietro ciascuno specchio un altoparlante emette frasi sussurrate.

  • Chiesa del Sacro Cuore Bologna (BO)

    Chiesa dalla vasta mole (Edoardo Collamarini, 1903-12), il cui interno, a pianta centrale con matronei, è sovrastato da una cupola di 60 m d’altezza.

  • Fiera District Bologna (BO)

    Adiacente al quartiere fieristico, al termine dei viali Aldo Moro e della Fiera è il cosiddetto Fiera district, o centro direzionale fieristico, unico nucleo realizzato (dal 1974) di un più vasto piano di sviluppo della città verso nord (Kenzö Tange, 1967-70). A partire dallo schema tipo proposto per il piano generale, l’architetto giapponese ha elaborato, servendosi per l’esecuzione di collaboratori locali, edifici di diversa altezza, con pianta rettangolare e torri circolari agli angoli, i più alti collegati da scale aeree.

  • Bologna Fiere Bologna (BO)

    Vasto moderno complesso dove hanno luogo ogni anno svariate manifestazioni di carattere e di importanza internazionali. Superato l’ingresso monumentale in piazza della Costituzione, connesso agli uffici di gestione della Fiera (Enzo Zacchiroli, 1972-74), si accede alla vera e propria area fieristica. Il complesso, realizzato dalla Società Finanziaria Fiere di Bologna (1964-65) e ripetutamente ampliato, raggiunge oggi una superficie complessiva di circa 375 mila m2 ed è costituito da 18 padiglioni indipendenti. Il Centro Servizi (Tommaso Giura Longo, 1987), di 8.900 m2, smista i visitatori ai diversi padiglioni, realizzati con grande semplicità tecnologica pari all’efficienza espositiva da Leonardo Benevolo, Tommaso Giura Longo, Carlo Melograni (1961-67), e per le successive annessioni da Kenzö Tange, Pierluigi Cerri e dallo Studio Di Gregorio Associati. Attigui in piazza della Costituzione, il palazzo dei Congressi (Melchiorre Bega, 1975) al N. 4, e sempre di Benevolo, Giura Longo e Melograni, al N. 8, il palazzo degli Affari (1962-67). Di fronte, N. 11, il padiglione de l’Esprit Nouveau, replica di uno storico prototipo di Le Corbusier per l’Esposizione Universale di Parigi del 1925, riprogettato da Giuliano Gresleri e Josè Oubrerie e realizzato nel 1977.

  • Muner–Motorvehicle University of Emilia Romagna Bologna (BO)

    L’accademia dell’automobilismo, primo e unico caso in Italia, è il frutto dell’accordo tra quattro facoltà di Ingegneria, marchi prestigiosi della Motor Valley e Regione Emilia-Romagna. Gli atenei coinvolti sono quelli di Bologna, Modena e Reggio Emilia, Ferrara e Parma; i marchi che hanno dato la loro adesione sono Auto- mobili Lamborghini, Dallara, Ducati, Ferrari, Haas, Magneti Marelli, Maserati e Toro Rosso. Nel campus in viale Aldo Moro si insegna design e tecnologia, sostenibilità e sistemi di produzione.

  • Via Libia Bologna (BO)

    Asse di un quartiere costruito attraverso interventi IACP nei primi decenni del XX secolo.

  • Ospedale S. Orsola Bologna (BO)

    Nell’ospedale S. Orsola, nell’area del convento delle Orsoline, a partire dal 1869 vennero trasferite le cliniche universitarie. Queste ebbero un organico piano di ampliamento nel 1925 mediante l’uso di tipologie a padiglione-corridoio (Giulio Marcovigi), mentre a partire dagli anni ’60 furono realizzati diversi interventi di adeguamento e nuove cliniche; fra tutte si segnala la clinica pediatrica Gozzadini (decorazioni liberty di Alfonso Borghesani).

Ultimo aggiornamento 11/11/2022
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