Da Forlì a Cesena per Bertinoro

In collaborazione con Touring Club

Un breve itinerario collinare disegnato nel territorio dell’antica diocesi di Bertinoro, ricco di attrattive soprattutto ambientali.

Le colline di Bertinoro e Polenta, del cui dolcissimo paesaggio s’innamorò Carducci, sono, sia dal punto di vista paesistico sia da quello geologico, distinte dal resto dei rilievi circostanti: la loro particolare natura (si tratta di formazioni calcaree del tipo «spungone») è alla base della peculiare produzione vinicola (Albana) della zona.


  • Lunghezza
    27,5 km
  • Basilica di S. Rufillo Forlimpopoli (FC)

    Basilica collegiata di origine paleocristiana (secolo VI), rifatta nel secolo XIV e completamente rimodernata nel 1821, con l’aggiunta del pronao neoclassico ottastilo, sotto il quale sono due pregevoli monumenti sepolcrali del secolo XVI, in pietra d’Istria, eretti a Brunoro I e Brunoro II Zampeschi, signori di Forlimpopoli, il primo scolpito tra il 1530 e il 1534 forse da Giacomo Bianchi, il secondo di Andrea Formaino (1590).

    Alla base del campanile (1521), di stile lombardo con alta cuspide, sporge la testa di un leone marmoreo romano. Nell’interno a tre navate, sotto l’altare maggiore sono custoditi i resti di S. Rufillo, protovescovo della città.

    Nel presbiterio, che accoglie la cattedra marmorea del santo, alla parete sinistra Deposizione di Francesco Menzocchi, a quella destra e al centro dell’abside, due dipinti di Luca Longhi, raffiguranti entrambi Madonna in trono col Bambino e santi, rispettivamente del 1528 e del 1530.

  • Forlimpopoli Forlimpopoli (FC)

    Forlimpopoli (m 30, ab. 13.268) è un notevole centro agricolo, commerciale e industriale con un nucleo antico ancora oggi parzialmente circondato da mura e con una possente rocca restaurata negli anni ’70-’90 del Novecento.

    Fu municipio romano (Forum Popilii), quindi città di una certa importanza dell’Esarcato; nel 667 venne distrutta dal longobardo Grimoaldo. Dopo una ricostruzione già notevolmente avanzata verso la metà del secolo X, durante il dominio forlivese degli Ordelaffi l’abitato fu oggetto di un notevole ridimensionamento della precedente forma urbana.

    Nel 1361 subì una nuova distruzione a opera del cardinale Albornoz e venne ricostruito dagli stessi Ordelaffi, che ampliarono la rocca e completarono la cinta muraria, fortificandola. Ebbe la signoria dei Rangoni (1528), poi degli Zampeschi (1535) e dal 1592 fu direttamente governato dalla Chiesa; durante i secoli della dominazione pontificia vennero attuati diversi assestamenti dello spazio urbano, che portarono alla saldatura dell’abitato con l’area militare attorno alla rocca.

  • Chiesa dei Servi Forlimpopoli (FC)

    Chiesa a pianta circolare, eretta nel 1510- 20, sui resti di un antico oratorio con annesso ospedale dei Battuti Neri, poi profondamente modificata nel 1708. Conserva, sul lato destro, l’arcata di un portale gotico, e, all’interno, vari dipinti tra i quali una bella Annunciazione di Marco Palmezzano (1533).

  • Rocca Ordelaffa Forlimpopoli (FC)

    Nella centrale piazza Garibaldi sorge la poderosa Rocca Ordelaffa, eretta verso la fine del secolo XIV dal cardinale Albornoz, restaurata e completata circa 100 anni dopo da Pino III Ordelaffi. È a pianta trapezoidale con torri cilindriche agli angoli e un possente bastione sul lato meridionale, ove è l’antico ingresso a ponte levatoio.

    All’inizio dell’Ottocento, all’interno si insediarono uffici pubblici e una sala venne trasformata nel piccolo teatro «Giuseppe Verdi», successivamente riadattato nel 1881 con tipiche strutture in ghisa.

    Oltre al teatro, nella Rocca hanno sede uffici comunali e la sala del Consiglio, dove si possono ammirare la Cappella Palatina, decorata da affreschi seicenteschi attribuiti a Francesco Longhi, e il grande telo istoriato che fungeva da fondale del teatro, realizzato dal pittore locale Paolo Bacchetti, raffigurante la distruzione di Forlimpopoli da parte del cardinale Albornoz.
    Sempre a pianterreni è il Museo civico archeologico-MAF.

  • Teatro Verdi Forlimpopoli (FC)

    Piccolo teatro ricavato in una sala della Rocca, successivamente riadattato nel 1881 con tipiche strutture in ghisa. Il teatro è rimasto famoso per l’episodio che nella sera del 25 gennaio 1851 vide protagonista il brigante Stefano Pelloni detto il Passatore, presentatosi improvvisamente con la sua banda a richiedere agli spettatori una contribuzione di oltre 40 mila scudi.

    Gli scavi nell’ampio cortile interno e negli ambienti del pianterreno hanno rivelato la presenza dei resti della cattedrale romanica di S. Maria Pupiliense, scomparsa in seguito alla distruzione albornoziana della città e al conseguente trasferimento dell’episcopato a Bertinoro.

  • MAF - Museo civico archeologico «Tobia Aldini» Forlimpopoli (FC)

    Al pianterreno della Rocca, il museo intitolato a Tobia Aldini raccoglie materiali ritrovati per lo più negli scavi della zona, a eccezione di una sala ove sono materiali di altra provenienza, e di un’altra che contiene resti della distrutta cattedrale romanica, ceramiche di epoche varie, elementi decorativi in marmo e in cotto, medievali e rinascimentali.

    Tra i materiali di epoca romana, grandi pavimenti a mosaico e lacerti di rivestimenti parietali. Nel museo sono anche conservati i resti dell’affresco che decorava la cappella palatina, raffigurante la Crocifissione e santi.

  • Chiesa della Madonna del Popolo Forlimpopoli (FC)

    Chiesa detta anche della Madonna di Fuori, del primo Cinquecento, ridotta alle forme attuali nel 1857, con un raro ciclo di dipinti votivi del Settecento, in buona parte opera di Giuseppe Marchetti.

  • Bertinoro Bertinoro (FC)

    Interessante cittadina arroccata in bella posizione sull’erto pendio di un colle dominante la pianura romagnola, Bertinoro (m 257, ab. 10.993) conserva in parte il caratteristico aspetto medievale, con vie strette e assai pittoresche, e le mura ripristinate dal papa Alessandro VI, tuttora esistenti per ampi tratti, con due delle antiche porte.

    Ricordata la prima volta agli inizi del secolo XI, fiorì sotto i Mainardi, cacciati pare nel 1294 insieme ad altri Ghibellini (a questo fatto sembra alluda Dante, Purgatorio, XIV, 113-114), e fu poi contesa tra Forlivesi, Cesenati e Riminesi. Nel 1318, inviato dal papa col titolo di conte di Romagna, vi si stabilì Amerigo da Chalux, cui si deve il restauro della rocca, quindi passò agli Ordelaffi sino al 1361, allorché l’Albornoz lo occupò e vi trasferì la sede vescovile della distrutta Forlimpòpoli.

  • Piazza della Libertà Bertinoro (FC)

    Sulla piazza della Libertà, dalla quale si domina la pianura fino all’Adriatico, prospettano il fianco sinistro della Cattedrale e il Palazzo Comunale.

    Sul fondo della piazza fu ricostituita nel 1926 la colonna dell’Ospitalità o delle Anella.

  • Cattedrale Bertinoro (FC)

    La cattedrale di Bertinoro fu riedificata alla fine del Cinquecento, nel luogo dove sorgeva un oratorio dedicato a S. Caterina. Nell’interno a tre navate, scandite da alte arcate, numerose pitture dal XVI (tela di Francesco Longhi) al XVIII secolo; nel transetto sinistro, interessante Crocifisso ligneo del XVI secolo.

  • Selbagnone Forlimpopoli (FC)

    Nei pressi dell'abitato, in un ramo abbandonato del fiume Ronco sono stati rinvenuti resti di un ponte romano, ora parzialmente interrati. Imponente la villa Paulucci de’ Calboli, costruzione settecentesca entro vasto parco.

  • Palazzo comunale Bertinoro (FC)

    Fatto erigere dagli Ordelaffi nel 1306, il Palazzo Comunale è stato restaurato negli anni ’30 del Novecento con l’aggiunta della merlatura e il rifacimento della facciata e della torre.

    Nella cosiddetta Sala della Fama, sei dipinti di carattere storico di Antonio Zambianchi; in un’altra, cimeli appartenuti all’attore – lucchese, ma di famiglia bertinorese – Ermete Novelli (1851-1919).

  • Colonna dell'Ospitalità o delle Anella Bertinoro (FC)

    Sul fondo della piazza della Libertà fu ricostituita nel 1926 la colonna dell’Ospitalità o delle Anella, così detta perché reca un doppio giro di anelli in ferro. Sorge sul posto ove furono trovati avanzi di una colonna antica, ideata all’inizio del secolo XIII da Guido del Duca e Arrigo Mainardi per far cessare le contese tra le famiglie bertinoresi a ogni arrivo di un forestiero (giacché tutte lo volevano ospitare).

    Dopo l’innalzamento della colonna, infatti, si stabilì che il nuovo arrivato era ospite della famiglia cui apparteneva l’anello al quale aveva legata la propria cavalcatura.

  • Chiesa S. Silvestro Bertinoro (FC)

    Barocca chiesa costruita nel 1740 dall’architetto Paolo Soratini su commissione della Congregazione del Corpus Domini, e oggi aula polivalente del Centro Universitario di Bertinoro (Ce.U.B.).

    Le decorazioni in stucco sono ritornate alla luce dopo la campagna di restauro condotta a termine dal Ce.U.B. nel 2010. La pala d’altare, dedicata a S. Silvestro e S. Benedetto, è opera di Giuseppe Marchetti.

  • Pieve di San Donato di Polenta Bertinoro (FC)

    Chiesa di Polenta, dedicata a S. Donato, la cui costruzione originaria risale forse al IX o al X secolo.

    Sorge tra i cipressi in sito assai suggestivo e la tradizione vuole che vi abbia sostato Dante; il suo aspetto attuale è dovuto in gran parte ai restauri del 1705 e dell’ultimo decennio del secolo XIX. Interno basilicale, a tre navate divise da colonne con interessanti capitelli romanici, tre absidi semicircolari e presbiterio sopraelevato sulla cripta; in questa, come nell’altare, sono inseriti antichi marmi bizantini (secolo VI e seguenti).

    Sul piazzaletto a destra, un’erma a Giosuè Carducci, che cantò in un’ode la millenaria chiesa.

  • Rocca Bertinoro (FC)

    Eretta attorno al Mille, nella quale fu ospite il Barbarossa (1177); restaurata nella prima metà del Trecento, dal 1584 divenne sede del Vescovado e da allora ebbe ripetuti ampliamenti. L’ultimo intervento di restauro terminato nel 2000 l’ha trasformata in Centro Universitario di Bertinoro (Ce.U.B.), una delle sedi decentrate dell’Università di Bologna.

    Tra le sale didattiche si segnala la Sala affrescata, decorata con scene eremitiche da un inedito maestro Corradino Romano, che le dipinse nel 1613. Nelle segrete e nelle cisterne della Rocca è allestito il Museo Interreligioso.

  • Museo interreligioso di Bertinoro Bertinoro (FC)

    Allestito nelle segrete e nelle cisterne della Rocca, il museo è dedicato al dialogo tra le tre religioni monoteiste, Ebraismo, Cristianesimo e Islam; tra gli oggetti esposti, opere di Rembrandt, Francesco Messina e Giacomo Manzù.

  • Santuario della Madonna del Lago Bertinoro (FC)

    In aperta campagna, l'edificio, risalente al secolo XIII, è frutto di radicali lavori di rinnovamento eseguiti nel Settecento, e nel 1975 è stato nuovamente oggetto di restauri; possiede un’interessante Madonna bizantina, opera forse anteriore al secolo VIII.

  • Chiesa di S. Bartolomeo Cesena (FC)

    Chiesa ricordata nel 981; all’interno, pregevoli resti di affreschi (Madonna col Bambino, S. Sebastiano) di scuola romagnola e ferrarese databili tra l’inizio del XV e la seconda metà del XVI secolo.

  • Pieve di S. Mauro in Valle Cesena (FC)

    Pieve eretta presumibilmente nell’VIII-IX secolo in un sito dove l’indagine archeologica ha evidenziato testimonianze a partire dall’età del Bronzo; rifatta più volte (pochi resti trecenteschi nell’abside), l’ultima nel 1956, ha accanto una quattrocentesca torre di vedetta restaurata nel 1834.

  • Fratta Terme Bertinoro (FC)

    Stazione di cura che utilizza sorgenti di acque salsobromoiodiche, solfuree, salsomagnesiache. La scoperta (1927) di elementi architettonici romani (conservati nel Museo archeologico di Forlì) ha giustificato l’ipotesi che lo sfruttamento delle acque in funzione termale risalisse a tale epoca.

  • Cesena Cesena (FC)

    Situata nel cuore della Romagna, in posizione equidistante da Forlì e da Rimini lungo il tracciato della Via Emilia, sulla destra del fiume Savio e ai piedi del colle Garampo, Cesena (m 44, ab. 97.465), ha origini remote ma incerte.

    Il volto dell’odierno nucleo storico è quello di una città molto compatta, chiusa in una cerchia muraria tre-quattrocentesca, dalla caratteristica forma di scorpione. Modificatasi in età malatestiana (secolo XV) allorché venne in parte ridisegnato l’impianto medievale, la città ha vissuto successivamente nuove fasi di operosità edilizia fino al rinnovamento ottocentesco.

Ultimo aggiornamento 11/11/2022
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