L’agro forlivese

In collaborazione con Touring Club

Rapida ricognizione nella campagna centuriata a nord di Forlì, volta a raggiungere una breve ma significativa serie di pievi ed edifici religiosi, tra cui il santuario di S. Maria delle Grazie di Fornò.

  • Lunghezza
    14,9 km
  • S.Maria del Fiore Forlì (FC)

    Chiesa di S. Maria del Fiore (o dei Cappuccini), già dei Trinitari (1600-34), con ricco apparato decorativo ottocentesco dovuto prevalentemente all’opera di Pompeo Randi e Alessandro Guardassoni, in armoniosa composizione con i residui affreschi del presbiterio (Sibille e angioletti), comunemente attribuiti a Gianfrancesco Modigliani; in sagrestia, due tele di Pietro Micheli.

  • Cimitero Forlì (FC)

    Iniziato nel 1868 su disegno di Pietro Camporese (poi modificato nel prospetto), cinto da portico su stilobate. Fulcro del complesso monumentale è il Pantheon cittadino, con le spoglie di illustri forlivesi: Pietro Maroncelli, Angelo Masini, Fulcieri Paulucci de’ Calboli; in un’arcata del braccio sinistro, i resti di Marco Palmezzano; in un’aula della facciata, monumento a Maria Ravaioli del Canova. Nel campo, a sinistra, tomba di Aurelio Saffi, ornata di avanzi di monumenti romani.

  • S. Maria in Acquedotto Forlì (FC)

    Pieve che ricorda nel nome la località ove passava l’acquedotto romano (costruito da Traiano e riattivato da Teodorico). È una costruzione romanica del secolo XIII (restaurata nel 1925-34 e nel 2018), sorta su una precedente bizantina, a tre navate, con abside semicircolare; la facciata, tripartita e adorna di archetti pensili, è preceduta sulla sinistra dal massiccio campanile quadrato (fronteggiato da un miliario romano), eretto attorno al 1300 su altro più antico; all’interno, sulla destra dell’arco trionfale, Madonna col Bambino, notevole stucco dipinto della fine del Quattrocento.

  • Santuario di Fornò Forlì (FC)

    Cominciato nel 1450 per volontà di Pietro Bianco da Durazzo, fattosi da corsaro eremita, venne in seguito affidato ai Canonici regolari lateranensi, che vi ultimarono il monastero soppresso più tardi da Napoleone. Caduto in rovina, ebbe nel 1853-57, per interessamento di Pio IX, un radicale restauro condotto da Giacomo Santarelli. 
    Il santuario è un grande edificio di gusto orientaleggiante (lo stesso Pietro Bianco, sembra, ne diresse i lavori), a pianta circolare, coperto da cupola ottagonale. 
    Il campanile, rinascimentale, andò distrutto negli eventi bellici. L’ingresso principale, con elegante portale, è preceduto da un atrio coperto da capriate e affrescato da Pietro da Bagnara (che fu Canonico lateranense) e da altri pittori di derivazione raffaellesca; sopra l’atrio, sul frontone, statua gotica in marmo della Madonna. 
    Nel singolare interno, in corrispondenza della cupola si sviluppa un’edicola circolare, adorna di un pregevole fregio rinascimentale in cotto con busti di apostoli, dottori, santi, rifatto nel 1853; in basso, a sinistra, Ritratto di Giulio II, dal volto sbarbato, che nel 1507 visitò per due volte il monastero. A destra, tomba di Pietro Bianco (metà 1479); sempre a destra, al 2° altare, la Famiglia della Madonna, copia antica di una tavola del Perugino ora al museo di Marsiglia. 
    Sull’altare centrale, Madonna Theotòkos, di rara iconografia, adorata da Pietro Bianco e in onore della quale questi innalzò la chiesa. Nel muro perimetrale, dietro l’altare centrale, la Trinità, raffinato rilievo marmoreo rinascimentale di elevata qualità attribuibile ad Agostino di Duccio (il Presepio con sfondo di Forlì, affresco staccato del secolo XV attribuito a Marco Palmezzano è stato trasferito nel museo di S. Domenico a Forlì).

  • Ss. Pietro e Paolo Forlì (FC)

    Isolata parrocchiale di antica origine ma rifatta alla fine del Settecento; conserva nell’abside sei interessanti sculture raffiguranti teste degli apostoli e un campanile cilindrico di tipo ravennate.

Ultimo aggiornamento 11/11/2022
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