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L’itinerario circolare, con capolinea a Ravenna, si svolge sulla statale 67 Tosco Romagnola, su un breve tronco della 71, Umbro Casentinese Romagnola, e su parte della viabilità provinciale, con ritorno lungo la statale 16, Adriatica. Attraversa un’area dove predomina una ricca economia agricola, all’avanguardia nella frutticoltura.
Peculiare fu l’organizzazione del territorio, operata nei secoli VI-VIII dagli esarchi, in pievi, che fino al X-XI svolsero la funzione di centri di organizzazione politica, religiosa e fiscale. Molte sussistono ancora oggi, pur avendo spesso mantenuto di originale solo la denominazione, e, insieme alle ville suburbane, costituiscono il carattere distintivo della visita.
Sull’argine del fiume Ronco, pilastro marmoreo con rilievi e iscrizioni metriche fatto erigere da Pier Donato Cesi (1557) a ricordo della battaglia di Ravenna dell’11 aprile 1512, nella quale soldati francesi guidati da Luigi XII ebbero il sopravvento sulle truppe della Lega santa.
Dedicata a S. Apollinare, risalente al secolo XI ma rimaneggiata nel XIV al pari del campanile; conserva una tavola (Ss. Apollinare, Sebastiano e Rocco) di Baldassarre Carrari il Giovane (1513).
Chiesa di S. Pietro in Trento (dal numerale latino gromatico trentula), citata nel 978, più volte restaurata.
L’interno, dalla singolare struttura a tre navate asimmetriche, conserva un fronte d’altare del VI secolo e alcuni brani di affreschi dei secoli XV e XVI; la cripta è probabilmente più tarda di un secolo.
A m 12, centro agricolo sviluppatosi intorno alla pieve di S. Lorenzo in Vado Rondino: testimoniata dal 966 ma quasi interamente ricostruita, conserva della struttura primitiva oramai solo l’abside.
A m 9, cresciuto a ridosso della pieve di S. Cassiano in Decimo Anno: risalente all’896-897 ma rimaneggiata in epoca romanica e nel ’700, vanta un bel campanile quadrato (la «bartolla») del secolo X. Fuori dall'abitato la villa Ginanni Corradini del XVIII secolo.
Palazzo Grossi fu eretto nel 1560-65 sull’impianto di un castello documentato dal secolo XII: è a pianta quadrata con torri, beccatelli ed eleganti fumaioli cilindrici coronati da cupolette.
Ricordata nel 977 e riedificata nel 1521 ricalcando la pianta originaria. All’interno, l’abside è decorata da affreschi del secolo XVI molto ridipinti.
Ai margini nord-est della salina di Cervia – e lungo la statale Adriatica – il santuario della Madonna del Pino fu edificato nel secolo XV e si presenta con una semplice facciata adorna di fregi in cotto; sul fianco sinistro, un bel portale in sasso d’Istria, donato nel 1557 dalla comunità di Cervia.
All’interno, con resti di affreschi quattrocenteschi, xilografia raffigurante la Madonna del Pino, più tarda dell’originale del XV secolo andato perduto, e un sarcofago che regge l’altare (VI secolo) in trachite dei colli Euganei.
Nella parte antica di Savio, agglomerato di forma allungata, diviso in due nuclei dal fiume omonimo, la parrocchiale di S. Severo conserva nell’abside una bella Vergine col Bambino, i Ss. Apollinare e Severo e il Beato Guido Strambiati di Andrea Barbiani.