In Appennino Modenese, l’attività dell’uomo si è sempre armoniosamente integrata nel contesto paesaggistico circostante: campi coltivati, pascoli, faggete, castagneti, torrenti, laghi, aspri calanchi e alte vette rappresentano un’affascinante cornice, in cui sono inseriti millenari borghi fortificati, imponenti castelli e austere pievi.
Indicato soprattutto per gli amanti dell’arte sacra, questo inedito itinerario invita alla riflessione sull’elevato valore simbolico attribuito alle immagini sacre nell’area del Frignano.
Intrise di un’intensa spiritualità, le pietre dei numerosi edifici di culto immersi nella natura dell’Appennino testimoniano la fede e la forza d’animo della popolazione del territorio, duramente colpita nel corso dei secoli da lotte intestine, carestie ed epidemie.
La contemplazione dei notevoli affreschi quattro-cinquecenteschi, che arricchiscono le pareti di chiese medievali e oratori isolati, assume, dunque, una sfumatura particolare: guardare per invocare una grazia e una benedizione, guardare per affidarsi, guardare per lasciarsi guidare nella preghiera…guardare per Credere.
Nota Bene: per motivi di sicurezza e conservazione, le mete proposte di seguito tendono ad essere accessibili solo stagionalmente o previa prenotazione.
Pertanto, prima di partire, vi consigliamo di chiedere informazioni ai contatti riportati a piè di pagina.
A pochi chilometri da Montese il nostro percorso inizia dalla visita di due vicini oratori, originariamente parte di cittadelle a lungo contese, a causa della cruciale posizione al confine tra il Bolognese e il Frignano.
Entrambi i luoghi di culto sono decorati da pregevoli affreschi quattrocenteschi realizzati da artisti ignoti. Nel presbiterio dell’oratorio di Monteforte sono raffigurati una Madonna con Bambino e i Santi Antonino, protettore del luogo, e Barbara; Cristo che risorge dalla tomba e una singolare Ultima Cena. Sulla volta a botte, poi, si riconoscono il Cristo Pantocratore e gli Evangelisti Luca e Marco.
A Riva di Biscia invece, insieme a quest’ultimo soggetto iconografico, ritroviamo, sopra l’altare, il Cristo crocefisso fiancheggiato da Maria, San Giovanni, San Giovanni Battista e San Sebastiano. In più, lateralmente, appaiono San Cristoforo e due Maestà.
Dopo aver oltrepassato il fiume Panaro e attraversato Fanano, ci spostiamo a Sestola, la “perla verde dell’Appennino” ai piedi del Monte Cimone: non può passare inosservata la mole del maestoso fortilizio che sovrasta il paese, dall’alto di un irto sperone roccioso. In una delle sale dei Musei della Rocca, è esposta una rilevante serie di affreschi di fine Quattrocento proveniente dall’antica Chiesa Parrocchiale di Roncoscaglia.
Prelevati con la tecnica dello “strappo” per preservarli dal decadimento dell’edificio, i dieci riquadri, disposti su due ordini, narrano con grande fedeltà la vita del Battista.
Inoltre, cogliamo l’occasione per salire sulla terrazza del mastio, da cui si può godere di uno spettacolare panorama a 360 gradi sulle vallate dello Scoltenna e del Leo.
Ulteriori affreschi quattrocenteschi, attualmente in fase di restauro, sono stati scoperti anche sotto al tetto del limitrofo Oratorio di San Nicola in Rocca, documentato già nel 1114.
Lasciata Sestola, imbocchiamo la SP324 verso Riolunato.
Tramite una breve deviazione, raggiungiamo la frazione di Castello, dove un tempo sorgeva uno strategico maniero della potente famiglia dei Montegarullo.
Poco distante dai resti della fortezza, nascosto tra gli alberi ma ben segnalato da un cartello, si intravede un sobrio oratorio a pianta rettangolare che custodisce un interessante ciclo, probabilmente risalente al 1516, opera di un artista classicheggiante: sulla volta a botte, Dio Padre tra gli Evangelisti; sulla parete di fondo, la Madonna in trono con il Bambino e i Santi Martino e Lorenzo.
Proseguiamo il nostro viaggio verso Fiumalbo, uno dei borghi medievali più belli d’Italia: alle porte del suggestivo centro storico, sorge un elegante gioiello rinascimentale, al cui interno si ammirano vividi affreschi eseguiti nel 1535 da Saccaccino Saccaccini da Carpi, caratterizzati da un linguaggio espressivo vivace ed originale. Sopra l’altare, si scorgono la Vergine con il Bambino in gloria e cinque Santi; nella parete sinistra è rappresentata l’Ascensione con teoria di Apostoli, mentre a destra l’Assunzione. Protagonista della volta a crociera, infine, è il Padre Eterno attorniato da otto Sibille.
Successivamente, vi suggeriamo caldamente di esplorare il paese con la sua splendida Chiesa dedicata a San Bartolomeo e le sue case in sasso, circondate da paesaggi naturali incontaminati.
Nel tardo pomeriggio, riprendiamo la strada in direzione Modena e arriviamo all’ultima sosta del nostro itinerario: l’incantevole piazza di Montebonello, una frazione del Comune di Pavullo nel Frignano, che ha mantenuto inalterati l’aspetto e la struttura delle sue antiche origini.
Un tempo, infatti, Montebonello era un importante villaggio fortificato coinvolto a più riprese negli scontri tra le fazioni politiche che combattevano per il controllo del Frignano.
La Chiesa tardoromanica, priva di una vera e propria facciata, conserva un autentico capolavoro di arte appenninica: il raro e ricco ciclo, rinvenuto per caso dal parroco nel 1980 sotto l’intonaco, alterna scene devozionali con figure di Madonne e Santi sui muri laterali, continua con una stupenda Annunciazione sull’arco trionfale e culmina nella zona absidale con episodi della Vita di Maria.