Non troppo secca, umida o farinosa, la patata di Bologna DOP nasce nelle campagne attorno al capoluogo emiliano. Importato ai primi dell’Ottocento, si diffuse ben presto come risorsa vitale per l’economia rurale di tutta la provincia.
Le caratteristiche dei terreni, il clima ideale e le tecniche di coltivazione a basso impatto ambientale perseguite in quest’area negli ultimi due secoli hanno reso questo prodotto sano e genuino, ricco di vitamine e sali minerali. Per questo dal 1992 un consorzio, composto da produttori e confezionatori, ne tutela la qualità, la storicità e l’appartenenza.
Buccia liscia, forma allungata e una polpa di media consistenza dal colore giallo paglierino, la Primura è tra tutte le patate coltivate quella che è riuscita ad affermarsi come simbolo di Bologna. Indicata per l'alimentazione di bambini e anziani, può essere cucinata al forno e al vapore ma anche per realizzare purè, fritture, dolci e molto altro.
Spesso si accompagna al pesce, come ad esempio con baccalà o seppie, ma può anche comparire in piatti dal sapore particolare come il “roulade stubanki” con carpaccio di pere.