Per Melone Mantovano IGP si intendono due varietà specifiche del melone Cucumis melo: il cantalupo dalla buccia liscia e grigio-verde tendente al giallo, e il melone retato, il più diffuso, rivestito esternamente da un reticolo.
Entrambe inebriano chi li assaggia con il loro intenso profumo e la dolcezza della polpa giallo-arancio, carica di vitamina C, sali minerali e potassio. Un toccasana per il palato, che deve le sue proprietà organolettiche al microclima e ai terreni nei quali viene coltivato, una zona piuttosto vasta che comprende vari comuni tra le province di Mantova, Cremona, Modena, Ferrara e Bologna. Queste terre presentano infatti temperature medio-alte e un suolo di origine alluvionale molto fertile.
Originario dell’Asia centrale e occidentale, la coltura del melone viene introdotta in Italia all’età cristiana, e si inserisce nel territorio mantovano in epoca rinascimentale. Un documento risalente alla fine del Quattrocento attesta infatti la presenza di “apprezzamenti destinati ai meloni provenienti da queste terre”, le terre dei Gonzaga.
Oggi il melone del mantovano matura sul campo nel rispetto dei ritmi naturali della natura e in assenza di prodotti chimici forzanti. La raccolta avviene tra giugno e agosto e porta sulle tavole un frutto di consistenza soda e succosa.
Per tradizione abbinato al prosciutto, il Melone Mantovano IGP è ottimo come ingrediente per piatti dolci e salati. Il portale del Consorzio del Melone Mantovano propone una vasta gamma di ricette a base di melone, dai risotti alla ratatouille, dalla quinoa alla cheesecake.