Camminare tra borgate fantasma in Appennino Modenese

3 escursioni per ridare vita alla civiltà montanara perduta

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L’Appennino Modenese è costellato di decine di borghi abbandonati immersi nella natura, accessibili grazie all’estesa rete di sentieri gestita quasi interamente dal CAI di Modena.

Di quel mondo montanaro ormai perduto restano oggi le spettrali rovine, ancora capaci, però, di raccontare storie e tradizioni del tempo che fu.

Qui di seguito vi proponiamo un viaggio di 3 giorni alla riscoperta di antichi abitati addormentati da decenni, luoghi in cui la quotidianità dei vecchi residenti sembra riprendere vita nella rigogliosa vegetazione che, lentamente ma inesorabilmente, ha ormai riconquistato le case diroccate.

Per poter raggiungere comodamente i punti di partenza delle camminate, vi suggeriamo di scegliere come “campo base” una delle numerose strutture ricettive situate tra Riolunato, Montecreto e Sestola.


Le tre tappe previste si sviluppano lungo percorsi di 7-8 km di lunghezza, classificabili con livello di difficoltà “E-Escursionistica”, che presentano dislivelli di 350-450 metri: è necessario l’utilizzo di calzature da trekking e di abbigliamento tecnico e pratico.

Nota bene: È severamente vietato l’ingresso all’interno degli edifici pericolanti.

  • Durata
    72 ore
  • Interessi
    Natura & Outdoor
  • Target
    Amici/Solo,Coppia
  • Prima tappa - Le Caselle Fanano

    Le Caselle era una fiorente borgata di agricoltori e pastori, posta sulla strada per Ospitale lungo la Via Romea Nonantolana, strategico tracciato utilizzato da migliaia di pellegrini, viandanti e commercianti diretti verso Roma.

    Abbandonato nel 1953 in seguito a una frana che costrinse le famiglie residenti a una frettolosa evacuazione, l’abitato riprese vita sul finire degli anni ’60 grazie all’arrivo di una comunità Hippie, per poi spegnersi definitivamente negli anni ’80.

    Partendo dal centro di Fanano imbocchiamo il sentiero 407 del CAI per raggiungere la località “Due Ponti”. Seguiamo le indicazioni per Serrazzone/Trignano e poi, oltrepassato il ponte sul torrente Ospitale, riprendiamo il sentiero sulla destra che, in meno di un’ora, conduce a Le Caselle, lambendo alcuni suggestivi metati diroccati.

    Una volta arrivati, lasciamoci avvolgere dal silenzio e dall’atmosfera fiabesca, creata dalla spettacolare fusione tra natura selvaggia e macerie.

    Ritornati a Fanano tramite il tragitto dell’andata, concediamoci almeno un pomeriggio per esplorare il patrimonio storico-culturale di questo delizioso borgo.

  • Seconda tappa - La Marina Montecreto

    Il secondo giorno ci spostiamo in auto a Montecreto, più precisamente a Magrignana, una frazione dalla storia millenaria in cui si sono preservati notevoli esempi di architettura rurale montanara.

    A causa della posizione a ridosso della montagna, Magrignana è più comunemente conosciuta come il paese che non vede il sole per ben 3 mesi all’anno, da novembre a fine gennaio.

    Superata la seicentesca Chiesa di San Geminiano, troviamo la partenza del sentiero CAI 467 in direzione La Marina, un magico insediamento pastorale a 1200 metri, completamente inghiottito dai fitti boschi: sopravvivono soltanto i resti di due grandi fabbricati, separati da uno stretto passaggio con una fontana che si apre su un’adiacente area cortiliva.

    Rientrati a Magrignana con lo stesso itinerario, vi suggeriamo di visitare Montecreto, incantevolmente arroccato attorno alla Chiesa di San Giovanni Battista, sorta sui ruderi di un imponente castello medievale.
    Se cercate, invece, un’oasi di pace e serenità, non potete perdere il meraviglioso Parco dei Castagni secolari, uno degli spazi verdi più affascinanti di tutto il Frignano.

  • Terza tappa - Casa Paretto Pievepelago

    L’ultima meta del nostro viaggio nel tempo è il borgo deserto di Casa Paretto, nel territorio di Pievepelago: in passato abitato stabilmente da una ventina di famiglie di contadini, boscaioli e carbonai, durante la Seconda Guerra Mondiale divenne un rifugio sicuro per tanti sfollati.

    Terminato il conflitto, tuttavia, iniziò un progressivo spopolamento, culminato negli anni Sessanta, dal momento che le opportunità di lavoro calavano e Casa Paretto era totalmente isolata.

    Oggi, tra i tanti edifici in completa decadenza, spicca l'Oratorio della Madonna della Neve, restaurato dai proprietari e riaperto al culto nel 2019 con il sostegno di alcuni volontari.

    Per celebrare la ricorrenza, il 5 agosto di ogni anno si celebra la Santa Messa, consentendo al borgo di riemergere dall’oblio per qualche ora.
    Raggiungiamo Casa Paretto percorrendo un interessante giro ad anello: dal campo sportivo di Le Tagliole località sulla strada comunale diretta al Lago Santo, imbocchiamo il sentiero “Chiese e Briganti” (segnavia bianco/celesti), appartenente alla rete escursionistica che unisce tutte le frazioni del Comune di Pievepelago.

    Dopo una sosta obbligata per ammirare le rovine di Casa Paretto, continuiamo a salire in mezzo a vecchi muretti a secco, seguendo le indicazioni per Roncoglione, un sorprendente punto panoramico sul Monte Cimone.

    A questo punto, proseguiamo fino all’incrocio con il sentiero CAI n°535 (segnavia bianco/rossi) che, in circa 3km, ci riporta al parcheggio di Le Tagliole.

Ultimo aggiornamento 09/05/2024

Per maggiori informazioni

Redazione Appennino Modenese

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