Le città hanno un'anima, e quella di Ravenna è scolpita nelle sue antiche mura e porte monumentali.
Testimoni silenziose di imperatori, battaglie e rivoluzioni, queste fortificazioni hanno visto la città trasformarsi da capitale dell'Impero Romano d'Occidente a baluardo veneziano, fino alla Seconda Guerra Mondiale.
Osservando la mappa di Ravenna si notano subito tre strutture diverse. La parte più occidentale, ben squadrata, che ricalca l'accampamento romano primordiale, la parte centrale più "storta" nata lungo corsi d'acqua e canali la parte orientale, verso il mare, con grandi viali, palazzi e giardini d'epoca medievale. Questo è il nucleo del centro storico, un tempo circondato d'acqua e mura imponenti, costellate di porte d'accesso monumentali.
Seguendo questo itinerario facile e gradevole, è possibile rivivere lo sviluppo della città lungo il perimetro delle fortificazioni. Scoprirete porte medievali spostate e ricostruite, bastioni che nascondono misteri e leggende, e mura che ancora oggi raccontano le loro storie.
Pronti a esplorare oltre duemila anni di storia in un unico percorso?
Si parte da Porta Adriana, probabilmente la più bella e la più importante porta antica di Ravenna.
Costruita nel X secolo, spostata più volte e abbellita attorno al '500 con i marmi della Porta Aurea di epoca romana, ha da sempre segnato uno degli ingressi principali alla cinta muraria e l'ideale avvio di ogni strada per l'Emilia.
Curiosità
Consigli di visita
A poca distanza da questa porzione dell'antica cinta muraria bizantina si trova uno dei ritrovamenti archeologici italiani più importanti degli ultimi decenni: la Domus dei Tappeti di Pietra.
Situata alcuni metri sotto il manto stradale, questo complesso di spazi di epoca bizantina, risalente al V-VI secolo, permette di immaginare come dovesse essere Ravenna a cavallo tra l'Impero e l'Esarcato.
Di particolare fascino i mosaici pavimentali, tra i quali spicca la rarissima rappresentazione definita "Danza dei Geni delle Quattro Stagioni".
Proseguendo lungo le mura in senso orario, passando per via Don Minzoni (dove è possibile scorgere i resti di un altro torrione all'interno di un giardino privato) si può scendere per lo stradello Augusto Bartolotti e passare il Giardino Umberto Pinzauti fino a via S. Alberto. Sulla sinistra si trova Porta Serrata, una delle più misteriose e "maledette" di Ravenna.
Principale via d'accesso dal versante nord, da Ferrara e dal Veneto continentale, questa porta deve il suo nome attuale alle vicende che l'hanno vista chiusa (serrata, appunto), per molto tempo dopo la cacciata dei Da Polenta, potenti signori locali, a opera dei Veneziani nel '400. Rimaneggiata anch'essa più volte, è stata spostata per essere in linea con quella che è oggi la lunghissima via di Roma.
Curiosità
Consigli di visita
Seguendo via Venezia, poi via Falier (ramo nord) si giunge in via Giuseppe Miniagio, dalla quale si intravede la prossima tappa dell'itinerario. Poco prima degli scalini che conducono su via Rocca Brancaleone, sulla destra, nel giardino di un'abitazione privata, è possibile scorgere i resti di una porta minore, detta veneziana in quanto adiacente alla porzione di mura voluta dal Doge, che un tempo forse serviva come passaggio secondario verso un porticciolo che doveva trovarsi poco distante.
In fondo a via Venezia si trova l'imponente Rocca Brancaleone, fatta erigere dalla Serenissima a metà del '400 come principale baluardo difensivo di Ravenna. Facente parte di un articolato processo di riorganizzazione della città, la grande rocca doveva fungere da fortilizio difensivo e ideale riparo per una via di fuga verso la madrepatria.
Qui si svolsero due grandi battaglie nel Cinquecento tra truppe papali, francesi e ferraresi: la prima nel 1509, quando le armate del Papa riuscirono, dopo un lungo assedio, a fare breccia ed entrare in città, allora tenuta dai francesi di Luigi XII.
La seconda qualche anno dopo, in una sorta di rivincita, nella quale le truppe della coalizione antipapale, principalmente francesi e ferraresi, ripresero Ravenna anche grazie al massiccio utilizzo – per la prima volta nella storia sulla penisola italiana – di artiglieria da guerra.
In questa, che divenne la famosa battaglia di Ravenna del 1512, si fronteggiarono le migliori cavallerie e le più temute fanterie d'Europa, guidate da personaggi del calibro di Marcantonio Colonna, Alfonso I d'Este e Gaston de Foix.
Oggi la Rocca non è più un presidio militare ma, al contrario, un luogo di svago e di ritrovo, con punti ristoro e un parco rigoglioso. Un importante progetto di restauro la vedrà a breve rinnovata nell'area spettacoli, situata nel mastio, trasformandola in una delle più grandi arene all'aperto per eventi di cinema, musica e teatro.
Consigli di visita
Continuando su via Rocca Brancaleone si giunge in viale Farini, e proprio di fronte si trova la particolarissima Basilica di San Giovanni Evangelista.
Questo edificio religioso venne fatto erigere per volere dell'Imperatrice Galla Placidia, raffigurata sul portale d'accesso, come ringraziamento devoto per essere scampata ad un naufragio sulle vicine coste dell'Adriatico.
La basilica fu al centro di diverse vicissitudini e venne pesantemente bombardata durante la guerra. Oggi sono ancora visibili, lungo le pareti, i resti dei pavimenti musivi del XIII secolo, raffiguranti le corti dell'epoca, oltre ad animali fantastici e mitologici.
Risalendo viale Farini verso la stazione e imboccando poi viale Santi Baldini, si costeggia un lungo tratto di mura, compresi alcuni contrafforti situati in case e condomini privati. Dopo aver superato i Giardini Pubblici, si giunge a Porta Nuova o Panphili, all'estremo opposto di via di Roma rispetto a Porta Serrata.
Tra le più belle di Ravenna, questa porta è una delle più care ai suoi cittadini, e ha da sempre avuto due nomi. Ricostruita alla fine del '500, divenne e rimase "Nuova" per i ravennati, mentre la sua posizione adiacente al Canale Pamphilio – voluto dal Cardinale Donghi per collegare il vecchio porto e la città – le valse il secondo nome, che però molti non utilizzano.
Curiosità:
Consigli di visita
Di fronte a Porta Nuova si trovano i bellissimi Giardini Pubblici, una vera e propria oasi nel centro storico, luogo perfetto per una pausa ristoro o per un semplice momento di relax.
Sul lato occidentale dei giardini si affaccia la Loggetta Lombardesca, sede del MAR - Museo d'Arte della Città di Ravenna. Al suo interno, oltre alle esposizioni temporanee di grandi artisti italiani e internazionali, si trova una collezione unica al mondo di mosaici moderni e contemporanei, nonché una preziosa pinacoteca.
Oltre a via Zagarelli alle Mura e via de Tomai, seguendo via Bastione, si giunge in via Circonvallazione al Molino, per iniziare l'ultimo tratto del nostro itinerario.
Questa via, dall'andamento sinuoso, un tempo era un corso d'acqua sul quale insisteva (come ci ricorda il nome stesso) un mulino molto importante. Oggi è una delle principali direttive del centro storico ed è fiancheggiata dalla porzione più lunga delle mura romane di Ravenna, fatte costruire dall'imperatore Valentiniano III nel V secolo, Imperatore Romano d'Occidente dal 425 al 455, nato a Ravenna e figlio di Galla Placidia.
Lungo questo tratto di fortificazioni, ben conservato, che un tempo arrivava a quasi 10 metri d'altezza, è possibile scorgere le varie fasi di espansione del tracciato e della struttura, con alcuni merli poi murati e differenti strati di laterizi. In fondo a questa porzione di mura si trovano i resti di quella che un tempo era sicuramente la porta più spettacolare di Ravenna, Port'Aurea.
Situata all'inizio di quello che doveva essere il decumano romano, questa porta non era soltanto una delle vie d'accesso più importanti, ma era stata concepita come un vero e proprio arco di trionfo. Decorata con marmi, intarsi e specchi, fronteggiava il bacino di rimessa dell'imponente flotta militare dell'Adriatico, una delle più grandi flotte navali dell'Impero.
Nella zona in cui si sviluppa oggi l'ospedale civile, in fondo a via Nigrisoli, si trovava infatti un enorme bacino d'acqua placida, collegato al mare da stretti canali che concedevano, con il sapiente sfruttamento delle maree, un'ottima difesa e una rapida via di collegamento al resto della regione.
Procedendo fino in fondo alla circonvallazione si incontra il Santuario di Santa Maria del Torrione, piccolo edificio religioso costruito sui resti di una torre veneziana poi, voltando in via Fiume Montone Abbandonato (ancora una volta un riferimento ad un antico corso d'acqua) si può camminare su un altro importante scorcio di mura e rientrare verso Porta Adriana, concludendo questo ideale anello attraverso 23 secoli di storia.