Zerba si trova in Val Boreca e si raggiunge seguendo la SS 45 Piacenza – Genova, per poi imboccare la SP 18.
È il comune più occidentale dell’Emilia Romagna.
La Val Boreca, formata dal torrente Boreca, affluente della Trebbia, è collocata nel cuore delle 4 Province, ovvero la zona dell’Appennino dove le montagne delle province di Piacenza, Genova, Alessandria e Pavia confinano e sono accomunate da usanze e tradizioni.
Il paesaggio montano è straordinariamente bello e incontaminato: le montagne ricche di acque limpide sono coperte da praterie alte sopra i boschi, mentre il fondovalle è caratterizzato da strapiombi sul Boreca.
Una leggenda narra che Zerba sia stata fondata da alcuni soldati cartaginesi dell’esercito di Annibale che si ritirarono in queste zone dopo la Battaglia della Trebbia (Rivalta, 218 a.C.).
Sarebbe questo il motivo della somiglianza tra alcuni toponimi della Val Boreca e alcuni toponimi tunisini: Zerba/Djerba, Suzzi/Sussie, Bogli/Bougie; anche un’antica mulattiera è chiamata la Strada di Annibale.
Il territorio, dopo la conquista romana, passa ai Longobardi ed al governo della potente Abbazia di San Colombano di Bobbio.
Come molti territori attigui fu poi concessa, nel 1164, da Federico Barbarossa ai Malaspina che, con alterne vicende, ne furono i tenutari fino alla soppressione napoleonica del feudalesimo.
Zerba è un piccolo borgo ricco di storia formato da cinque raggruppamenti, ciascuno caratterizzato da un monumento. Nella parte alta - Villa Soprana - si trova la chiesa di San Michele Arcangelo, patrono del paese. Nel medioevo fu una cella monastica alle dipendenze della chiesa di San Pietro in Ciel d’Oro a Pavia. Inoltre, c’è un rustico segnalato dal XVI secolo, probabilmente casa Malaspina.
A Villa Lisamara si può ammirare la vecchia fontana ancora funzionante.
Presso Villa Scarbione c’è il Municipio del XX secolo.
Villa Stana e Villa Fontana sono due punti da cui si accede facilmente ai resti del Castello – tratti di mura e una torre cilindrica – che fu avamposto dei Liguri.
Nei caratteristici ristoranti, la cucina ha contaminazioni lombarde, liguri e piemontesi.
Vengono serviti gli gnocchi di patate, specialità del paese, i ravioli con il “tucco” (sugo di ragù e funghi), risotto ai porcini, zuppe di legumi, selvaggina con polenta, torta di nocciole e castagnaccio.
L’offerta dei vini spazia da vini locali, ai piemontesi e a quelli dell’Oltrepò Pavese.
Il Comune di Zerba e i dintorni sono una palestra a cielo aperto.
Le mete preferite dagli escursionisti sono i monti Alfeo (1650), Cavalmurone (1670), Chiappo (1700), Tartago (1688) Lesima (1724), tra le vette più alte dell’Appennino.
Sono in corso progetti per mettere in comunicazione gli abitati del Comune ripristinando le antiche mulattiere percorribili anche in mountain bike.
Nelle vicinanze si trova la nota località turistica di Capannette di Cosola.
A Zerba è attiva da 55 anni una Pro Loco che si prodiga per animare le serate agostane e settembrine.
Il primo appuntamento della stagione è tra il 6 e il 12 agosto con la festa della Madonna della Neve, la Polentata il 14 agosto e la festa patronale il 29 settembre per San Michele, con tradizionale Gnoccata e mostra dei prodotti della montagna.
Interessante il borgo di Cerreto con le caratteristiche case in pietra e la Chiesa di San Rocco fondata nel medioevo. Recentemente recuperato e adibito ad alloggio rurale, l'antico mulino.
Un altro abitato interessante nei dintorni è Bogli. Per gli amanti della musica classica è noto che il borgo ha dato i natali agli avi di Arturo Toscanini.