Ferrara: il corso della Giovecca

In collaborazione con Touring Club

Tra le due parti urbane – quella medievale e quella rinascimentale – che costituiscono nell’insieme la forma compiuta del centro storico di Ferrara non esiste soluzione di continuità, l’una accostandosi all’altra attraverso un ‘percorso di sutura’ che ha funzionato attraverso i secoli come elemento insieme di separazione e di collegamento: si tratta dell’odierno asse di attraversamento viale Cavour-corso della Giovecca, lungo il quale nel tempo si sono collocate emergenze architettoniche importanti, pressoché interamente sostituite nel ramo del viale Cavour, ben conservate invece nel ramo della Giovecca. 

Coerentemente con il diverso carattere dei suddetti rami, l’itinerario prevede due percorsi di visita, aventi come punto di irradiazione comune il Castello.


  • Lunghezza
    n.d.
  • Ferrara Ferrara (FE)

    Con il suo territorio, che ha il Po e il Mare Adriatico come confini naturali, Ferrara m 9 occupa il quadrante nord-orientale della regione; ricadono nelle competenze della sua provincia l’area meridionale del Delta del Po e le Valli di Comacchio, vasti e preziosi ambienti sottoposti da secoli a turbamenti. Dal 1995 il centro storico, il cui impianto di città ideale rinascimentale fu voluto dal duca Ercole I d’Este, è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Per la sua ubicazione decentrata rispetto alle linee di sviluppo ‘forte’ della regione, Ferrara ha sempre sofferto di isolamento. E se da questa condizione scaturiscono una delle ragioni del fascino ambientale della città e uno dei richiami più intensi per il visitatore attento, essa appare, ed è nella realtà soprattutto economica, un elemento di debolezza e di precarietà che una pur forte volontà politica, perseguita da anni, non è ancora riuscita a superare. Il segno più vistoso è nella diminuzione costante del numero degli abitanti: 132.288 nel 2021; erano 154.066 nel 1971. La città conserva quasi intatto il centro medievale-rinascimentale, con importanti inserti settecenteschi: un patrimonio di storia e ambiente esemplarmente preservato, un bene culturale sul quale le istituzioni stanno investendo cospicue risorse con l’obiettivo di collocarlo tra gli episodi urbani e ambientali più importanti del Paese e tra i più significativi d’Europa. Capitale negli anni tra Medioevo e Rinascimento quando la casata degli Estensi ne fece la prima città moderna d’Europa, secondo una nota definizione di Jacob Burckhardt; matrice di una scuola pittorica che raggiunse i massimi vertici europei, l’Officina ferrarese; ambiente idoneo all’espressione poetica di Ludovico Ariosto, di Boiardo e di Torquato Tasso; centro di elaborazione, con Biagio Rossetti, di una cultura urbanistica inedita, Ferrara sembra chiudere tutte le sue potenzialità alle soglie del XVII secolo, quando il suo controllo viene assunto, in modo diretto, dalla Chiesa. Dopo il fascismo e l’ultima guerra, Ferrara è partita alla ricerca di una nuova identità: congelata definitivamente ogni ipotesi di sviluppo legato alla grande industria (il polo petrolchimico è rimasto l’unico insediamento di dimensioni nazionali), assestata la produzione agricola su cui si era puntato, senza previsioni corrette, in anni lontani, il programma per la Ferrara del terzo millennio è quello di consolidarsi, nel quadro di una terziarizzazione controllata, come centro universitario e di ricerca applicata, e come luogo di turismo qualificato e di attività culturali permanenti ad alto livello. In direzione di questi obiettivi operano, tra l’altro, la politica del ‘museo diffuso’ e delle grandi rassegne d’arte (che spesso sono addirittura delle ‘prime’ internazionali), e la grande operazione di recupero archeologico della cinta muraria e di contenitori storici urbani.

  • Viale Cavour Ferrara (FE)

    A ovest del Castello Estense, lungo l’asse di viale Cavour, ricavato sull’interramento del canale Panfilio e fino al largo Barriere, si allineano due quinte edilizie il cui sviluppo è stato determinato prevalentemente nel Novecento. All’inizio del viale, sulla destra, le ricostruzioni moderne hanno inglobato il riedificato chiostro rinascimentale della chiesa di S. Maria della Rosa, distrutta durante la seconda guerra mondiale. Avanti, al N. 118 è il palazzo dell’Aeronautica, opera razionalista di Giorgio Gandini (1930 circa).

  • Quartiere Giardino Ferrara (FE)

    Moderno quartiere disegnato da Ciro Contini, che ha occupato l’area della demolita (dopo il 1859) fortezza pontificia; il quartiere ha come asse il corso Vittorio Veneto e come fulcro il grande serbatoio dell’acquedotto, immaginato da Enrico Alessandri e Carlo e Girolamo Savonuzzi (1932) come un monumento sepolcrale romano, e coronato da una statua del fiume Po e i suoi affluenti opera di Arrigo Minerbi. Oltrepassata la villa Melchiorri (in via Cavour 184), esempio di liberty compiuto da Ciro Contini (1904), si sbocca nello svincolo del largo Barriere, detto anche porta Po.

  • Teatro Comunale Abbado Ferrara (FE)

    Teatro con portici, quasi una loggia di piazza, eretto dall’architetto Antonio Foschini, con la supervisione di Cosimo Morelli, allo spegnersi del Settecento. Il teatro è dotato di una Biblioteca che funziona come centro di raccolta e conservazione dei materiali a carattere artistico, promozionale e di documentazione relativi agli spettacoli realizzati.

  • S. Carlo Ferrara (FE)

    Chiesa edificata da G.B. Aleotti nel terzo decennio del Seicento, di linee avvolgenti imperniate sulla cupola ovale ribassata, che ricordano gli esempi, singolari a Ferrara, degli impianti barocchi romani; nel fastoso interno, a pianta ellittica (danneggiato dal terremoto del 2012 e non agibile), una tela (S. Carlo Borromeo) di Antonio Bonfanti.

  • Ex Arcispedale di S. Anna Ferrara (FE)

    Al N. 37 del corso della Giovecca prospetta un edificio già appartenente ai fabbricati del quattrocentesco arcispedale di S. Anna, fondato nel secolo XV dal vescovo Giovanni da Tossignano prima dell’avvio delle opere della terza addizione; qui dal 1579 al 1586 ebbe ricovero come malato psichiatrico Torquato Tasso. La parte monumentale più significativa è visibile sul retro dell’isolato, nella piazza S. Anna, e consiste in un suggestivo chiostro quattrocentesco, che testimonia l’esistenza di un convento dei frati armeni di S. Basilio, all’epoca incluso nel complesso ospedaliero (sopra la porta è collocato un busto del poeta di Ettore Ximenes). Dal braccio porticato del chiostro si può scendere nella ricostruita cella del Tasso: una lapide ricorda la ‘detenzione’ del poeta.

  • Quadrivio razionalista Ferrara (FE)

    Attorno a largo Michelangelo Antonioni e largo Florestano Vancini, un’area dell’ex nosocomio fu riqualificata fra il 1935 e il 1939 da Carlo Savonuzzi, dando vita al cosidddetto quadrivio razionalista, complesso di edifici in laterizio rosso, composto dal Conservatorio di Musica «Girolamo Frescobaldi», dalla scuola elementare «Alda Costa» (con torre), dal cinema Boldini e dal Museo di Storia naturale.

  • Museo civico di Storia Naturale Ferrara (FE)

    La sala storica al piano terra espone numerosi reperti fossili vegetali e animali e alcune ricostruzioni di grandi rettili dell’epoca dei dinosauri (plesiosauro); e mantiene gli allestimenti originali degli anni ’50. Si colloca in questa sezione del percorso espositivo la vetrina dedicata alla specie umana e alla sua evoluzione, nella quale, vista la collocazione storica, non è stata cancellata, volutamente, l’impostazione adottata per esporre le conoscenze sulla specie umana in auge alla metà del XX secolo. La sezione Ambiente Terra è una guida alla diversità ambientale del mondo. Si trova al primo piano del museo e accoglie i visitatori da vent’anni. Concepita per trattare temi generali delle scienze naturali, questa sezione presta particolare attenzione anche alla flora e fauna ferrarese e regionale; accoglie fossili, rocce e display multimediali sul telerilevamento da satellite e sull’evoluzione della pianura ferrarese e del Delta del Po, vetrine sui metodi e sulle tecniche di indagine di campagna, diorami, una sezione stratigrafica delle Dolomiti riprodotta a grandezza naturale, un grande planisfero terrestre in rilievo, uno spaccato del globo terrestre e un plastico del giacimento geotermico situato a Casaglia, a ovest di Ferrara, e del termodotto che lo collega alla città. La sezione sistematica sempre al primo piano segue criteri di allestimento più tradizionali e complementari rispetto a quelli adottati per Ambiente Terra. Vengono esposti più reperti, rappresentativi delle varie forme mineralogiche e dei principali gruppi zoologici esistenti, per fornire un’ampia panoramica della diversità geologica e biologica del nostro mondo e dei rapporti evolutivi fra i vari gruppi di animali. Accanto a due vetrine dedicate ai minerali, comprese le affascinanti rocce fluorescenti che rivelano la propria luminosità solo al buio e dopo stimolazione con luce ultravioletta, sono presenti tre vetrine dedicate agli invertebrati non Artropodi, in cui, partendo dalle spugne, i più primitivi organismi pluricellulari esistenti, si risale via via nella scala evolutiva per giungere fino agli Echinodermi e ai Cordati non vertebrati. Due vetrine sono dedicate all’amplissima gamma degli Artropodi che, in particolare grazie agli Esapodi (comunemente noti come Insetti), raccolgono in tutti gli ecosistemi terrestri del mondo il maggior numero di specie, di individui e la maggiore biomassa complessiva rispetto a tutti gli altri organismi viventi. Fra i Vertebrati, una vetrina porta esempi di Pesci, Anfibi e Rettili, altre tre sono dedicate ai Mammiferi. Grande spazio è riservato agli Uccelli: quelli esposti rappresentano solo una frazione delle ampie raccolte ornitologiche in possesso del Museo. Spiccano fra i molti reperti numerosi esemplari di provenienza esotica (Molluschi giganti, ragni tropicali, caimani, colibrì, uccelli lira, ecc.), prezioso patrimonio ereditato dai fondatori del Museo, e alcune preparazioni risalenti al XIX secolo, come i condor con agnello, che impressionano per la cura dei dettagli e per l’eccellente stato di conservazione.

  • Palazzo Roverella Ferrara (FE)

    Opera attribuita a Biagio Rossetti (1508) e realizzata nell’ambito dell’addizione di Ercole I (oggi è sede del Circolo dei Negozianti). Ha una splendida facciata a due piani, divisa da mirabili cornici e scandita da ricche lesene in cotto, tutte a elaboratissimi rilievi, con finestre rettangolari al pianterreno e a centina al superiore, sormontate da un frontone triangolare; sulla porta, adorna di marmi, una bella trifora.

  • Chiesa dei Teatini Ferrara (FE)

    Chiesa dalla facciata incompiuta, detta anche di S. Maria della Pietà, che fu compiuta nel 1653 da Luca Danesi reimpiegando anche materiali della distrutta ‘delizia’ estense di Belfiore. Gran parte del corredo pittorico è dedicato al fondatore dell’ordine Gaetano di Thiene. Nella 3a cappella destra, S. Gaetano in adorazione del Crocifisso di Alfonso Rivarola e, ai lati, S. Gaetano in gloria, Gesù appare a S. Gaetano, S. Gaetano appare a un infermo, salva una donna e due fanciulli dal fiume, dipinti di Giuseppe Avanzi (1678); nell’abside, S. Gaetano esce dal carcere, pronunzia i voti, il suo martirio, predica, somministra il viatico, affreschi di Clemente Majoli (1670 circa); nella cappella a sinistra della maggiore, S. Giovanni Battista di Andrea Sacchi; nella 3a sinistra, Purificazione della Vergine del Guercino (1655).

  • Palazzo Muzzarelli-Crema Ferrara (FE)

    Palazzo del secolo XIV ma ristrutturato nel XV da Pietrobono Brasavola: il corpo di fabbrica sulla strada è di riedificazione ottocentesca, mentre all’interno il restauro ha recuperato la loggia e la scala originarie e affreschi tre-quattrocenteschi, fra cui un interessante monocromo con scene di battaglia.

  • Palazzo Trotti Ferrara (FE)

    Palazzo di costruzione quattrocentesca; la solenne facciata, allungata sulla via Cairoli (antica strada del Borgo Nuovo), fu rifatta da Girolamo da Carpi nel 1553. In essa, notevole è il portale adorno di balcone, sul quale si aprono due finestre incorniciate da stipiti marmorei e una nicchia ornata dal busto di Ercole II (secolo XVI). All’interno, due sale affrescate dal Garofalo (1517-19).

  • Via Montebello Ferrara (FE)

    Di carattere aristocratico, via Montebello si stacca a sinistra del corso della Giovecca addentrandosi negli spazi dell’addizione rinascimentale. Tra le architetture si segnalano in particolare: il cortile interno del palazzo Varano-Dotti (N. 18), che riassume in un piccolo spazio la geometria ‘metafisica’ del Rinascimento ferrarese; la casa Cervelli (N. 26), già sede del Visdomino veneziano, con un affresco di Giacomo Parolini (Esaltazione delle virtù militari); la grande chiesa di S. Spirito, iniziata nel 1519 e completata in facciata nel 1630, e la chiesa di S. Monica (1515-26), con bella torre campanaria.

  • S. Spirito Ferrara (FE)

    Grande chiesa iniziata nel 1519 e completata in facciata nel 1630. All’interno, al 1° altare sinistro, Martirio di S. Matteo di Francesco Costanzo Catanio; al 2°, Crocifissione, affiancata da S. Francesco e S. Domenico, tutti di Giovanni Ghirardoni; in fondo alla navata sinistra, Miracolo di S. Diego di Domenico Mona (nella Biblioteca del convento, ricca di oltre 8.000 volumi).

  • Corso della Giovecca Ferrara (FE)

    Dal Castello Estense, con direzione sud-est, il corso è un’ampia rettilinea arteria tracciata all’epoca dell’addizione Erculea sull’interrato canale della Zudeca, allineato alla seconda cerchia di mura; il nome parrebbe rifarsi a un’antica area cemeteriale degli Ebrei. In angolo, subito all’inizio sono i portici del Teatro comunale. Fronteggia il teatro la chiesa di S. Carlo. Subito dopo la chiesa, al N. 37 del corso, prospetta l'edificio dell'ex arcispedale di S. Anna. In angolo con la via Boldini si trovano il palazzo Roverella e la chiesa dei Teatini. Proseguendo per il corso della Giovecca, si incontra, al N. 65, il cinquecentesco palazzo Magrini, ora sede di BPER Banca, restaurato e ridisegnato (1973) da Carlo Bassi e Goffredo Boschetti. Lo stesso istituto di credito è installato nel grande palazzo Barbantini-Koch (N. 108), già sede della Cassa di Risparmio di Ferrara, edificata da Luigi Barbantini con la consulenza di Gaetano Koch (1905-1911). Al numero 165 del corso si trova palazzo Pico Cavalieri-Casa della Patria. Sul fondo della Giovecca si scorge la Prospettiva, struttura architettonica disegnata in forma di arco scenografico da Francesco Mazzarelli nel 1703 (i fornici laterali sono aggiunta moderna), che conclude il lungo percorso. Prima di raggiungerla, si lascia a destra il palazzo Borghi (N. 146), sede dell’Archivio di Stato. Seguono il grande giardino Pareschi, già appartenente al palazzo di Renata di Francia, e, sul lato opposto, la chiesa delle Cappuccine o di S. Chiara. Al numero 170 del corso si affaccia la palazzina di Marfisa.

  • Archivio di Stato Ferrara (FE)

    Ha sede nel palazzo Borghi e contiene preziose carte notarili dal 1334 al 1887 e l’Archivio del Comune dal 1385 al 1796, le cui serie più importanti sono quella patrimoniale e quella finanziaria.

  • Palazzo Pico Cavalieri-Casa della Patria-Museo del Risorgimento e della Resistenza Ferrara (FE)

    L’edificio – donato al Comune di Ferrara dalla famiglia Cavalieri per onorare il figlio Pico, militare e aviatore ferrarese morto in guerra nel 1917 – è attualmente oggetto di interventi di restauro e riqualificazione e ospiterà, dal 2024, il Museo del Risorgimento e della Resistenza. Il percorso museale, suddiviso in sezioni cronologico-tematiche, guiderà il visitatore dall’epopea risorgimentale al periodo resistenziale attraverso cimeli, uniformi, armi, fotografie, documenti d’epoca e grazie al supporto di apparati multimediali.

  • Chiesa delle Cappuccine - S. Chiara Ferrara (FE)

    Chiesa delle Cappuccine o di S. Chiara, edificata su progetto di Luca Danesi. L’arredo ligneo offre un buon esempio di omogeneo apparato sacro del secolo XVII. Negli altari laterali, a destra, Madonna col Bambino e i Ss. Elisabetta, Giovannino, Antonio e Lucia dello Scarsellino, e a sinistra, S. Carlo Borromeo di Giovanni Bonardi; sull’altare maggiore, Madonna in gloria col Bambino tra i Ss. Francesco e Chiara, ancora dello Scarsellino (prima del 1609); nel coro delle monache, statua lignea dell’Immacolata Concezione di Andrea e Giuseppe Ferreri.

  • Palazzina di Marfisa d'Este Ferrara (FE)

    Preziosa architettura a un piano, già parte di un più ampio complesso con padiglioni e giardini, costruito nel 1559 per volere di Francesco d’Este, figlio di Alfonso I e Lucrezia Borgia. È nota per essere stata la dimora della figlia del fondatore, Marfisa, celebre amante delle arti e protettrice del poeta Torquato Tasso. Ridotta a usi impropri nei secoli successivi, subì nel 1938 un radicale intervento di recupero che ha reso l’edificio museo. Le sale interne, dai *soffitti elegantemente decorati a grottesche da Camillo Filippi e dai figli Sebastiano e Cesare (ma estesamente restaurati all’inizio del Novecento), sono oggi allestite e arredate per restituire l’ambiente e l’atmosfera di una dimora aristocratica rinascimentale: mobili, sculture, quadri e bronzi. Nella parte residua del giardino (fontana con putto di Giuseppe Virgili, ora esposta all’interno della palazzina), si allunga la *loggia degli Aranci, o teatro di Marfisa, attribuita a G.B. Aleotti (1560-70).

Ultimo aggiornamento 11/11/2022
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