La collina cesenate

In collaborazione con Touring Club

Ai colli che sovrastano il nucleo urbano (e che formano una lunga dorsale ricurva dalla sponda destra del fiume Savio, a ovest, alla piccola valle del Rubicone, a est) Cesena è legata storicamente ed economicamente. 

Tra emergenze monumentali e peculiarità paesistiche di pregio, la collina cesenate merita una visita attenta per la intelligente, razionale e ancor oggi misurata occupazione del territorio da parte dell’uomo. 

Il percorso copre da Cesena a Longiano.

  • Lunghezza
    29,6 km
  • Convento dei Cappuccini Cesena (FC)

    A m 130, in felicissima posizione panoramica sulla città e sulla vallata del fiume Savio. Vi si conserva una tela raffigurante *S. Francesco che riceve le stimmate, eseguita dal Guercino nel 1646.

  • Sorrìvoli Roncofreddo (FC)

    A m 268, piccolo borgo fortificato, suggestivamente raccolto attorno alla Rocca malatestiana (occupata da una comunità di recupero) che conserva all’esterno le originali fattezze due-trecentesche, in parte modificate verso la metà del secolo XVI.

  • Monteleone Roncofreddo (FC)

    A m 362, borgo di aspetto medievale, addossato a una Rocca che presenta in buona parte le strutture originarie. Verso la fine del Settecento furono abbattuti il mastio e le merlature, e gli ambienti interni vennero modificati in funzione residenziale; vi soggiornò Byron, ospite del proprietario Alessandro Guiccioli.

  • Montenovo Montiano (FC)

    A m 252, piccolo borgo castellano, che della Rocca d’età comunale conserva la cinta muraria e un bastione inopportunamente trasformato in ristorante.

  • S. Agata Montiano (FC)

    Eretta nel Quattrocento ma notevolmente rimaneggiata nei secoli successivi, ha nella cupola affreschi (Martirio di S. Agata) di Giuseppe Milani; sull’altare, bella pala di Gianfrancesco Modigliani (Madonna col Bambino e le Ss. Agata e Lucia) del 1609; nella navata sinistra, pregevole affresco raffigurante il Crocifisso, probabilmente di scuola riminese del tardo Trecento, staccato e malamente restaurato agli inizi del Novecento.

  • Montiano Montiano (FC)

    A m 159, ab. 1.725, località che fu dei Malatesta negli ultimi anni del Trecento e poi ancora nel corso del secolo XV fino al 1503; i Malatesta di Roncofreddo, feudatari per assegnazione pontificia dal 1556, vi costruirono la quadrilatera Rocca (restaurata nel 2003), della quale restano le imponenti mura. Sulla piazzetta affacciano la porta di accesso al paese, edificata nel 1583, e l’ex chiesa di S. Francesco, oggi Centro culturale, che conserva le opere appartenute al complesso conventuale dei Frati Minori, tra cui un dipinto dell’Annunciazione del Centino e un coro ligneo del 1714.

  • Fondazione Neri-Museo italiano della Ghisa Longiano (FC)

    La settecentesca ex chiesetta di S. Maria delle Lacrime ospita nel suo raccolto spazio interno il Museo italiano della Ghisa, formato da elementi di arredo urbano in ghisa, prodotti fra la metà dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento: lampioni, candelabri, fontane, panchine, battenti.

  • Museo del Territorio Longiano (FC)

    Tema del Museo, sul colle del borgo medievale, sono gli strumenti del lavoro usati dai contadini della zona. Interessante è la ricostruzione degli arredi domestici, così come pregevoli sono alcuni attrezzi impiegati un tempo dai locali artigiani (un telaio, un tornio, un mantice e una macchina per fare le scope).

  • Fondazione «Tito Balestra» Longiano (FC)

    Ha sede nella Rocca e conserva l’importante collezione di opere d’arte moderna e contemporanea, soprattutto italiana, appartenuta al poeta longianese. Tra i numerosissimi artisti rappresentati: Attardi, Campigli, Chagall, De Pisis, Guttuso, Maccari, Mafai, Manzù, Matisse, Giò Pomodoro.

  • Rocca Malatestiana Longiano (FC)

    Conserva intatta la fisionomia di possente edificio fortificato d’impianto due-trecentesco, in parte alterato dall’intervento fatto eseguire verso la metà del Cinquecento dai Rangoni e dal restauro del secolo XIX. Si noti, all’ingresso, il pozzale veneziano, rara testimonianza della breve dominazione della Serenissima nei primi anni del Cinquecento. L’edificio principale, con alcuni soffitti dipinti del secolo XVI, è sede della collezione di opere d’arte della Fondazione «Tito Balestra».

  • S. Giuseppe Longiano (FC)

    Armoniosa architettura barocca completata nel 1732. Nell’interno, a croce greca, ottimi stucchi di Antonio Trentanove e belle pale attribuite a Gian Gioseffo Dal Sole; all’altare maggiore Transito di S. Giuseppe di Antonio Zanchi. La chiesa, pur officiata, è adibita a Museo d’Arte sacra.

  • S. Cristoforo Longiano (FC)

    La collegiata del secolo XVIII, che conserva qualche notevole pittura: nella 1a cappella destra, Crocifisso con Domenicani di Andrea Lilio; nel presbiterio, Sposalizio della Vergine attribuito a Benedetto Coda e Crocifissione del Centino (1650); nella 3a cappella sinistra, La Maddalena e S. Sebastiano di Gian Gioseffo Dal Sole.

  • Santuario del Crocifisso Longiano (FC)

    Chiude scenograficamente la prospettiva del borgo la notevole mole, alta sulla scalinata, del santuario del Crocifisso, eretto su una struttura duecentesca nel 1755-64; all’altare maggiore, pregevole *Crocifisso su tavola, di scuola giuntesco-romagnola, databile 1265-75.

  • Teatro Petrella Longiano (FC)

    Teatro comunale, inaugurato il 24 luglio 1870 con l’opera lirica I Promessi Sposi di Enrico Petrella.

  • Longiano Longiano (FC)

    A m 179, ab. 7.188, borgo di bell’aspetto, situato in posizione amena e dominante, che conserva nel nucleo più antico l’urbanistica medievale, e ha ottenuto il marchio di qualità Bandiera Arancione del Touring Club Italiano. L’importanza strategica di Longiano fu causa di contese che videro rivali prima i Comuni di Cesena e di Rimini, poi i Malatesta e la Chiesa, sotto il cui diretto dominio rimase a partire dal 1581. L’abitato consta di due nuclei nettamente riconoscibili: il borgo medievale avvolto attorno alla Rocca, all’interno di un doppio circuito murario accessibile attraverso tre successive porte (porta Tagliata, del Girone e del Ponte), e il paese ‘moderno’, sviluppatosi nei secoli successivi attorno alla piazza oggi intitolata ai Martiri della Libertà e a un ampio asse rettilineo di collegamento col primo. Nel sottosuolo tufaceo del borgo medievale rimane il rifugio bellico, scavato nella primavera 1944, all’avvicinarsi del fronte; era capace di ospitare 2.000 persone, la volta è separata dal sovrastante edificato da oltre 20 metri di terra.

Ultimo aggiornamento 11/11/2022
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