La val Tidone

In collaborazione con Touring Club

La valle formata dal torrente Tidone (che si origina dal Monte Penice, alimenta, con portata media annua di circa 1 m3 al secondo, il lago di Trebecco, e confluisce in Po dopo circa 50 km di corso) è la più occidentale delle valli del Piacentino, con caratteri d’ambiente che si stemperano e si confondono con quelli del contiguo territorio pavese, cui peraltro superiormente appartiene. E col Pavese (oltre che con le valli contigue) questo territorio ebbe spesso a spartire, fin dal Medioevo, le vicende storiche, considerando i Malaspina prima, i Dal Verme poi, beneficiari di ampi possessi, capaci di costituire ambiti geopolitici unitari e relativamente autonomi nelle parti più elevate e impervie della dorsale appenninica. 

A loro era assegnato il controllo dei transiti sulle direttrici transappenniniche, tra le quali si inscrive la strada di fondovalle che, all’altezza di Zavattarello, deviava verso la montagna alla volta di Varzi, San Sebastiano Curone e Genova. 

Numerosi di conseguenza i castelli, a partire dalla Rocca d’Olgisio, antesignana dei fortilizi montani, per continuare con quelli posti allo sbocco della valle (Boffalora, Castelnuovo, Pianello), in una situazione di transizione tra le signorie montane e le influenze cittadine e monastiche. 

Particolare importanza ebbe in questa zona il consorzio gentilizio dei Da Fontana, poi frazionato in vari rami e discendenze che ebbero beni e possessi feudali in tutta la valle (gli Arcelli a Borgonovo, i Malvicini a Nibbiano, i Paveri a Piozzano) a volte contesi con i Landi, pure, seppur marginalmente, presenti. 

Nella pianura occidentale piacentina più diretta fu l’influenza del governo cittadino, a cui si deve la fondazione, tra il XII e il XIII secolo, di Borgonovo e Castel San Giovanni, potenti antemurali verso Stradella e verso la nemica Pavia. 

In questa frastagliata cornice di memorie feudali e nobiliari si inscrive l’itinerario, che con andamento circolare (partenza e arrivo a Piacenza) interessa soprattutto l’alta pianura occidentale e la fascia pedecollinare, lasciando a diramazioni secondarie la facoltà di coprire le porzioni superiori della valle, pure interessanti per valori paesistici ma dove la viabilità risulta talvolta incerta o non agevole.

  • Lunghezza
    75,9 km
  • Castello Sarmato (PC)

    Nel nucleo storico fortificato di Sarmato, all'interno di un secondo recinto sta il corpo quadrilatero del castello, sovrastato dal torrione e da torri minori.

  • Sarmato Sarmato (PC)

    A m 74, ab. 2.920. Nel nucleo storico permane un vasto e interessante complesso fortificato, ricordato nel 1376 come possesso del ghibellino Bartolomeo Seccamelica, che utilizzando i primi lievi rialzi collinari si pone a dominio dell’alveo padano. Facendo accesso dalla porta principale (sulla destra si notino le cannoniere) si entra nel primo recinto, strutturato attorno all’oratorio di S. Carlo Borromeo e a numerose dimore rurali, testimonianze di un primitivo ricetto; in fondo a sinistra, in una nicchia, una curiosa statua raffigurante Rocco di Montpellier in cammino sulla Via Romea. All’interno di un secondo recinto sta il corpo quadrilatero del castello.

  • Museo Etnografico della Valtidone Castel San Giovanni (PC)

    Ha sede nella villa Braghieri Albesani e raccoglie materiale attinente alla vita contadina, fossili e frammenti di manufatti di epoca romana.

  • Villa Braghieri Albesani Castel San Giovanni (PC)

    Edificio tardo-seicentesco, oggi di proprietà pubblica, che contiene, all’interno, arredi e affreschi dei secoli XVIII-XIX. Dopo il restauro dei primi anni del nostro secolo è stata adibita a biblioteca comunale e a Museo Etnografico della Valtidone.

  • S. Giovanni Castel San Giovanni (PC)

    Collegiata del secolo XIV. La facciata è tripartita da grandi arcate ogivali che salgono fin sotto al coronamento, adorno di alti pinnacoli e di statuette e teste in terracotta. I portali sono barocchi, quelli laterali sormontati da finestre ogivali, quello centrale da un rosone. Sul fianco sinistro sporge la cappella della Madonna del Popolo e, dietro, il campanile a cuspide conica. L’interno è diviso in tre navate, con volte ogivali a costoloni, da massicci piloni cilindrici ornati da statue. I prospetti delle cappelle laterali sono decorati da stucchi barocchi. In controfacciata, prezioso Crocifisso eseguito da Giacomo e Giovan Angelo del Maino nel 1496. All’inizio della navata sinistra, il fonte battesimale è un’elegante opera in marmo lunense, scolpita nel 1550 dai fratelli Bernardo e Battista Casella. Nella 3a cappella sinistra, della Madonna del Popolo, Sposalizio della Vergine, bella tavola di un artista lombardo, forse Bernardino Luini, databile al primo decennio del secolo XVI. Nell’ultima cappella sinistra, sei statue lignee compongono il cinquecentesco gruppo della Crocifissione; all’altare in fondo alla stessa navata, grandioso polittico intagliato, datato 1448, affine all’analogo conservato nel Duomo di Piacenza, forse eseguito dagli stessi autori (Antonio Burlenghi, Bartolomeo da Gropallo). All’altare maggiore, pala con la Predica di S. Giovanni Battista, di Pietro Melchiorre Ferrari. In sagrestia, polittico di dimensioni inconsuete, firmato e datato «Sebastiano Novelli 1540»; in canonica, prezioso reliquario datato 1347, recante lo stemma dei Da Fontana.

  • Castel San Giovanni Castel San Giovanni (PC)

    A m 74, ab. 13.834, vivace cittadina commerciale, caratterizzata dal regolare impianto del centro storico. Le origini parlano di un’antica pieve detta di Olubra e di un fortilizio chiamato Milonus (nel 954), testimonianze che precedono l’edificazione, nel 1290, di un nuovo e più munito castello, oggi scomparso. Secondo le intenzioni del propugnatore Alberto Scotti, esso doveva avere funzione di sorveglianza dai continui attacchi pavesi. Attorno vi si aggiunse un consistente insediamento colonico racchiuso entro una cinta muraria ad andamento quadrangolare, a cavallo della direttrice stradale (con le due porte d’accesso, Piacentina a est e Pavese a ovest) ed entro i solchi dei torrenti Lora e Carona. Secondo un piano organico lo spazio interno fu diviso in lotti edilizi che compongono l’attuale regolare trama della porzione orientale del centro storico. A occidente, secondo una mappa del 1625, si aggregarono altri quattro lotti delle stesse dimensioni ma esterni al perimetro murato.

  • S. Rocco Castel San Giovanni (PC)

    Chiesa sorta nel 1476 in luogo di un oratorio preromanico di cui fa fede un documento del 954; all’interno, oltre a tracce degli affreschi quattrocenteschi, sono due statue lignee (Madonna col Bambino e Cristo deposto), attribuite a Jan Hermansz Geernaert.

  • Borgonovo Val Tidone Borgonovo Val Tidone (PC)

    A m 114, ab. 7.980, nobile oppidum fondato dal Comune di Piacenza nel 1196 (quasi un secolo prima di Castel San Giovanni), a scopo strategico-militare, poi, fino al 1421, feudo degli Arcelli. La Rocca, attuale sede municipale, che risale al secolo XIII, fu ripresa e rimaneggiata più volte nel corso delle lotte che segnarono queste terre.

  • Rocca Borgonovo Val Tidone (PC)

    La Rocca, attuale sede municipale, che risale al secolo XIII, fu ripresa e rimaneggiata più volte nel corso delle lotte che segnarono queste terre. Allo schema quadrangolare si aggiungono due torri quadrate poste su una delle diagonali. Il rude aspetto esterno, con la cornice mediana in cotto a dente di sega – decoro ricorrente in molti castelli coevi della zona – differisce dalla veste settecentesca della corte interna con un loggiato a tre ordini e scalone di gusto napoletano, voluta dai marchesi Zandemaria che subentrarono nella proprietà nel 1691 (prima di loro il feudo appartenne a lungo ai discendenti di Sforza Secondo, figlio di Francesco Sforza, che lo ebbe nel 1451). L’intero complesso è stato restaurato nel 1981.

  • S. Maria Assunta Borgonovo Val Tidone (PC)

    Costruzione gotico-lombarda degli inizi del secolo XV, con facciata coronata da tre pinnacoli e portale centrale lunettato. Interno a tre navate, diviso da piloni cilindrici che sostengono archi ogivali e recano resti di affreschi devozionali del secolo XV, tra gli esempi migliori, di cultura gotica internazionale; spicca, al 3° pilone sinistro, una Madonna col Bambino. All’altare maggiore, polittico in legno intagliato, ricco di statue policrome, opera dei lodigiani Bongiovanni e Giovanni Bassiano Lupi, datato 1474. Prodotti della scuola dell’Amadeo sono il bassorilievo con l’Annunciazione, posto tra l’altare e la porta laterale, e il ciborio collocato sul lato a sinistra del presbiterio.

  • Castello Borgonovo Val Tidone (PC)

    Castello usato come location per eventi: a pianta trapezoidale, munito di torri cilindriche, reintegrazione di un fortilizio assegnabile al secolo XIV, posseduto dai Dal Pozzo Farnese.

  • Corano Borgonovo Val Tidone (PC)

    A m 313, con belle dimore rurali e un castello, che documenti dicono ricostruito nel 1453.

  • Montalbo Ziano Piacentino (PC)

    A m 374, protetto da un castello dall’inconsueta pianta poligonale.

  • Chiesa dell’Assunta Alta Val Tidone (PC)

    Eretta nel XVII secolo, incorpora come sagrestia l’oratorio trecentesco di S. Maria; l’interno ha una bella decorazione a stucchi e pregevoli arredi, ma il vero vanto della chiesa è l’organo proveniente da Busseto, sul quale il giovanissimo Giuseppe Verdi aveva appreso la musica.

  • Pianello Val Tidone Pianello Val Tidone (PC)

    A m 192, ab. 2.198, al cui nucleo storico, impostato su di un ripiano triangolare, chiuso tra i solchi dei torrenti Tidone e Chiarone, si accede al di là di un ponte. La posizione fu occupata in età romana da un vasto abitato, un cui settore è conservato entro il nuovo cimitero. Nel secolo VII vi fu eretta una chiesa in onore di S. Colombano, denominazione trasferita all’attuale parrocchiale dei Ss. Maurizio e Colombano; dal 1378 fu feudo dei Dal Verme che ne fecero, con Bobbio e la rocca d’Olgisio, uno dei maggiori capisaldi sul confine orientale dello Stato Vermesco. La Rocca, oggi sede municipale, esito di trasformazioni succedutesi nel tempo, presenta uno sviluppo planivolumetrico assai articolato. Nei sotterranei della Rocca è ospitato il Civico Museo archeologico della Val Tidone. La Parrocchiale, seicentesca, ha una graziosa facciata in laterizio del 1712.

  • Museo archeologico della Val Tidone Pianello Val Tidone (PC)

    Nei sotterranei della Rocca è ospitato in tre sale il Civico Museo archeologico della Val Tidone che raccoglie i reperti di età pre e protostorica (dal VI millennio al V secolo a.C.), romana e medievale rinvenuti nella val Tidone.

  • Rocca d’Olgisio Pianello Val Tidone (PC)

    Sulla dorsale che divide la val Tidone da quella del Chiarone appare, sopra una rupe, l'isolata rocca d’Olgisio, m 564 o d’Olzese, come risulta citata nelle fonti antiche. La sua collocazione, sopra uno sperone di roccia arenacea fortemente erosa, ne ha fatto un monumento tra i più suggestivi, oltre che tra i più antichi, del Piacentino. Appartenne nei secoli X e XI ai monaci di S. Savino di Piacenza, poi passò a quelli di S. Sisto fino al 1296; dopo un duro assedio fu presa nel 1314 da Obizzo Landi e ceduta nel 1322 alla Chiesa; verso il 1378 la conquistò Gian Galeazzo Visconti, che la consegnò ai Dal Verme, ai quali appartenne, con intervalli, fino a tutto il ’700. Ha uno sviluppo irregolare con un solo accesso disposto verso il lato nord, preceduto da ben tre ordini di spessi muraglioni. Nel cortile più interno è un pozzo, profondo 50 m, e sul lato sud un edificio con funzioni residenziali costruito dai Dal Verme nel XVII secolo e abbellito da un doppio loggiato. Alcuni ambienti della Rocca sono stati adattati per accogliere un B&B.

  • Pecorara Alta Val Tidone (PC)

    A m 479, modesto abitato a dominio della valle del Tidoncello, la cui antica chiesa rovinò nel 1617 in seguito a una frana; l’attuale parrocchiale di S. Giorgio conserva un bell’altare maggiore del Settecento.

  • Giardino Botanico Alpino di Pietra Corva

    Ale falde della cima omonima (m 1.078), potente cuspide di serpentino; contornato da una rigogliosa faggeta, il giardino ospita, ben acclimatate, specie floreali delle più svariate provenienze.

  • Nibbiano Alta Val Tidone (PC)

    A m 284, sede municipale del comune di Alta Val Tidone, ab. 2.964, del cui castello, risalente al 1029, ripetutamente rimaneggiato, rimangono alcuni resti negli edifici (uno è la sede municipale) e una torre all’ingresso del paese. Nella parrocchiale di S. Pietro si conserva un dipinto seicentesco influenzato dalla pittura di Camillo Procaccini.

  • Lago di Trebecco Alta Val Tidone (PC)

    A m 329, bacino artificiale ottenuto mediante una diga ad archi multipli gettata nel 1921-28, al fine di accumulare e regimare le acque del Tidone per irrigazione e produzione di energia elettrica.

  • Arcello Pianello Val Tidone (PC)

    A m 290, del cui primitivo recinto fortificato rimane, in bella evidenza sull’alto di un poggio, la torre-campanile.

  • Castello di Boffalora Agazzano (PC)

    Appartenuto in origine agli Arcelli, potenti feudatari della zona; vi arriva una strada campestre di 1 km che consente, aggirando l’intero complesso, l’osservazione del possente mastio e delle quattro torri con caditoie, elementi di richiamo che sporgono dal perimetro quadrangolare delle mura.

  • Montecanino Piozzano (PC)

    A m 465, sulla cima del colle conserva, sparsi tra la vegetazione e tra rustiche abitazioni, i vistosi ruderi di un recinto fortificato tra i più vasti e muniti della zona, appartenuto agli Scotti di Mezzano dal 1528 fino ai primi del secolo XIX.

  • Agazzano Agazzano (PC)

    A m 184, ab. 1.999, in periodo feudale piccola capitale del casato degli Scotti. Di questa famiglia rimane il vasto castello, sorto forse nella seconda metà del secolo XIII, rimaneggiato nel XVI, e affiancato da un vasto palazzo residenziale settecentesco. Lungo la provinciale detta di Agazzano, bella e panoramica arteria di collegamento tra le valli del Tidone e del Luretta, appare su di un colle il turrito profilo del castello di Boffalora e si incontra, poco distante dal paese, la bella torre quadrata di Passano.

  • Castello Agazzano (PC)

    Vasto castello (visitabile) di proprietà del casato degli Scotti, sorto forse nella seconda metà del secolo XIII, rimaneggiato nel XVI, e affiancato da un vasto palazzo residenziale settecentesco. L’edificio più antico ha pianta rettangolare e basse torri rotonde (secondo un modello rintracciabile anche nei vicini fortilizi di Lisignano e di Niviano, in val Trebbia); pure interessanti il mastio d’accesso al lato sud, collegato mediante due ponti al corpo principale, e il cortiletto interno provvisto, su tre lati, di un arioso loggiato cinquecentesco.

  • Piozzano Piozzano (PC)

    A m 222, ab. 600, antico possesso dei conti di Lomello e poi dei Paveri; oltre il torrente emergono le due basse torri d’angolo del castello detto La Canova (secolo XVI).

  • Castello Gazzola (PC)

    Scenografico castello di grande suggestione e immerso in un vasto parco (oggi location per eventi), antico possesso dei monaci piacentini di S. Savino (l’atto donativo risale al 1001). L’attuale veste ottocentesca si deve alla reinvenzione stilistica di Camillo Guidotti (1887) e ne valse, nel 1910, la cancellazione dall’elenco degli edifici monumentali poiché ritenuto privo di qualsiasi carattere originario.

  • Castello di Lisignano Gazzola (PC)

    Dopo il ponte sul torrente Luretta si scorge sulla sinistra il profilo del castello di Lisignano che, leggermente infossato, non lascia presagire, se non dopo aver guadagnato un punto di osservazione più ravvicinato, la possente e pittoresca struttura, tuttora circondata da un largo fossato sul quale si protendono il ponte levatoio e un’esile passerella in pietra a tre archi. Eretto probabilmente nel tardo XIV secolo dagli Arcelli, ebbe diversi proprietari che gradatamente lo ridussero a residenza pur senza alterarne nella veste esteriore i caratteri fortificati quali le quattro torri angolari, i muraglioni a scarpata e le cortine. Al secolo XVIII risalgono invece il duplice portico, lo scalone, e le sale.

  • Gazzola Gazzola (PC)

    A m 139, ab. 2.118, con castello (sede municipale) di origine trecentesca, rimaneggiato, e parrocchiale neoromanica di S. Lorenzo, a pianta ottagonale, di Camillo Guidotti (1915).

  • Castello di Rivalta-Fondazione Zanardi Landi Gazzola (PC)

    Notevole castello posto sopra uno scoglio lungo la riva sinistra della Trebbia. Della costruzione medievale rimane una poderosa torre quadrata posta all’ingresso dell’abitato. Al periodo Landi (secoli XV-XVIII) si assegna la trasformazione del maniero in dimora residenziale con la costruzione di più corpi di fabbrica organizzati attorno a un elegante cortile rinascimentale. Il complesso (abitato, ma visitabile) comprende alcuni ambienti che formano il Museo del Castello di Rivalta (armi antiche, arte sacra), frutto del collezionismo dei proprietari; è dominato e caratterizzato da una grossa torre cilindrica, su cui si eleva una torretta terminante a cuspide, innalzata nel ’700.

  • S. Martino Gazzola (PC)

    Costruzione del secolo XV, con decorazioni in terracotta all’esterno, bel soffitto a capriate e abside a volte costolonate (all’interno, anche due tele seicentesche di Giovanni Francesco Ferranti, raffiguranti David e Isaia).

  • Santuario della Madonna del Pilastro Rottofreno (PC)

    Eretto nel secolo XVI, contenente affreschi della scuola dei Natali.

Ultimo aggiornamento 11/11/2022
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