Piacenza: la città esterna

In collaborazione con Touring Club

Fino al secondo dopoguerra il centro murato coincideva con l’intera città e ancora nel 1950 erano trascurabili gli insediamenti oltre la cerchia.

Chiusa a est dalla ferrovia, a nord dal Po (con cui la città mantiene un rapporto di estraneità), a ovest dalle installazioni militari, Piacenza è cresciuta tra il 1955 e il 1975 in modo unidirezionale lungo le direttrici sud e sud-est

 Degli oltre 100 mila abitanti che oggi costituiscono la popolazione del comune, oltre 70 mila risiedono nell’uniforme periferia stesa a sud degli ex bastioni, dove il piano regolatore del 1978 ha dislocato alcune attrezzature di interesse cittadino.

  • Lunghezza
    n.d.
  • Piacenza Piacenza (PC)

    Nodo ferroviario e autostradale di primaria importanza sulla riva destra del Po, Piacenza (m 61, ab. 104.260) è la ‘porta dell’Emilia’ per chi proviene dal Piemonte e dalla Lombardia; lambita dalle grandi correnti di traffico, ha conservato la sua forte, e un po’ appartata, fisionomia di centro padano.

    Nonostante la discontinuità delle vicende politiche ed economiche, la città offre una sequenza ininterrotta di brillanti fasi artistiche: dagli episodi monumentali del Medioevo alle espressioni del Rinascimento, fino agli esempi di edilizia civile del XVII e XVIII secolo che oggi configurano il carattere prevalente del centro storico.

  • Parco della Galleana Piacenza (PC)

    Ex Polveriera, trasformata dopo il 1978 in parco.

  • Chiesa di S. Lazzaro Piacenza (PC)

    Ricostruita da Domenico Trifogli a partire dal 1720. Interno a una navata con cappelle laterali: nella 2a destra, Crocifissione di Camillo Procaccini; nella 3a, S. Lazzaro di Antonio Bresciani; all’altare maggiore, S. Vincenzo di Giuseppe Peroni; nella 2a cappella sinistra, i Ss. Antonio e Giuseppe di Gaetano Callani; nella 1a, il barocco mausoleo del cardinale Giulio Alberoni, con statue di Giovanni Cibei (1753).

  • Collegio Alberoni Piacenza (PC)

    Con sede in uno degli edifici storici piacentini più significativi, il Collegio Alberoni ha sempre mantenuto la sua funzione originaria di scuola per la preparazione alla vita ecclesiastica oltre che centro di approfondimento teologico, filosofico e scientifico.

    Fondato dal cardinale Giulio Alberoni (1664-1752), primo ministro di Filippo V di Spagna e protagonista di importanti avvenimenti politici del suo tempo, venne aperto nel 1751 e affidato dal cardinale ai Padri della Missione, che ne fecero una scuola di alto livello culturale.

    La struttura comprende, oltre al vero e proprio collegio, una preziosa biblioteca ricca di circa 130.000 volumi, il Gabinetto di Fisica, quello di Scienze Naturali, un Osservatorio sismico e meteorologico (1802) perfettamente funzionanti e una Specola astronomica (1870).

    Vanto del Collegio è la Pinacoteca, costituita dalle raccolte romane e piacentine del cardinale e da successive acquisizioni.

  • Galleria d'Arte «Alberoni» Piacenza (PC)

    Vanto del Collegio Alberoni è la Pinacoteca, costituita dalle raccolte romane e piacentine del cardinale Giulio Alberoni e da successive acquisizioni.

    Se le opere più antiche e delicate, tra le quali i due preziosi dipinti su tavola Madonna della fontana e Bicchiere con i fiori in una nicchia di Jan Provost, capolavori fiamminghi e dei maggiori pittori di storia del Seicento italiano come Guido Reni e Luca Giordano, sono custodite nell’Appartamento del cardinale, situato nel cuore del Collegio, la parte maggiore della preziosa quadreria alberoniana è allestita nella Galleria Alberoni, fabbricato costruito negli anni ’60 del secolo scorso e oggi moderno museo, sala congressi e concerti.

    Si possono qui apprezzare sculture e crocifissi, una selezione dei più preziosi paramenti sacri, pregevoli dipinti quali La Cacciata dei mercanti dal tempio di Gian Paolo Panini, opere sei e settecentesche di Giovanni Battista Lenardi, Domenico Maria Viani, Sebastiano Conca, Sebastiano Martinez e numerosi quadri di genere: nature morte, marine, paesaggi, battaglie, fiori.

    La grande sala degli arazzi della Galleria è dedicata ai diciotto superbi arazzi, suddivisi in tre serie: gli otto della serie di Enea e Didone, gli otto della serie di Alessandro Magno e i due arazzi più antichi e preziosi, quelli della cosiddetta serie di Priamo, di dimensioni eccezionali strepitosi per finezza di tessitura, realizzati a Bruxelles nel primo quarto del XVI secolo.

    Vera perla della raccolta è però l’Ecce Homo, capolavoro di Antonello da Messina che in questa opera commovente ed estremamente suggestiva sembra aver definitivamente conquistato quella stupefacente sintesi tra realismo lenticolare di ascendenza fiamminga e visione plastico-prospettica tipica della civiltà figurativa italiana.

  • San Lazzaro Alberoni Piacenza (PC)

    La più antica espansione extra-murale prende il nome di San Lazzaro Alberoni, insediamento sorto da un hospitium, trasformato nel 1732 in collegio ecclesiastico a spese del cardinale Giulio Alberoni, primo ministro di Filippo V di Spagna, poi legato pontificio a Ravenna e a Bologna.

    Sulla strada si fronteggiano l’edificio della Università Cattolica (1954), sezione staccata di quella di Milano, e la chiesa di S. Lazzaro, ricostruita da Domenico Trifogli a partire dal 1720.

Ultimo aggiornamento 11/11/2022
SITO UFFICIALE DI INFORMAZIONE TURISTICA © 2024 Regione Emilia-Romagna | Assessorato Turismo e Commercio