Bologna, la città dei portici

Una passeggiata sotto i portici più lunghi in Italia, fra storia e attualità

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Immaginare Bologna senza i suoi portici è un’operazione impossibile. Il portico è un elemento architettonico talmente diffuso in città da esserne diventato un simbolo, al pari delle Due Torri o dei Tortellini. E ha segnato anche un record: con quasi 40 chilometri i portici bolognesi sono i più lunghi d’Italia e nel mondo.

A metà strada fra il “dentro” e il “fuori”, i portici da sempre favoriscono la socialità e il commercio, ma hanno anche la funzione pratica di proteggere dalle intemperie e dal sole, permettendo a bolognesi e turisti di passeggiare comodamente per la città (quasi) sempre con un tetto sulla testa. 

Nel 2021 sono stati dichiarati anche Patrimonio UNESCO dell'Umanità: non tutti e 62 km ma solo 12 tratti selezionati con un’accurata ricerca tra quelli centrali e quelli più periferici riconosciuti come “un elemento identificativo della città di Bologna, sia dalla comunità che dai visitatori... punto di riferimento per uno stile di vita urbano sostenibile, in cui gli spazi religiosi e civili e le abitazioni di tutte le classi sociali sono perfettamente integrate”.

La storia del portico a Bologna

Come nascono i portici? Per raccontarne le origini dobbiamo fare un tuffo nel Medioevo, quando l’aumento della popolazione, legata in particolare al richiamo dell’Università, rese necessario inventarsi nuovi spazi urbani.

Nacque così l’idea di ampliare i piani alti degli edifici costruendo sulla facciata una sorta di balcone in legno (detta sporto), che nel tempo crebbe di volume al punto da dover essere sostenuto con travi di legno, poggiate sul piano stradale.

Siamo nell’XI secolo. Due secoli più tardi, vista la proliferazione di questa pratica, il Comune di Bologna stabilì l’obbligo di costruire un portico in muratura per ogni abitazione (1288). Da quel momento il portico divenne ufficialmente il luogo dello scambio e del commercio, nonché lo spazio in cui gli artigiani tenevano il loro laboratorio.

Alcuni rari portici in legno sono però sopravvissuti nel centro storico fino ai nostri giorni. Per vedere coi propri occhi questa incredibile testimonianza del passato basta cercare la suggestiva Casa Isolani in Strada Maggiore, oppure andare sotto alle Due Torri e ammirare gli attigui porticati delle Case Reggiani-Seracchioli.

Il portico più lungo e altri record

L’itinerario fra i portici di Bologna prosegue su Strada Maggiore con la Chiesa di Santa Maria dei Servi, che vanta il portico più largo della città, sede del mercatino natalizio di Santa Lucia. Poco lontano da Piazza Maggiore si trova poi quello del Palazzo Arcivescovile, il più alto con i suoi 10 metri di estensione, edificato nel 1293 in via Altabella. Con soli 95 centimetri di larghezza, il portico della centrale via Senzanome si aggiudica invece il titolo di portico più stretto.

Un paragrafo a parte merita il portico che si inerpica fino al Santuario della Madonna di San Luca, una successione di 664 archi per un totale di 3,796 km, che ne fanno il più lungo al mondo. Fu costruito tra il 1674 e il 1739 per motivi religiosi: era necessario infatti proteggere i fedeli che ogni anno assistevano alla processione dell’immagine sacra della Madonna di San Luca fino al centro storico, un rituale ancora oggi celebrato.

Dopo un tratto pianeggiante che inizia appena fuori Porta Saragozza, il percorso comincia a salire nel tratto chiamato Meloncello e da qui scalino dopo scalino giunge a San Luca, a quota 270 metri. Sono molti oggi gli sportivi che salgono di corsa fino al Santuario; si può raggiungere però anche in auto o con il trenino del San Luca Express.

Ultimo aggiornamento 09/02/2022

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