Una giornata nei piccoli borghi dell’Alta Valmarecchia

Cultura, natura e golosità

Logo CC

Il minuscolo Petrella Guidi, con un aspetto medioevale mantenuto in maniera mirabile; Sant’Agata Feltria, scrigno di testimonianze preziose; Perticara, sede di un museo veramente originale. E, per concludere, con una golosa sosta a Talamello, patria del Formaggio di Fossa.

Si parte da Rimini imboccando la SP258, nota come Strada Marecchiese e si percorre questa lunga vallata segnata dal corso del Marecchia, il fiume che nasce in Toscana, dal Monte Zucca, nel complesso dell’Alpe della Luna, e sfocia a Rimini. 

Il paesaggio è attraente e armonico nei suoi contrasti. 

Verdi colline e campagne ben coltivate si alternano a inattesi speroni di roccia calcarea sui quali la Signoria dei Malatesta e Montefeltro ha edificato torri e fortezze a controllo del territorio: punti, oggi, dai quali si può godere di uno straordinario paesaggio, sia verso il mare che verso i monti. 
Il percorso fino alla nostra prima tappa, dura circa un’oretta.

  • Durata
    24 ore
  • Interessi
    Arte & Cultura
  • Target
    Amici/Solo
  • Prima tappa - Petrella Guidi Sant'Agata Feltria

    Tutto d'un tratto appare agli occhi l’immagine di un borgo che sembra venire dalle fiabe: Petrella Guidi

    Una spruzzata di case attorno alla rocca, i resti del castello e della cinta muraria, la porta gotica “scolpita” di stemmi: lasciatevi penetrare dall’atmosfera magica delle vecchie pietre, poi sedete per un po' nel Campo dei Nomi, accanto alle pietre che recano iscrizioni toccanti del poeta Tonino Guerra per gli amici Federico Fellini e Giulietta Masina. 

    Davanti a questi marmi si sono incontrati Wim Wenders e Michelangelo Antonioni per rendere omaggio alla grande coppia di Cinecittà e all’ennesima “invenzione” di Guerra.

    Ora questo borgo affascinante è quasi disabitato, ma pressoché intatto nella sua struttura medievale, dominato da una rocca in rovina, con una grande torre costruita dai Tiberti fra il XII e il XIII secolo.

    Sui muri di questa torre resiste ancora in molti punti l’originale intonaco candido, a testimoniare che le antiche fortificazioni erano intonacate e dipinte e si rendevano ben visibili nel paesaggio anche per i loro colori, che in genere rispecchiavano quelli araldici della famiglia che li possedeva. 

    La porta delle mura conserva uno stemma malatestiano (di Galeotto) affiancato da uno stemma degli Oliva, che lo tennero con la protezione dei “Malatesti” fino all’inizio del Quattrocento, e uno stemma della Chiesa (le chiavi incrociate). 
    Il panorama da quassù è bellissimo, l’occhio si perde su tutta la valle e il percorso del fiume.

  • Seconda tappa - Sant'Agata Feltria Sant'Agata Feltria

    Procedendo oltre Petrella si giunge a Sant’Agata Feltria, dominata da una bella rocca malatestiana, costruita su un roccione chiamato “Sasso del Lupo”. 

    La rocca fu modificata da Federico da Montefeltro cui si deve l’aggiunta di un bastione progettato da Francesco di Giorgio Martini e soprelevata dai Fregoso che ne furono gli ultimi feudatari.

    Questo castello sembra rapito alle favole, così come il prezioso teatro Mariani, gioiello di tradizione seicentesca costruito completamente in legno. Qui ai frutti del sottobosco, come funghi porcini e tartufo, è dedicata un’importante fiera che si svolge tutti gli anni ad ottobre.

    Potete cominciare la visita dal Castello che da ospitalità in modo permanente al mondo delle fiabe, con una collaborazione speciale dello stilista Salvatore Ferragamo. 

    Quattro sono le stanze in cui si sviluppano altrettante tematiche fiabesche, popolate di libri, video, e animazioni multimediali a tema. Accanto alle realizzazioni artigianali sono state infatti installate alcune modernissime tecnologie, che creano un piacevole equilibrio tra tradizione ed innovazione. 

    Passeggiando per il paese non perdetevi il percorso dedicato alle fontane

    La più bella secondo noi è quella della chiocciola, un poetico richiamo alla lentezza e alle necessità dell’anima, ideata dal poeta Tonino Guerra. La fontana è composta da oltre 300.000 tessere di mosaico policrome e dorate ed è stata realizzata dall'artista ravennate Marco Bravura.

    Quest’opera originale si adagia lungo la scalinata che unisce la parte alta del borgo a piazza Martiri d'Ungheria, su cui si affacciano i saloni delle scuderie, proprio dietro il Teatro Mariani.

    La Luna nel Pozzo e Impronte della Memoria sono le altre due fontane che meritano una sosta.

  • Terza tappa - Perticara Novafeltria

    Sulla strada del ritorno fermatevi a Perticara

    Qui c’è il Sulphur, un museo storico minerario che permette di entrare nelle viscere della terra. È il più emozionante e anche commovente spazio museale della provincia di Rimini. 

    È così potente la sua forza evocativa e così reale il contatto con la realtà della miniera che una visita non può lasciare indifferenti. 

    Il Museo è nato con l’intento di testimoniare l’attività estrattiva dello zolfo nella miniera di Perticara. Il percorso è strutturato per temi a riprodurre le varie fasi, dall’estrazione alla fusione dello zolfo. 

    Il tutto culmina ne La miniera, fedelissima e realistica ricostruzione di un itinerario sotterraneo inaugurato nell’ottobre 2005, in cui la visita diventa esperienza straordinaria, facendo rivivere il lavoro di migliaia di uomini rinchiusi nelle profondità della terra. Il Percorso dello zolfo e le Officine illustrano il lavoro quotidiano dei minatori attraverso gli attrezzi utilizzati in miniera, tra cui una serie completa di lampade ed un assortito patrimonio di documenti, disegni, fotografie e filmati d’epoca. 

  • Quarta tappa - Talamello Talamello

    Per concludere la giornata la cena è d’obbligo a Talamello, rigorosamente a base di formaggio di fossa, un prodotto locale la cui caratteristica è quella di riposare in apposite fosse per oltre tre mesi.

    Ambra di Talamello” è il nome attribuitogli dal vate della Valmarecchia Tonino Guerra per le inconfondibili sfumature del suo colore, l'inebriante profumo e l'irresistibile sapore.

    Per chi non ha mai assaggiato questo prodotto prelibato, consigliamo senza dubbio la fiera a metà novembre, quando avviene il rito della “sfossatura”.

    Scoprirete così che l’usanza di mettere il formaggio nelle fosse non è nata con intenzioni culinarie. Secondo la leggenda il procedimento risale al passato, quando gli allevatori della zona dovevano nascondere i formaggi ai predoni o forse, più semplicemente, questa modalità permetteva loro di conservare il prodotto per un lungo periodo senza farlo seccare troppo.

    Con la pancia piena vi auguriamo una buona serata tra i panorami della Valmarecchia.

Ultimo aggiornamento 23/01/2024

Per maggiori informazioni

Redazione Riviera di Rimini

Uffici informazione turistica

Sant'Agata Feltria - Ufficio Informazioni e Accoglienza Turistica (IAT)
Info
Novafeltria - Welcome Room
Info
Talamello - Welcome Room
Info

Potrebbe interessarti...

SITO UFFICIALE DI INFORMAZIONE TURISTICA © 2024 Regione Emilia-Romagna | Assessorato Turismo e Commercio