Una zona pianeggiante, con dislivelli lievi, mura e argini percorribili e un centro storico chiuso al traffico: questa è la città di Piacenza che si può scoprire e visitare su due ruote.
L'itinerario prevede di passare la mattina tra le chiese del centro, dedicare le ore intermedie ad una pedalata lungo le mura e proseguire il pomeriggio sugli argini, concludendo con la visita a Santa Maria di Campagna al limitare delle mura.
Saliti in sella, si parte dal lato nord della città lungo Viale Risorgimento, che dal Monumento dei Pontieri porta verso il cuore della città. Sulla destra si apre il Campo Arena Daturi, sovrastato dalla mole di Palazzo Farnese.
Palazzo Farnese è attualmente sede dei Musei Civici, ma nasce come residenza ducale della famiglia Farnese, costruito sulle spoglie della cittadella militare di epoca viscontea.
Oggi, osservando il Palazzo da sud (Piazza Cittadella) si colgono ancora le due diverse strutture: verso ovest il fossato e la torre circolare della Rocca Viscontea; verso est le finestre con timpano e le raffinate decorazioni in pietra bianca, a sottolineare dettagli architettonici del palazzo rinascimentale.
Un passaggio nel cortile permette di scoprire che il progetto, non finito, prevedeva un teatro a spalti nell'area cortilizia; lo si capisce dalla presenza di una parete curva.
In fondo alla corte si trovano alcune colonne che ricordano l'ambizioso progetto di Jacopo Barozzi, noto come il Vignola, per i duchi di Parma e Piacenza.
Dalla Piazza Cittadella si torna sulla strada principale e, subito dopo l'istituto Romagnosi, si svolta a sinistra in Via Gregorio X. Questa stretta via conduce all'interno del reticolato urbano, che ripercorre lo stesso tracciato di epoca romana.
Dopo pochi metri si incontra un edificio peculiare, la cui facciata taglia l'angolo retto dell'incrocio come una scenografica sorpresa. Si tratta dell'Oratorio di San Cristoforo, detto anche Oratorio della Morte dal nome della congregazione che lo gestiva. Si tratta di un edificio di fine Seicento progettato dall'architetto di corte Valmagini e decorato internamente dagli scenografi più famosi dell'epoca, i Bibiena.
Attualmente ospita il Piccolo Museo della Poesia, che prevede l'apertura al pubblico nella giornata di domenica.
Proseguendo su Via Gregorio X, sulla sinistra si trova un'ex chiesa gesuita oggi di un teatro; all'incrocio con Via Melchiorre Gioia è collocata una targa che indica l'abitazione di questo protagonista del Risorgimento piacentino.
In fondo a Via Gregorio X si giunge in uno spiazzo sul quale si affaccia il tribunale, che trova sede nel palazzo un tempo appartenuto alla famiglia Landi; dirimpetto vi è la sede della Procura, dietro ai cui cancelli si trova un palazzo farnesiano seicentesco, Palazzo Madama.
A fianco è visibile l'imponente facciata della trecentesca chiesa sconsacrata di San Lorenzo, fondata dall'ordine mendicante degli Agostiniani.
Chiude via del Consiglio la Chiesa di Sant’Eustachio (Parrocchia dei Santi Tre Vescovi), in uso agli Ortodossi.
Lasciata Via del Consiglio, proseguendo su Via Legnano (a piedi, contromano), si arriva in Piazza del Duomo. Qui si trova la Cattedrale di Piacenza, costruita a partire dal 1122 e intitolata a Santa Maria Assunta e Santa Giustina.
Dall'esterno è interessante osservare i portali laterali con i telamoni e le architravi che narrano l'avvento di Cristo. Un dettaglio che stimola curiosità è anche la gabbia appesa al campanile; si tratta di un monito voluto da Ludovico il Moro nel 1495: chi avesse compiuto un reato vi sarebbe stato imprigionato.
All'interno colpiscono le formelle incastonate nei pilastri, che celebrano le corporazioni che finanziarono la costruzione della chiesa, e l'area presbiteriale con gli affreschi seicenteschi.
Riprendendo Via Legnano e girando poi a sinistra su Via Roma, si trovano i Giardini Merluzzo, così chiamati per la loro forma; in fondo all'area verde si trova l'ingresso della Basilica medievale di San Savino.
Da non perdere il mosaico medievale nella cripta, quello sull'altare e il crocifisso ligneo.
Ritornando su Via Roma, passando nuovamente per Piazza Duomo e Via Chiapponi, si arriva alla Basilica di Sant'Antonino, dedicata al Santo Patrono della città.
A pochi passi, su Via Giuseppe Verdi, si affaccia inoltre il Teatro Municipale, ispirato alla Scala di Milano.
Da Piazza Sant'Antonino proseguendo verso sud lungo Via Giordani (superato il semaforo al quale ci si ferma anche per ammirare la chiesa sconsacrata di Sant’Agostino, ora sede di una galleria d'arte e di un ristorante), si sale in cima alla salita e si svolta a sinistra.
Si accede così al viale alberato di Pubblico Passeggio (che i piacentini chiamano Facsal), che percorre il tratto sud delle antiche mura di cinta di Piacenza.
In fondo al percorso, all'altezza del parco giochi, si svolta a destra e dopo alcuni metri si imbocca la ciclabile, tenendo sempre la destra in discesa per ammirare le mura da sotto.
Si risale, quindi, da Via Alberici per tornare verso Piazza Sant'Antonino.
Da Piazza Sant'Antonino, lasciandosi la chiesa a destra, si imbocca Via Sant’Antonino, accolti da un palazzo che presenta una facciata con bugnato simile a quella del Palazzo dei Diamanti di Ferrara.
Oggi palazzo delle Poste, nacque come sede bancaria. Accanto all'ingresso principale è d'obbligo fermarsi per cercare il ramarro in pietra scolpito su uno dei “diamanti”, che per i piacentini è un porta fortuna.
Si prosegue percorrendo Via Sant’Antonino fino in fondo e sulla destra si arriva in Largo Battisti e poi in Piazza Cavalli.
Siamo nel cuore della città, dove godere della vista dei Monumenti equestri che rappresentano Ranuccio e Alessandro Farnese, del Palazzo Gotico e della Chiesa di San Francesco. Consigliamo di fermarsi qui per la pausa pranzo.
Dopo pranzo è tempo di riprendere la bicicletta per spostarsi nella zona nord della città.
Si imbocca Via Cavour, che poi prende il nome di Viale Risorgimento, fino al Monumento al Pontiere; superandolo, si imbocca la ciclabile sul ponte del Po e dopo pochi metri si scende sulla destra per arrivare su Via del Pontiere.
Si arriva così lungo l'argine del fiume Po, che si può percorrere per diversi chilometri.
Tornando indietro lungo lo stesso percorso, da Via del Pontiere si svolta a destra all'incrocio che procede in discesa e si risale verso la città dal sottopassaggio.
Attraversata la rotonda di Via XXI Aprile si scorge una porta che permette di attraversare le mura. La si attraversa e si percorre Via Maculani verso destra, passando a fianco del Bastione di Porta Borghetto.
Percorsa tutta Via Maculani, che verso ovest diventa Via Tramello, si giunge alla Basilica di Santa Maria di Campagna.
L'edificio attuale, sorto sul luogo di sepoltura di martiri cristiani del IV secolo d.C. e sulle spoglie di precedenti edifici di culto, risale ai primi decenni del '500.
L’architetto piacentino Alessio Tramello realizzò qui a partire dal 1522 la sua opera più importante, un’architettura d'ispirazione bramantesca: un edificio a croce greca, arricchito da cappelle angolari che creano un sistema di raccordo tra i bracci.
Gli interni sono stati affrescati da Giovanni Antonio de Sacchis, detto il Pordenone, dando un'impronta manierista alla basilica. Dietro all'altare un'epigrafe ricorda che qui è sepolta Isabella Farnese, con il cuore del fratello Francesco.
La Basilica si affaccia sul Piazza delle Crociate, il luogo in cui Papa Urbano II nel 1095 annunciò la Prima Crociata, poi ufficializzata a Clermont-Ferrand.