Città del Novecento e piccola capitale del Razionalismo Italiano, Tresigallo è il tentativo riuscito di costruire una realtà architettonica assolutamente innovativa.
Tresigallo infatti è un antico centro di origine medievale che vive il suo periodo più importante a partire dagli anni Trenta del Novecento, quando Edmondo Rossoni, Ministro dell’agricoltura del governo Mussolini, nativo del luogo, la trasforma secondo i canoni dell’architettura razionalista.
Ha ottenuto il riconoscimento di "Città d'arte” come uno dei pochi esempi di città di fondazione.
Partiamo da Via del Lavoro dove sorge un edificio in cui campeggia la grande scritta “SOGNI”, uno dei simboli della città metafisica.
Oggi Urban Center, tale struttura fu originariamente destinata a luogo di spogliatoio e bagni per i giovani inquadrati nelle formazioni propagandistiche del regime.
Tale finalità, tuttavia, durò lo spazio di pochi anni, visto che l’edificio venne poi abbandonato e nel corso del tempo cambiò destinazione d’uso, divenendo anche rifugio per sfollati durante il secondo conflitto mondiale.
Poco più in là sorge l’attuale biblioteca, Casa della Cultura.
Si tratta dell’ex Casa della Gioventù Italiana del Littorio, e prima Casa del Balilla, dove i giovani venivano formati sia da un punto di vista fisico sia ideologico.
Al suo interno trovavano spazio la palestra, l’ufficio per l’istruzione premilitare e la scuola guida.
Tra il 1933 ed il 1939 gli operai tresigallesi, parte della Società Immobiliare Operai, costruirono il Teatro Cooperativo.
Edmondo Rossoni vi portò la grande opera lirica, ospitando tra gli altri l’orchestra del Teatro dell’Opera di Roma diretta da Mario Mascagni. Oggi l’edifico è la sede della conosciutissima Banda Filarmonica.
L’attuale caserma dei carabinieri era un tempo la sede del Partito Nazionale Fascista locale, uno degli edifici più rappresentativi del regime.
Una struttura monumentale, tipica dell’architettura di regime, collocata in posizione strategica all’interno del paese; è caratterizzata dallo sfalsamento dei volumi della facciata e dall’uso del travertino romano.
Ritroviamo il travertino anche nella chiesa di Sant'Apollinare, di origine romanica (1044 d.C.), con il quale fu ricoperta l’originale facciata settecentesca, arricchita anche con bassorilievi in marmo e decorazioni monumentali.
Il portico della chiesa, invece, si caratterizza per un elegante impianto curvilineo in cemento armato, rivestito di intonaco in Graniglia, impreziosito nella parte superiore da una lunga sequenza di formelle lapidee raffiguranti simboli della cultura agricola del territorio.
Un altro dei maggiori simboli del razionalismo a Tresigallo è rappresentato dall’ingresso monumentale al campo sportivo, dove gioca la squadra locale.
Una vera e propria quinta scenica, espressione di quella romanità classicheggiante di cui il regime voleva riappropriarsi.
Anch’esso realizzato in marmo travertino e privo di decorazioni, era in origine affiancato da un portale di raccordo, ora però demolito, con l’adiacente edificio delle scuole elementari.
L'edificio ospitava al suo interno anche l'appartamento del custode del campo sportivo, svolgendo quindi una funzione che non era soltanto monumentale.
La Piazza della Rivoluzione, ora Piazza della Repubblica, si colloca lungo l’asse urbano che collega simbolicamente il luogo del lavoro (la zona industriale) al luogo della memoria (il cimitero).
Vero e proprio baricentro del paese, si presenta come un emiciclo imperfetto dalle dimensioni notevoli, con alti portici destinati ad edifici, che nella concezione di Rossoni dovevano favorire la fruizione cittadina, tra i quali il Teatro, l'unico edificio pubblico a funzione collettiva.
Guardando l'emiciclo verso la Via del Mare, si ergono due importanti edifici: l'edificio di destra realizzato dall'INA Assicurazioni e quello di sinistra dalle Assicurazioni Generali.
Sono ancora riconoscibili alcune simbologie sulla pavimentazione e sul prospetto del portico, ove appare evidente il Leone di San Marco. Nel centro della piazza si trova, invece, la fontana con sculture bronzee di gazzelle.
Percorrendo la Via Corridoni, si trova il cimitero che, come detto, mette in relazione il luogo del riposo e il mondo del lavoro.
Non a caso sulla facciata della chiesetta-camera mortuaria si erge un’originalissima scultura di Enzo Nenci che presenta un inedito angelo-operaio dalle enormi mani che spicca il volo.
A circondare il cimitero, una cinta muraria interrotta centralmente dall’ingresso, un portale a trifora che precede la tomba monumentale di Edmondo Rossoni, fautore della rifondazione razionalista di Tresigallo.
Spostandoci, infine, di circa 1 km fuori dal centro abitato, non possiamo trascurare Palazzo Pio che, per quanto non abbia nulla a che fare con il periodo razionalista, rappresenta un edificio di grande pregio e dall’alto valore storico.
Si tratta di un felice esempio di costruzione cinquecentesca, sorta probabilmente come dimora nobiliare per scopi venatori.
Con tutta probabilità venne edificato, tra il 1517 e 1531, su ordine del possidente Alessandro Feruffino, capitano delle milizie del duca Alfonso I d’Este.
Proprio la struttura del palazzo, composto da un corpo centrale a due piani e una torre laterale, fa pensare ad un centro padronale o a una delizia extraurbana utilizzata come residenza di caccia.