Per secoli sede dei Capitani della Montagna che amministravano la giustizia nella Valle del Reno, Vergato è oggi un luogo d’arte dell’ Appennino bolognese. Meta ideale per una gita “fuori porta” che unisce in un solo sguardo le linee morbide e verdi delle prime montagne e quelle armoniose e enigmatiche delle opere del Maestro Luigi Ontani, che qui è nato e ha realizzato tanti dei suoi innumerevoli capolavori.
L’aura di Ontani è più che presente e sembra essersi diffusa nel territorio circostante, che regala sorprese di inaspettata bellezza, come i muri dipinti che hanno reso famoso il piccolo borgo di Tolè e la vicina Oasi che ospita la collezione di opere “Bologna velata”.
In un’ora di auto da Bologna, salendo la strada Porrettana, si raggiunge senza affrettarsi il centro di Vergato.
Il Palazzo dei Capitani della Montagna sorge nella piazza principale. Il nucleo originale risale al 1400 ma l’aspetto attuale si deve a numerosi restauri e alla ricostruzione seguita ai danni subiti nel secondo conflitto mondiale.
Le vetrate realizzate nel 1998 da Luigi Ontani impreziosiscono le ampie finestrature della sala del Consiglio comunale e formano un microcosmo di luci e di colori fortemente simbolici ed evocativi, rappresentando le età dell’uomo, i quattro elementi e le quattro stagioni, nonché le simbologie riferite all’araldica delle famiglie che hanno dominato il territorio in passato.
All’interno del Palazzo, a piano terra, si trova il MuseOntani: lo spazio espositivo ospita numerose opere donate dal Maestro a testimonianza della sua originale produzione artistica, che si esprime attraverso la lavorazione di innumerevoli materiali (vetro, ceramica, marmo, legno) e nella fotografia, dove il protagonista è lui stesso.
Inaugurata nel 2019, la fontana “RenVergatellAppenninMontovolo” di Luigi Ontani è collocata nella Piazza di fronte alla stazione ferroviaria del paese.
L’opera rappresenta il territorio vergatese ed è realizzata da due corpi strutturali: uno centrale in bronzo, da cui si levano il Fauno, raffigurazione del fiume Reno, e il Cupido, l’Amor d’Arte, che simboleggia il torrente Vergatello.
La struttura circostante è caratterizzata dalla presenza di un maestoso Tritone, che rappresenta l’Appennino e, come esso, ha lo scopo di contenere l’acqua. Il Gigante è appoggiato su un Uovo che allude al favoloso Montovolo, circuìto a spirale dal serpente Auroboros.
A pochi chilometri dal centro cittadino la terza tappa consigliata è il borgo di Tolè, che, grazie alla manifestazione ArTolè organizzata dall'associazione Fontechiara, è diventata negli anni una frequentata meta turistica per la collezione en plein air che ne abbellisce le strade, le piazze e le vecchie e caratteristiche case in sasso. Oltre cento le opere tra sculture, pitture e murales di artisti come Wolfango, Rolando Gandolfi, Demetrio Casile, Paolo Gualandi, Roberto Barbato, Luigi Faggioli, Alfredo Marchi.
Nei dintorni di Tolè, a pochi chilometri, merita una visita anche l’Oasi, che ha sede nell'opificio di Paolo Gualandi realizzato presso un ex-mulino, dove è possibile visitare la collezione permanente Bologna Velata, composta da oltre 80 opere di artisti del ‘900, soprattutto bolognesi ma non solo, curata dallo stesso scultore.
Particolarità del luogo, di per sé ricco di fascino, è che alcune delle opere realizzate dagli artisti che hanno partecipato ai seminari svolti qui negli anni, hanno trovato ospitalità nei boschi che circondano l’opificio, e sorprendono i visitatori con le loro forme conturbanti.