Mercato Saraceno

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Mercato Saraceno si trova lungo l’importante direttrice storica della Valle del Savio, corridoio naturale di comunicazione tra la storica via Emilia e la Val Tiberina.

Il centro storico di Mercato, costruito su un insediamento del XII secolo, sorge sulla sponda sinistra del fiume Savio ed è distribuito su tre terrazzi alluvionali. Con i suoi quasi 100 km quadrati di estensione territoriale, Mercato Saraceno si sviluppa in una fertile area lungo i contrafforti delle valli dei fiumi Savio, Borello e Rubicone.

Il territorio, compreso tra i 50 e i 840 metri sul livello del mare, è caratterizzato da colline coltivate, aree boschive e calanchi, ma anche sentieri percorribili a piedi o in mountain bike, che si inerpicano lungo veri e propri canyon scavati da impetuosi torrenti. Tra le produzioni locali spiccano in particolar modo quelle vitivinicole, fra cui il vitigno autoctono chiamato "Famoso". Nel 2022 Mercato Saraceno è stata dichiarata "Città del Vino" dall'omonima associazione.


Perché visitarla

Mercato Saraceno venne fondata verso la metà del 1100 da un certo Saraceno, membro della nobile famiglia ravennate degli Onesti.
Vicino al mulino ad acqua che esisteva già nel 1153, Saraceno degli Onesti volle creare un mercato, sullo spiazzo vicino al fiume dotato dell’unico ponte sul Savio tra Cesena e Bagno di Romagna. Il mercato di Saraceno ebbe inizio il 4 maggio ed ebbe durata di dieci giorni e una risonanza tale da rimanere l’unico nella vallata anche nei secoli successivi.

Rimasta dominio dello Stato Pontificio fino all’età napoleonica, nell’800 divenne un importante risorsa per l’attività estrattiva dello zolfo che stimolò la crescita demografica e il miglioramento delle vie di comunicazione ma anche un’intensa vita sindacale e di rivendicazioni per il miglioramento delle condizioni di vita dei minatori.


Quando andarci e cosa vedere

Vivere Mercato Saraceno è interessante in ogni stagione: l'offerta, diversificata durante tutto l’anno, attrae golosi di sapori genuini, curiosi di piccoli borghi e gioielli da scoprire, sportivi alla ricerca delle sfide più impegnative, girovaghi di sentieri e colline in relax e sintonia con la natura. Senza dimenticare i grandi eventi, di rilievo sovra regionale, che catalizzano l'attenzione di migliaia di persone, come la Notte Saracena, la notte del circo contemporaneo diffuso.

Una visita al centro storico deve comprendere la grande rupe che scende a strapiombo verso il letto del fiume Savio, ove forma piccole cascatelle, i due ponti (i ruderi del ponte vecchio e quello detto del Barbotto), la Biblioteca comunale ricavata dal vecchio mattatoio, Piazza Mazzini con il palazzo comunale affrescato e la chiesa prevostale, e naturalmente Palazzo Dolcini, edificato nel 1927 su progetto dell’architetto Ugo Dolcini (1871-1927).

Il palazzo, sorto come prima Casa del Fascio inaugurata nella provincia, fu strategicamente posizionato all’accesso dell’abitato.
Fu concepito secondo caratteri Liberty e Art Déco, che ben presto divennero la cifra stilistica dell’architetto.
Dopo la guerra si tramutò in Casa del Popolo e dopo un lungo abbandono fu riaperto assumendo il nome del suo architetto.
Le decorazioni, sia all’interno sia all’esterno, hanno cromatismi tenui e delicati. Questa caratteristica ne fa un esempio con pochi riscontri in Italia.
La sala, molto ampia e luminosa, è sormontata da una balconata che si snoda lungo il perimetro.
L’effetto di luminosità generale è messo in evidenza dalla tonalità dei colori di tinteggiatura, nonché dai quattro lampadari, uno centrale più grande e quattro agli angoli, ricostruiti artigianalmente nella parti mancanti secondo l’antico modello.
Palazzo Dolcini è attualmente impiegato come cinema, teatro, sala conferenze, spazio espositivo e per eventi.


Sulla tavola

Nei numerosi ristoranti e osterie presenti a Mercato Saraceno si possono gustare tutti i piatti tradizionali romagnoli, tra cui le minestre, cappelletti e passatelli, l'immancabile piadina e i crescioni (guscioni) e la Pagnotta pasquale.


Per tenersi in forma

Non mancano le occasioni, per ciclisti, runner e amanti di trekking, di allenarsi immergendosi nella natura.
Il Barbotto, croce e delizia per i ciclisti più esperti e parte della conosciutissima gara ciclistica Nove Colli, parte proprio dal ponte sul Savio di Mercato Saraceno, per condurre a Perticara.

Il sentiero di Falcino fa parte di un tratto del Cammino di San Vicinio, e percorre il crinale che sovrasta le valli del torrente Borello e del fosso Boratella con profondi calanchi, pascoli e culture di  cereali, habitat ideale per i rapaci, fino alla chiesa di S. Lorenzo di Ciola, a circa 600 metri di altitudine.

Il Fosso Sassignolo è un trekking di grande suggestione; un affascinante percorso naturalistico fra alte pareti scoscese e rigogliosa vegetazione.

I Sentieri del Tasso è il nome della ricca rete di sentieri che circondano il Borgo di Linaro, così chiamati per la fauna selvatica prevalente nel territorio, il tasso. Tra questi:

  • il Sentiero della Contessa che porta ai resti dell’antica torre, munita di prigione e trabocchetto,
  • il Sentiero del Nuvoleto, così chiamato perché recupera il tracciato di un’antica strada che porta al nucleo rurale di Nuvoleto, 
  • la secolare selva dei castagni “Dugrantèda”, ove maestosi castagni crollati a terra e lasciati sul posto rendono il luogo suggestivo come la foresta delle fiabe.


Nei dintorni

PADERNO
A 3 km da Mercato Saraceno si trova Paderno, luogo del “buen retiro” scelto da Arnaldo Mussolini, presso la villa appartenente alla famiglia della moglie. Villa Teodorani è una villa suggestiva in cui il razionalismo italiano si contamina di elementi Art Déco.
Al suo interno si trova lo studio privato di Arnaldo Mussolini, luogo silenzioso che custodisce un importante archivio e biblioteca, dichiarato di interesse storico e tutelato dallo stato attraverso la Soprintendenza dei beni archivistici e librari della Regione Emilia Romagna.
Nella piccola località di Paderno si trova anche il piccolo cimitero, voluto da Benito Mussolini, per accogliere la salma del fratello; vi riposano anche la moglie di Arnaldo e il figlio, morto nel 1930 a causa di una grave malattia.

PIEVE SAN DAMIANO
San Damiano conserva una propria orgogliosa autonomia e identità storica, che si rifà al periodo romano, di cui sono state trovate tombe e vari reperti, pavimentazioni, domus e ville.
La pieve, datata a metà del IX secolo, è la più antica chiesa del territorio e fu eretta sui resti di un antico tempio pagano dedicato al culto della Dea Iside del I secolo. All’interno prevale lo stile romanico con suddivisione in tre navate, scandite da semplici colonne in laterizio.

PIEVE MONTESORBO
Ascoltare il suono del silenzio, a Monte Sorbo è possibile. Ad 8 km dal capoluogo, tramite una bellissima strada panoramica segnalata si giunge alla pieve dedicata a S. Maria Annunziata, meta storica di pellegrini diretti a Roma.
Capolavoro architettonico, presenta una rara pianta a croce greca suddivisa in tre navate da colonne di origine romana, risalenti al I secolo e una facciata semplice ed austera.
La Pieve è un vero e proprio “museo” di pezzi antichi del VI,VII e IX secolo, recuperati e reimpiegati nel tempo.

LINARO
Linaro, luogo dalla storia antica e di straordinario fascino per la spettacolare posizione, arroccata su una rupe a 205 metri sul livello del mare.
Le origini di questo piccolo borgo “incastellato” risalgono all’XI secolo.
Sono ancora visibili brani delle mura del castello e gli accessi ai passaggi segreti sotterranei.
Ogni angolo del borgo ospita, durante il periodo natalizio, presepi di svariati stili.
I dintorni di Linaro sono contraddistinti da una ricca rete sentieristica.


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Ultimo aggiornamento 29/11/2024
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