Fidenza: il territorio collinare. Salsomaggiore Terme

In collaborazione con Touring Club

L’area qui descritta (e che potrebbe essere correttamente definita «collina pallaviciniana») coincide con quella parte del medio Appennino parmense storicamente legata all’industria salinifera (e, dal secolo scorso, termale).

L’itinerario, con partenza e arrivo a Fidenza, si snoda a sud della Via Emilia, in un paesaggio di piccole valli e rilievi collinari, oggi in buona parte destinati alla viticoltura, che con le sue attrattive naturali e storico-monumentali rappresenta il gradevole contesto ambientale di quanti scelgono di soggiornare nelle diverse località termali; un paesaggio che, in passato, dobbiamo pensare molto più ricco di aree boschive; il metodo di estrazione del sale – per riscaldamento dell’acqua – richiedeva infatti notevoli quantità di legname.

Per tale ragione un ampio territorio con centro a Salsomaggiore fu, fino agli inizi del XIX secolo, tutelato dalle leggi ducali che vi disciplinavano una regolare, ancorché incessante, opera di diboscamento.


  • Lunghezza
    91,7 km
  • Salsomaggiore Terme Salsomaggiore Terme (PR)

    Salsomaggiore Terme (m 160, ab. 19.419) è frequentatissima elegante stazione termale, tra le più importanti d’Italia.

    Situata in una conca alla confluenza dei torrenti Citronia e Ghiara, la città lega la sua origine e il suo sviluppo all’esistenza di numerosi pozzi d’acqua salsoiodica, sfruttati in antico per l’estrazione del sale, e dall’Ottocento per il riconosciuto valore terapeutico delle acque.

    Pare che nell’antichità esistessero nella zona sorgenti di acque ricche di sali, ma l’attività può essere documentata solo a partire dal 798, quando Carlo Magno concesse agli abitanti il privilegio di aprire pozzi per la produzione del sale, diritto successivamente passato a coloro che via via detenevano il potere politico del territorio.

    I Farnese, principi di uno stato senza sbocco sul mare, compresero l’importanza economica del minerale, impegnandosi in rimarchevoli investimenti per migliorare lo sfruttamento dei pozzi: l’estrazione dell’acqua avveniva mediante macchine idrauliche azionate da quadrupedi, per essere avviata alle saline, dapprima a dorso di mulo e successivamente mediante un acquedotto di 76 archi (circa 380 m), costruito da Ranuccio I Farnese (1603) utilizzando una parte dei materiali provenienti dalla demolizione delle mura farnesiane di Fidenza. Da ogni metro cubo di acqua, fatta evaporare mediante riscaldamento, venivano estratti circa 120 chili di sale.

    Da un disegno cartografico del 1742 risulta chiaro che la organizzazione urbanistica era – e tale è rimasta – condizionata dalla dislocazione dei pozzi. Il vero e proprio sviluppo si ebbe a partire dal 1840, quando dai dottori Lorenzo Berzieri e Giovanni Valentini furono sperimentate le proprietà terapeutiche delle acque; da allora le fabbriche del sale furono gradualmente sostituite dagli stabilimenti termali.

    Nel 1847 Ludovico Rocca apriva il primo impianto con quattro vasche, seguito da Alessandro d’Adhèmar che nel 1850 inaugurava uno stabilimento con 12 vasche, mentre nel 1857 Luigi Montecchini progettava il primo stabilimento termale completo, il cosiddetto Stabilimento vecchio, edificato sulle fondamenta di un antico porticato della fabbrica del sale già utilizzato dal d’Adhèmar.

    Tre anni più tardi il marchese Guido Dalla Rosa otteneva la concessione dello stabilimento e delle saline e, divenuto sindaco, fece realizzare la perforazione dei primi pozzi artesiani in sostituzione dei vecchi scavati manualmente.

    Sempre per sua iniziativa vide la luce lo Stabilimento nuovo, inaugurato nel 1883, al quale seguirono altre intraprese: nel 1893 le grandiose terme Magnaghi, per volontà di Giuseppe Magnaghi, nel 1897 lo stabilimento Baistrocchi, pensato da Ercole Baistrocchi per un’area sociale di condizioni più modeste. L’intervento del Magnaghi diede inizio a quell’azione di investimento di capitali privati milanesi che continuerà, potenziandosi, fino al 1913 e che conferirà alla cittadina le caratteristiche di centro turistico-termale, secondo il modello di altre villes d’eau europee.

    Dal 1913 al ’23 e, dopo una fase privatistica, a partire dal 1933, la gestione del complesso termale viene assunta dallo Stato. Proprio in quegli anni furono edificate le maestose terme Berzieri, tuttora in funzione.

    Di realizzazione più recente sono le terme Zoja (1967-69). Le acque di Salsomaggiore, indicate propriamente come salsoiodiche, appartengono alla categoria delle acque salso-bromo-iodiche a elevata mineralizzazione.

    Le utilizzazioni intensive iniziate alla fine del secolo XIX causarono un rapido abbassamento del livello idrostatico, che dalla superficie del suolo, come era nell’antichità, si è portato sino a quasi 300 m di profondità, costringendo a perforazioni che, col passare dei decenni, si sono fatte sempre più profonde.

  • Terme Berzieri Salsomaggiore Terme (PR)

    Sorte al posto dello Stabilimento vecchio nel 1913-23. Le terme Berzieri sono un imponente edificio con pianta a E, in cui si fondono elementi architettonici (Ugo Giusti) e decorativi (Galileo Chini) tratti da motivi stilistici orientaleggianti, integrati con il repertorio floreale e zoomorfico del liberty.

  • Terme Luigi Zoja Salsomaggiore Terme (PR)

    Complesso installato nel parco Regina Margherita (oggi parco Mazzini). Inaugurato nel 1968 su progetto di Franco Albini e Franca Helg, rilevante non solo per le attrezzature terapeutiche ma altresì per la qualità architettonica.

  • Palazzo comunale Salsomaggiore Terme (PR)

    Originario della metà del secolo XIV, mostra all’esterno l’aspetto risultante dalle ristrutturazioni del 1767 e della metà del secolo XIX.

  • Grand Hôtel des Thermes Salsomaggiore Terme (PR)

    Ex Grand Hotel des Thermes (oggi palazzo dei Congressi), grandiosa costruzione inaugurata nel 1900 su progetto di Luigi Broggi, con interventi per la parte decorativa di Alessandro Mazzucotelli e Gottardo Valentini, sostituiti nei primi anni 20 da Galileo Chini.

  • Il Castello di Tabiano Salsomaggiore Terme (PR)

    Il castello di Tabiano (m 336) è stato fondato tra XII e XIII secolo dai Pallavicino, ampiamente restaurato e in gran parte modificato alla fine dell’Ottocento, per essere adattato a dimora privata, e dal 2005 trasformato in relais e location per cerimonie ed eventi. La vicina chiesetta sorge sul posto di una precedente romanica.

  • Tabiano Bagni Salsomaggiore Terme (PR)

    A m 164, rinomato centro di cure termali costituito essenzialmente da alberghi, deve la propria notorietà e sviluppo edilizio alla presenza di sorgenti di acque sulfuree considerate tra le più efficaci per l’altissimo contenuto di acido solfidrico e l’elevata percentuale di sali di calcio in opportuna combinazione con altri componenti, nonché per la ricchezza degli elementi biologici.

    La costruzione del primo stabilimento fu promossa nel 1838 dalla duchessa Maria Luigia. Oggi le cure si praticano in un moderno stabilimento, dotato delle più avanzate attrezzature.

  • MUMAB-Museo Mare Antico e Biodiversità Salsomaggiore Terme (PR)

    All’interno del Parco fluviale, nel podere Millepioppi è stato dislocato il MUMAB – Museo Mare Antico e Biodiversità che in un moderno edificio ha assorbito l’ex Museo di Paleontologia di Salsomaggiore e l’ex Museo naturalistico di Scipione, rappresentati dalle due sezioni attuali.

    La sezione Geopaleontologica raccoglie materiale raccolto nell’alveo del torrente Stirone riguardante la fase in cui il Bacino Padano era coperto dal ‘mare antico’.

    La sezione Naturalistica è dedicata alla ‘biodiversità perduta’, dove spicca per interesse scientifico l’unico esemplare al mondo della balenottera Plesiobalaenoptera quarantellii recuperata nel 1985.

  • Pieve di S. Nicomede Salsomaggiore Terme (PR)

    A San Nicomede, m 132, l'omonima pieve conserva sostanzialmente intatte le forme romaniche della costruzione del secolo XII, arricchite nel XIV e modificate dall’aggiunta ottocentesca di un protiro; la costruzione poggia su strutture del IX secolo, riconoscibili nella parte inferiore della muratura, in pietra mista a ciottoli e mattoni.

  • Parco regionale fluviale dello Stirone Salsomaggiore Terme (PR)

    Nel Parco dello Stirone e del Piacenziano (2.190 ettari) dal ponte sullo Stirone si discende la corrente fino a osservare nell’alveo – quasi asciutto in periodo estivo – l’intera successione della serie marina argillosa del Pliocene e Pleistocene inferiore, particolarmente ricca di fossili di varie specie, tanto da rappresentare un vero e proprio ‘museo all’aperto’.

    All’interno del Parco è stato dislocato il MUMAB – Museo Mare Antico e Biodiversità.

  • Castello di Scipione Salsomaggiore Terme (PR)

    Al culmine del borghetto medievale di Scipione si erge un castello (m 260). Il castello (privato ma visitabile) fu costruito nell’XI secolo da Adalberto Pallavicino, trasformato alla metà del XV secolo in palazzo signorile e dotato di un torrione cilindrico, rimaneggiato anche successivamente; nel 1776, estintosi il ramo dei Pallavicino di Scipione, il castello fu acquistato dai Fogliani.

  • Vigoleno Vernasca (PC)

    Vigoleno (m 357) è un suggestivo borgo d’aspetto medievale, cui si accede sottopassando due porte e un arco.

    Il castello, originariamente pallaviciniano (XII secolo), consiste, oltre all’edificio residenziale, in un’alta torre, un rivellino e una cortina muraria che racchiude l’abitato, con la parrocchiale romanica di S. Giorgio.

  • Mastio Vernasca (PC)

    Il castello di Vigoleno (adibito in parte ad albergo), originariamente pallaviciniano (XII secolo), riedificato dagli Scotti dopo la distruzione da parte di Galeazzo Visconti, consiste, oltre all’edificio residenziale, in un’alta torre, un rivellino e una cortina muraria che racchiude l’abitato, con la parrocchiale romanica di S. Giorgio.

  • Parrocchiale Vernasca (PC)

    La parrocchiale romanica di S. Giorgio, forse del XII secolo, ha facciata a tre salienti adorna di un portale a profondo strombo, con architrave sorretto da telamoni inginocchiati e sormontato da lunetta con S. Giorgio e il drago, di un maestro antelamico degli inizi del Duecento; interno a tre navate e tre absidi, divise da grossi pilastri cilindrici in blocchi di tufo con bei capitelli a foglie e fiori; resti di affreschi del secolo XV sui pilastri, alle pareti e nell’abside.

  • S. Giovanni Battista Salsomaggiore Terme (PR)

    Pieve romanica citata in un documento del 1179 e restaurata nel 1391; in facciata, scultura trecentesca raffigurante la Madonna col Bambino; all’interno, affreschi del XV e XVI secolo.

  • Pellegrino Parmense Pellegrino Parmense (PR)

    Pellegrino Parmense (m 410, ab. 988), in conseguenza della sua funzione di mercato posto all’incrocio di quattro vie, detenne il toponimo «Mercato» sino al XVIII secolo.

    Si vuole feudo pallaviciniano dal X secolo, munito di un castello (privato), probabilmente edificato alla fine del XII, passato poi ai Fogliani e ai Meli Lupi di Soragna.

    La struttura della fortezza venne più volte ridisegnata: era circondata da una cinta muraria con quattro torri agli angoli, di cui una sola rimane, al pari di un alto mastio e di un accentuato sperone.

  • Sant'Andrea Bagni Medesano (PR)

    Sant'Andrea Bagni è un centro termale a m 164, che si avvale della presenza di sorgenti di acque minerali a diversa composizione chimica (bicarbonato-alcalino-terrose, salsobromoiodiche, solfureo-magnesiache).

    Lo sfruttamento delle loro proprietà curative ha favorito nel Novecento lo sviluppo edilizio del centro, che ha rivestito la sommità di un gradevole colle.

  • Varano Marchesi Medesano (PR)

    A m 214, modesta stazione di cura idropinica (acqua bicarbonato-alcalina, clorurata sodica forte, solfureo-salsa). Del castello, che ebbe probabilmente origine nel XIII secolo, rimangono le rovine del mastio, in luogo discosto e dominante.

    Nell’abitato, interessante palazzo signorile di veste rinascimentale ma di origine medievale, che funse da residenza dei Pallavicino.

  • Castello di Costamezzana Noceto (PR)

    Il castello di Costamezzana (m 163) consiste oggi negli avanzi di un fortilizio della metà del secolo XIV, ristrutturazione di uno precedente del XII, del quale, oltre alla torre quadrata, rimangono la cappella e un caseggiato destinato a uso agricolo.

  • Noceto Noceto (PR)

    Noceto (m 76, ab. 12.955) è un centro prossimo al limite della centuriazione dell’agro parmense, in questa zona particolarmente conservata e riconoscibile dalla disposizione ortogonale delle strade.

    La forma attuale del castello viene attribuita all’intervento di Pier Maria Rossi, alla metà del secolo XV; ne rimane l’imponente mastio centrale e la cortina muraria interna con le quattro torri angolari.

  • Castello di Castelguelfo Noceto (PR)

    Castello – forse del secolo XII – già detto Torre d’Orlando o dei Marchesi; la struttura attuale – a pianta quadrata con torri angolari – risale (nonostante alcuni interventi successivi e i pesanti restauri moderni), alla metà del secolo XV; all’interno (privato), ricche decorazioni cinquecentesche.

  • Parrocchia di Ss. Simone e Giuda Noceto (PR)

    Piccola parrocchiale di origine romanica, dal 1230 alla soppressione napoleonica possesso dei Cavalieri di Malta, ha un interno interessante per la presenza di affreschi tardo-gotici; la vasta cripta a tre navate absidate rivela origini più antiche della chiesa, la cui prima notizia è del 1080.

Ultimo aggiornamento 11/11/2022
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