L’alto Ferrarese

In collaborazione con Touring Club

Itinerario circolare, disegnato nella propaggine occidentale del vecchio ducato estense e ai confini con le odierne province di Modena e Bologna, attraversa le «terre vecchie», racchiuse dall’ansa del Po a settentrione e dal corso del Reno a meridione. 

Il tracciato si snoda – parte su statali (la 496 Virgiliana, la 255 di San Matteo Decima), parte su buone strade provinciali – sopra vecchie grondaie fluviali e nel cuore di aree bonificate in età rinascimentale; terre oggi inserite nel Consorzio della Bonifica Burana (di 241.521 ettari che si stendono per la maggior parte in Emilia-Romagna, e per la restante parte in Lombardia) e nel Consorzio di Bonifica della Pianura di Ferrara (di 260.000 ettari, di cui due piccole parti in provincia di Bologna e di Modena). 

Nell’area di quest’ultima sono inclusi manufatti archeo-industriali di notevole interesse, come il cavo Napoleonico (che conduce parte delle acque del Reno fino a Bondeno, dove le scarica nel Panaro) e la botte Napoleonica (che consente alle acque incanalate della palude salmastra di Burana di sottopassare, sempre a Bondeno, il letto del Panaro).

  • Lunghezza
    99,1 km
  • Cassana Ferrara (FE)

    A m 11, dove è stata scavata una villa rustica romana: l’edificio (fase prevalente I-II secolo), affiancato da una piccola necropoli, ha fornito un’interessante documentazione (ora custodita presso il Museo di Schifanoia a Ferrara) sulle tipologie degli insediamenti romani nelle immediate vicinanze del Po, che sfruttavano sistematicamente i dossi fluviali per proteggersi contro le alluvioni.

  • Villa Beltrami Vigarano Mainarda (FE)

    Complesso di edifici rurali di impianto prevalentemente ottocentesco composto da tre corpi: un grande fienile datato 1890, una torre di fattura cinquecentesca, adorna sulla porta di una testa imparruccata in pietra, e l’edificio residenziale.

  • Vigarano Pieve Vigarano Mainarda (FE)

    A m 10, centro di remote origini testimoniate da numerosi rinvenimenti archeologici che fanno ipotizzare, nelle vicinanze, la localizzazione del romano Vicus Varianus. Vigarano Pieve è citato nelle cronache del tempo di Alfonso I d’Este come luogo di transito lungo quello che fino al XII secolo era stato il principale ramo del Po, e che rimase efficiente fino al XVI. All’ingresso è visibile la villa Beltrami, complesso ottocentesco di edifici rurali. Più avanti è l’originale Pieve.

  • Pieve Vigarano Mainarda (FE)

    Ricostruita, tranne la facciata, su disegno di Antonio Foschini (1760-77); la decorazione e gli arredi dell’interno sono frutto della collaborazione di Luigi Corbi e di Massimino Baseggio; notevole in fondo al coro, entro cornice settecentesca, una pala (Madonna e i Ss. Pietro e Paolo) del Bastianino.

  • Diamantina Vigarano Mainarda (FE)

    Antica e opulenta fattoria estense, la Diamantina m 8, sorse nell’ambito dell’opera di bonifica intrapresa nel Polésine di Casaglia da Borso d’Este. L’imponente complesso di edifici prese corpo in fasi successive e, dopo un periodo di abbandono, accoglie l’Esposizione del progresso agricolo (visitabile saltuariamente), tipico museo degli oggetti della cultura materiale tradizionalmente in uso nella zona.

  • Cavo o Botte Napoleonica Bondeno (FE)

    Imponente distesa d’acqua del cavo cosiddetto Napoleonico (o Attenuatore di Reno; 1807).

  • Bondeno Bondeno (FE)

    A m 11, ab. 14.090, importante centro di produzione e manifatturazione della frutta alle cui porte si varca il fiume Panaro. Quella di Bondeno è una lunga storia di alluvioni – fu per molti secoli lambito dal Po di Ferrara che, giungendo da nord, qui piegava a oriente – e di grandi opere intraprese per difendersi dalle acque e disciplinarle in alvei sicuri, in modo da consentire la coltivazione. Nel Medioevo appartenne al monastero di Nonàntola per donazione di re Astolfo (751), poi fece parte dei possessi matildici; era certamente circondato da mura e aveva un castello, commissionato forse da Matilde nel 1101 e abbattuto nel 1521 da Alfonso I. Nel paese, che allinea lungo il corso principale alcune eleganti palazzine liberty, meritano menzione: la Parrocchiale, costruita nel 1114 ma ripristinata in stile neogotico, nella quale sono originali la parte absidale e il campanile aperto da trifore; la Pinacoteca «Galileo Cattabriga», inaugurata nell’ottobre 1996 per esporre opere del maestro bondenese.

  • Museo civico archeologico «G. Ferraresi» Bondeno (FE)

    Il museo raccoglie la documentazione della storia del territorio bondenese: all’età neolitica risalgono i reperti di un villaggio del IV millennio a.C.; l’età del Bronzo (XVI-XIII secolo a.C.) è documentata attraverso testimonianze della civiltà delle terramare; un sepolcreto villanoviano (VIII-VII secolo a.C.) ha restituito importanti resti dell’età del Ferro; altri ritrovamenti (la stele e il corredo di un legionario) testimoniano la presenza romana dal II-I secolo a.C. al IV d.C.; i documenti più recenti riguardano la funzione svolta dal monastero di Nonàntola.

  • Rocca possente Bondeno (FE)

    Fatta costruire nel 1380 da Niccolò II e riedificata nella prima metà del ’600 da Urbano VIII nell’elegante e compatto aspetto attuale, che pure conserva l’impianto stellare originario.

  • Stellata Bondeno (FE)

    A circa 9 km da Bondeno (prima lungo la statale Virgiliana, quindi lungo la provinciale per Sèrmide) e al riparo dell’argine maestro del Po, è Stellata m 9, borgo che ha conservato quasi intatto il piccolo nucleo del secolo XVI. Il Museo civico archeologico «G. Ferraresi» raccoglie la documentazione della storia del territorio bondenese. Rimontando la groppa dell’argine, una strada asfaltata conduce, nell’ampia zona golenale, alla Rocca possente.

  • Parrocchiale Cento (FE)

    La Parrocchiale, ricordata dal 1479, fu completamente ristrutturata da Alfonso Torreggiani; nuovamente danneggiata dal sisma del 2012, è stata restaurata e riaperta nel 2018. Nell’interno barocco, tre tele del Guercino, eseguite tra il 1613 e il 1616: al 1° altare sinistro, Miracolo di S. Carlo Borromeo, al 3°, Madonna col Bambino in trono e i Ss. Francesco, Antonio abate e Bovo, e al 3° destro, Madonna col Bambino e i Ss. Pancrazio e Chiara.

  • Sant'Agostino Terre del Reno (FE)

    A m 19, con la frazione Mirabello compone il comune di Terre del Reno, ab. 9.879. Sant’Agostino è un grosso centro agricolo, in secolare contesa con le acque, un tempo dedito alla coltivazione della canapa e da metà ’900 alla frutticoltura. Cominciò a popolarsi nel XVI secolo e fu allora che sorse la prima parrocchiale di S. Agostino, danneggiata da una disastrosa alluvione nel 1763 e rifatta nel sito attuale agli inizi del secolo XIX.

  • Bosco della Panfilia Terre del Reno (FE)

    A sud dell’abitato di Sant’Agostino, dove il Reno descrive un’ampia ansa, si estende il bosco della Panfilia (circa 81 ettari), superstite esempio di un querceto misto golenale, progressivamente limitato dal Medioevo fino all’ultima devastazione durante la seconda guerra mondiale; tra le specie caratteristiche, la farnia, il frassino ossifillo, il pioppo bianco e il salice bianco.

  • Poggio Renatico Poggio Renatico (FE)

    A m 10, ab. 9.682, preceduto sulla sinistra dalla settecentesca villa Vezzani. A economia agricola e commerciale, dal secolo XIII al XVIII fu feudo della famiglia bolognese Lambertini, della quale conserva memoria il castello, ricostruito con alta torre centrale nel 1475 e quasi completamente rifatto due secoli dopo; subì ulteriori trasformazioni tra il 1880 e il 1898; a seguito dei gravi danni subiti dal terremoto del 2012, ne è in corso la ricostruzione. Il sisma ha causato lesioni anche alla moderna abbazia di S. Michele Arcangelo, elegante esempio di neogotico di Luigi Gulli (1907), ora oggetto di ristrutturazione, mentre il campanile è stato abbattuto.

  • Torre dell’Uccellino Poggio Renatico (FE)

    Torre di sorveglianza (privata), documentata dal secolo XIII ma risalente nella costruzione odierna al XV.

  • MAF-Centro di Documentazione del Mondo agricolo ferrarese-Raccolta «Guido Scaramagli» Ferrara (FE)

    Presso un’azienda che pratica agriturismo, il Centro di Documentazione, attraverso una mostra permanente di oggetti, strumenti e macchine ricostruisce le fasi della meccanizzazione dell’agricoltura e l’evoluzione della società rurale tra la fine del XIX secolo e gli inizi del XX.

  • San Bartolomeo in Bosco Ferrara (FE)

    L’abitato di San Bartolomeo in Bosco m 10 ebbe origine da un oratorio che, fatto costruire nel 1740 da uno dei principali proprietari di queste terre, divenne Parrocchiale e fu ricostruito nel 1954.

  • Gaibanella Ferrara (FE)

    A m 7, la cui Parrocchiale ha un coronamento ad arco che ricorda strutture di epoca rinascimentale. Non lontana, l’ottocentesca villa Modoni.

Ultimo aggiornamento 11/11/2022
SITO UFFICIALE DI INFORMAZIONE TURISTICA © 2024 Regione Emilia-Romagna | Assessorato Turismo e Commercio