La collina bolognese: la fascia alta

In collaborazione con Touring Club

Il territorio che viene comunemente definito collina bolognese, e che ricade soltanto parzialmente all’interno dei confini amministrativi del Comune di Bologna, occupa un’area vasta (lunga circa 15 km e larga in media 5), geologicamente omogenea (terreni prevalentemente argillosi e gessosi), morfologicamente varia e dai confini frastagliati ma precisi: a ovest la valle del fiume Reno, a est quella del Savena, a sud il cosiddetto «contrafforte pliocenico» (affioramento di arenarie e conglomerati depositati dal golfo padano del Pliocene), e a nord la pianura padana

Vero e proprio baluardo naturale, storicamente legato da un rapporto molto stretto con la città, ne ha limitato lo sviluppo urbano verso sud, accogliendo fin dal Medioevo luoghi di ritiro, cenobi e insediamenti conventuali, oltre a case rurali e ville suburbane. 

Il piede delle colline giunge a poca distanza dalla città murata (in nessun’altra città lungo la Via Emilia si ha maggiore prossimità), inglobato nei suoi limiti amministrativi, fiscali e giuridici, dalla medievale fascia della «Guardia civitatis» alla cinta daziaria. Anche nelle rappresentazioni scenografiche della città i colli appaiono spesso, sia come quinte teatrali, sia come luoghi di osservazione

Nella zona più interna e meridionale della collina bolognese gli insediamenti umani si diradano, limitandosi ai nuclei storici di matrice religiosa

Il breve itinerario che ne propone la visita si costituisce come una perlustrazione di aree ancora fortemente integre per qualità ambientali. 

Ampie zone collinari (singolarmente raggiunte da mezzi pubblici urbani, ma non tutte collegate fra di loro) sono attualmente attrezzate a parchi pubblici. Dopo il rientro in città, il tratto finale del circuito propone alcune mete di visita nei quartieri più orientali.

  • Lunghezza
    20,4 km
  • Bologna Bologna (BO)

    Capoluogo della regione Emilia-Romagna e centro generatore di un’area metropolitana, Bologna m 54, è una delle città più animate d’Italia grazie sia al carattere dei suoi abitanti, sia all’incredibile numero di giovani che frequentano la sua Università. Il suo assetto antico, ottimamente conservato, permette un’agevole lettura delle fasi della sua storia. L’ellisse dei viali di circonvallazione interna perpetua il disegno delle mura trecentesche, al di là delle quali si allargano i quartieri sviluppatisi dalla fine del sec. XIX. Entro le mura l’impianto urbanistico radiocentrico resta prettamente medievale, ma il volto urbano è in più larga parte sei-settecentesco, con rilevanti inserzioni dello scorso secolo; fuori delle mura si ripropongono – con qualche significativa attenuazione – i paesaggi e i problemi delle grandi concentrazioni urbane italiane. Bologna è la maggiore fra le città che non furono capitali di stati preunitari e, nonostante la precocissima solida vocazione universitaria, per secoli viaggiatori ed eruditi la collocarono nella gerarchia urbana italiana in posizioni contraddittorie. Ma la città ha guadagnato posizioni dopo l’unità nazionale, via via che le infrastrutture di comunicazione (ferroviarie prima, autostradali poi) la qualificavano come nodo essenziale fra Nord e Italia peninsulare. Oggi l’importanza di Bologna – valutata su parametri economici, culturali, direzionali – è maggiore di quanto non indichi il suo peso demografico (394.463 abitanti secondo la stima Istat nel 2021; erano 490.528 nel 1971). Bologna nel 2006 è stata dichiarata dall’Unesco «Città creativa della musica» – prima in Italia e seconda in Europa dopo Siviglia – per la tradizione musicale in continua evoluzione e l’impegno a promuovere la musica come mezzo di sviluppo economico e di inclusione sociale e culturale. Inoltre a luglio 2021, dei 62 km totali di portici bolognesi (fra centro e periferia), 12 tratti sono stati iscritti nel sito seriale del Patrimonio mondiale dell’Umanità, in quanto sono «espressione ed elemento dell’identità urbana» della città: via S. Caterina, piazza S. Stefano, il monumentale complesso del Baraccano, la nobile via Galliera, il portico del Pavaglione e piazza Maggiore, via Zamboni, il portico della Certosa, il portico di S. Luca che sale in collina, piazza Cavour e via Farini con i soffitti decorati, i portici di Strada Maggiore, quelli del Mambo (Museo di Arte Moderna di Bologna), nel quartiere Barca, i portici dell’edificio chiamato il Treno.

  • Via di Casaglia Bologna (BO)

    La via di Casaglia, snodandosi a mezzacosta lungo il versante ovest della valle del torrente Ravone, passa vicino alla parrocchiale di S. Maria Assunta di Casaglia m 251, già esistente nel 1240. L’ampio panorama che si apre lungo il percorso si libera maggiormente una volta che la strada diventa di crinale: la città è ben visibile nel primo tratto; poi si possono riconoscere il monte Aperto m 245 sulla sinistra e la valle del Reno sulla destra. Prosecuzione della via di Casaglia è la via Cavaioni, omonima della vicina area verde attrezzata, il parco pubblico Cavaioni.

  • Parco Cavaioni Bologna (BO)

    In origine questa area ospitava un grande podere agricolo: lo ricordano il nome (in dialetto i cavaioni sono le cataste di covoni) e l’organizzazione dell’area verde, che ha mantenuto il tracciato dei campi e delle cavedagne (le estremità del campo); l’apertura al pubblico è avvenuta negli anni ’70 del Novecento e il parco, soprattutto d’estate, è molto frequentato. Nel 2011 è stata recuperata la villa Selvetta, antica casa colonica, trasformata in una struttura polifunzionale, Ca’ Shin, in cui sono organizzate attività ricreative, didattiche, artistiche e culturali.

  • Sacrario di Monte Sabbiuno Bologna (BO)

    Monumento realizzato dal Gruppo Architetti «Città Nuova» e inaugurato nel 1973, che commemora l’eccidio di un centinaio di antifascisti da parte dei Tedeschi, il 12-13 dicembre 1944; posto sul ciglio del calanco, luogo dell’esecuzione, è formato da un muro in cemento su cui sono montate una decina di mitragliatrici.

  • Parco di monte Paderno Bologna (BO)

    Percorrendo la via dei Colli si incontra, all’altezza della località Paderno m 260 (con parrocchiale di S. Apollinare, ricordata fin dal 1269 e poi riedificata nel Settecento), il parco pubblico di Paderno: gli oltre 26 ettari di verde, zone boschive e grandi prati sono percorribili a piedi o in bicicletta.

  • Gaibola Bologna (BO)

    A Gaibola si trova la chiesa di S. Michele, di cui si ha notizia fin dal 1221; nei pressi si aprono grotte con begli esempi di erosione di selenite, in cui sono state identificate tracce di insediamenti umani di cultura neolitica.

  • Monte Donato Bologna (BO)

    In località Monte Donato, m 244, si possono osservare alcune cave di gesso (selenite) ora non più attive.

  • Villa Aldrovandi Mazzacorati Bologna (BO)

    La villa è oggi sede di uffici pubblici di quartiere; la grandiosa facciata neopalladiana, con vasto pronao esastilo sormontato da timpano triangolare e barchesse laterali semicircolari, è dovuta alla ristrutturazione di Francesco Tadolini (1769-70); all’interno, un teatrino settecentesco, a doppio ordine di balconate sostenute da cariatidi e sirene, e il Museo storico del Soldatino «Mario Massacesi», che raccoglie 13.000 pezzi, fabbricati in vari materiali, dall’inizio dell’Otto- cento ai nostri giorni, ed espone alcuni diorami; in una sala è allestita una ricostruzione di battaglie del passato.

  • Museo storico del Soldatino «Mario Massacesi» Bologna (BO)

    Il museo è ospitato all'interno della settecentesca villa Mazzacorati, raccoglie 13.000 pezzi, fabbricati in vari materiali, dall’inizio dell’Ottocento ai nostri giorni, ed espone alcuni diorami; in una sala è allestita una ricostruzione di battaglie del passato.

  • Villaggio Ina Casa-INCIS Bologna (BO)

    Il villaggio Ina Casa-INCIS (Leonardo Benevolo, Federico Gorio, Marcello Vittorini e altri, 1957-60) è un esempio della cosiddetta urbanistica neorealista, attuato attraverso l’esecuzione di diversi blocchi a corte. Nelle vicinanze, gli edifici a sviluppo verticale del quartiere Gallia (Enzo Zacchiroli, 1960-70).

  • S. Maria Lagrimosa degli Alemanni Bologna (BO)

    L’edificio, iniziato nel 1538 e ampliato nel XVII secolo, si lega alla porta Maggiore mediante un porticato lungo oltre 600 m, costruito tra 1619 e 1631 come percorso devozionale, ma trasformatosi poi in una matrice di urbanizzazione, generatrice di commerci, residenze eccetera.

  • Portico dei Mendicanti Bologna (BO)

    Lungo la via Albertoni si svolge il portico dei Mendicanti (1667), che segna una pausa tra il complesso dell’ospedale S. Orsola e l’ospedale Malpighi (Enzo Zacchiroli, 1962-72).

  • FICO Eataly World Bologna (BO)

    Grande parco enogastronomico, situato al di là della tangenziale.

Ultimo aggiornamento 11/11/2022
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