La pianura bolognese nord-orientale

In collaborazione con Touring Club

L’itinerario abbraccia parte della più fertile pianura bolognese, compresa tra l’antico alveo del torrente Savena e il corso del torrente Idice. 
Utilizza strade provinciali in buone condizioni e solo un breve tratto della statale 253, San Vitale

Nell’area visitata l’indagine archeologica ha rivelato un’eccezionale continuità di insediamento, dall’abitato da cui ha preso nome la civiltà villanoviana, all’area centuriata, prossima al capoluogo, dove gli interventi della colonizzazione romana sono perfettamente leggibili. 

Nel tratto di nord-est l’itinerario assume i caratteri di una ricognizione storico-ambientale in un territorio profondamente segnato dalle variazioni idrauliche e dalle conseguenti bonifiche. Interessante la visita a Budrio, dal nucleo storico ben conservato.

  • Lunghezza
    75,9 Km
  • Villa Gandolfi Pallavicini Bologna (BO)

    Nel 1773 fu acquistata dal maresciallo Gianluca Pallavicini che la ristrutturò accogliendovi politici, letterati e musicisti tra cui il giovane Mozart. Oggi è sede del CIELS-Scuola superiore per mediatori linguistici; conserva uno scalone a duplice rampa di Francesco Maria Angelini e grandi tempere settecentesche con paesaggi e scene agresti.

  • Villanova Castenaso (BO)

    Questa località ha dato il nome a una facies della prima età del Ferro, propria del Bolognese e dell’Italia centrale tirrenica. Qui sorge la villa Gozzadini.

  • Villa Gozzadini Castenaso (BO)

    Celebre per essere stata centro degli scavi dell’archeologo Giovanni Gozzadini, che tra il 1853 e il 1856 portò alla luce nei terreni della sua proprietà vasti sepolcreti della fase più antica della civiltà etrusca, da lui stesso chiamata «villanoviana» (IX-VI sec. a.C.). La villa, edificata dalla famiglia senatoria nel xvi sec. e successivamente modificata, versa oggi in stato di abbandono.

  • Museo della Civiltà villanoviana-Muv Castenaso (BO)

    È allestito in un complesso rurale già di pertinenza della villa Gozzadini, presso il luogo dei rinvenimenti. Sono esposti corredi funerari di varie tombe di aristocratici e di guerrieri, con manufatti particolarmente pregiati. Tra i materiali più significativi le stele del sepolcreto, ovvero 8 segnacoli funerari in pietra arenaria e calcare, di cui 3 figurati e gli altri conformati. Fra tutti spicca la cosiddetta Stele delle Spade, caratterizzata da una complessa decorazione a bassorilievo.

  • Budrio Budrio (BO)

    Budrio, m 26, ab. 18.106, importante centro agricolo (frutticoltura) che sovrappone a un impianto medievale il rinnovamento edilizio settecentesco, con strade fiancheggiate da portici. Di particolare interesse la visita alla Pinacoteca civica «Domenico Inzaghi». Sorto in un’area di antico insediamento, l’abitato fu in epoca medievale Comune autonomo, poi soggetto a Bologna (podesteria dal 1246) con consistenti privilegi. L’impianto urbanistico ortogonale si è sviluppato in due tempi: a un primo nucleo, risalente probabilmente al secolo XII, articolato secondo i modi del villaggio di strada lungo un asse della centuriazione, il cardinale Albornoz aggiunse, tra il 1363 e il 1379, un castrum. Nuove mura furono erette nel 1430 e ancora nel 1486-1506 quando vennero munite di torrioni cilindrici, unici elementi superstiti (il meglio conservato si trova in via 3 Novembre) della cinta distrutta nel 1911. La presenza della Partecipanza (affittata dal 1730, definitivamente dissolta nel 1922-31) e una solida tradizione artigianale, in particolare nel settore canapino, garantirono alla cittadina un consistente sviluppo economico culminato tra XVI e XVII secolo. In epoca post-unitaria fu centro dell’associazionismo operaio-bracciantile. Patria dell’architetto Alfonso Torreggiani (1682-1764), è ricordata anche per un tipico strumento musicale d’argilla, l’ocarina, inventato alla metà del XIX secolo da Giuseppe Donati.

  • Piazza Filopanti Budrio (BO)

    Al centro della piazza è il monumento a Quirico Filopanti, pseudonimo del poligrafo budriese Giuseppe Barilli (1812-94), di Tullo Golfarelli, inaugurato nel 1913. Chiude la piazza, sul lato fronteggiante la chiesa, il Palazzo comunale, edificato in stile neogotico promosso da Alfonso Rubbiani e opera dell’ing. Luigi Menarini nel 1880-81. Sulla facciata, gli stemmi dei commissari e dei vicari cittadini (XV-XVI sec.) e sei piatti di ceramica che ne adornano la parte superiore. Adiacente al palazzo è la torre dell’Orologio, già robusta torre di guardia del vicino castello, completata nel 1453 e ornata dell’orologio nel 1871.

  • S. Lorenzo Budrio (BO)

    Affacciata sulla piazza Quirico Filopanti, sorge preceduta da portico la chiesa di S. Lorenzo, anteriore al 1185, dal 1406 retta dai Serviti, ristrutturata nel corso del XVIII secolo da Alfonso Torreggiani e Giuseppe Tubertini. L’interno, a una navata, presenta una decorazione a stucchi iniziata dal Torreggiani e completata successivamente. Nella 1a cappella destra, Madonna e Ss. Bartolomeo e Nicolò della scuola di Ludovico Carracci; nella 2a, S. Filippo Benizzi di Marcantonio Franceschini; sull’altare maggiore, Martirio di S. Lorenzo di Gaetano Gandolfi; nel transetto sinistro, Istituzione dell’Eucarestia dello stesso e statua dell’Addolorata di Filippo Scandellari; nella 2a sinistra, Consegna delle chiavi a S. Pietro del Mastelletta. Sopra le arcate delle cappelle, ovali con santi fondatori dell’ordine dei Serviti e S. Filippo Benizzi di Antonio Gionima. La cappella del capitolo conserva un affresco con Madonna e S. Filippo Benizzi (1570) della scuola di Innocenzo da Imola, tra le statue di S. Sebastiano e S. Lorenzo attribuite a Filippo Scandellari (fine del secolo XVIII).

  • S. Maria del Borgo Budrio (BO)

    Fondata da una confraternita nel 1517 e ampliata nel secolo successivo. L’interno, a una navata con volta a botte e tre cappelle per lato, conserva, nella 1a cappella destra, una Fuga in Egitto del Mastelletta; sull’altare maggiore, un Crocifisso cinquecentesco; nella 2a cappella sinistra, un Martirio di S. Stefano di Pietro Faccini; nella 3a, una Natività della Madonna di Bartolomeo Cesi (1617).

  • Pinacoteca civica «Domenico Inzaghi» Budrio (BO)

    Il palazzo che fu sede della Partecipanza oggi ospita la Pinacoteca civica «Domenico Inzaghi» e il Museo civico archeologico e paleoambientale. Il nucleo fondamentale della Pinacoteca è costituito dalla collezione (dipinti, disegni, incisioni) lasciate in eredità da Domenico Inzaghi nel 1821 alla Partecipanza. Dopo lo scioglimento dell’ente, la raccolta divenne proprietà del Comune che nel 1931 istituì la Pinacoteca civica. L’attuale patrimonio comprende anche dipinti provenienti da edifici religiosi, dall’Opera Pia Bianchi e dalla Fondazione Benni di Bologna. I dipinti della Pinacoteca offrono un ampio ventaglio della pittura bolognese ed emiliana dal XIV al XVIII secolo. In attesa del termine dei lavori di ristrutturazione e dell’allestimento che seguirà, è visitabile solo la sala del Consiglio della Partecipanza con una scelta di opere del XVI e XVII secolo. Di seguito una rassegna cronologica dei dipinti più significativi. Storia di Budrio: Ritratto di monsignor Ludovico Golinelli di Giuseppe Antonio Ghedini; *Ritratto virile (identificato come Antonio da Budrio) di scuola bolognese-ferrarese dell’inizio del XVI secolo; Disputa del Bambino prodigio di Budrio, incisione di Francesco Curti; bozzetto di Alessandro Guardassoni per la pala della cappella della Partecipanza nella parrocchiale di S. Lorenzo. Primitivi: *Incoronazione della Vergine di Vitale da Bologna. Opere del secolo XV: Battesimo di Cristo di Tommaso Garelli; Madonna col Bambino e santi, polittico di Cristoforo di Benedetto; due Madonne della scuola di Cima da Conegliano. Opere della prima metà del XVI secolo: *Madonna col Bambino e i Ss. Sebastiano e Rocco di Dosso Dossi; Madonna col Bambino e S. Giovannino, tondo di scuola toscana; Sposalizio mistico di S. Caterina della scuola di Francesco Francia e altro dipinto di analogo soggetto di Innocenzo da Imola; inoltre, Mosè fa scaturire le acque di scuola ferrarese della metà del secolo XVI. Opere del XVI secolo: Madonna in gloria e santi e Maddalena in gloria di Denijs Calvaert; Madonna del Rosario e S. Domenico attribuita a Bartolomeo Passerotti; S. Lucia e S. Caterina (frammenti) del Bagnacavallo il Giovane; *Stimmate di S. Francesco di Lavinia Fontana. Opere Prevalentemente di scuola emiliana dei secoli XVII e XVIII: Annunciazione attribuita a Francesco Brizio; S. Maria Maddalena della scuola di Guido Reni; Cristo nell’orto attribuito al Mastelletta; La Fama attribuita a Francesco Albani; Svenimento di Cornelia attribuito a Lorenzo Pasinelli; Riposo nella fuga in Egitto dell’ambito di Giuseppe Maria Crespi; S. Girolamo di Ubaldo Gandolfi; Ritratto di vecchio, S. Cecilia, S. Agnese di scuola del Guercino; *Ritratto di Laura Garzoni di Cesare Gennari (1676); Ritratto di Cristina di Svezia di Simon Vouet; S. Antonio abate e S. Nicola da Bari di Alessandro Tiarini; Madonna col Bambino di Mauro Gandolfi. Nature morte, scene di genere, paesaggi e ritratti dei secoli XVII e XVIII: Natura morta di Antonio Mezzadri, altra di Felice Rubbiani, e S. Sebastiano (1857-58). Piccola raccolta di disegni fra i quali Testa di vecchio attribuita al Guercino e Crepuscolo mattutino di Vittorio Maria Bigari; incisioni su rame, per lo più francesi (Jacques Callot e altri) e italiane, alcune silografie cinquecentesche, serie di Nove basiliche di Roma (1825) di Antonio Sarti da Budrio.

  • Museo civico archeologico e paleoambientale «Elsa Silvestri» Budrio (BO)

    Il museo è ospitato al secondo piano e raccoglie i materiali, dall’età del Bronzo fino alla tarda età romana, rinvenuti nel territorio del basso corso del torrente Ìdice. Si segnalano i reperti dell’età del Ferro provenienti dallo scavo di una necropoli villanoviana a Castenaso (interessanti corredi funerari). Per l’età romana, le testimonianze messe in luce da esplorazioni e scavi effettuati nel territorio centuriato alla sin. dell’Ìdice nelle ville rustiche: bella ceramica da mensa, più modesta o rozza quella da cucina, vasetti per bere, resti di tante ampolle in vetro per profumi o di lucerne decorate, anfore, macine. Un piccolo plastico propone la ricostruzione di una abitazione del IV secolo d.C., e dell’aia che la circondava.

  • S. Agata Budrio (BO)

    La chiesa di S. Agata, eretta nel 1410 dalla compagnia della Misericordia, dopo decenni di abbandono è stata radicalmente restaurata. L’interno a una navata, ristrutturato da Giuseppe Tubertini nel 1780-92, con ornati di Antonio Lepori e Giuseppe Leonardi, conserva una pala con l’Incoronazione della Vergine e santi di Giacomo Lippi (1629) e un Crocifisso e S. Camillo de Lellis di Gaetano Gandolfi.

  • S. Domenico Budrio (BO)

    Eretta dalla compagnia del Rosario nel 1605, cui nel 1615 venne affiancato un convento domenicano, dal 1840 adibito a ospedale. La facciata è preceduta da un portico della fine del XVII sec. con quattro statue di santi. L’interno, a una navata con quattro cappelle per lato, presenta nella 2a cappella destra Miracolo di S. Domenico di Giuseppe Pedretti; al 3° altare, Assunta e santi di Alessandro Tiarini; sull’altare maggiore, Misteri del Rosario dello stesso; nella 3a cappella sinistra, Ss. Giovanni Battista e Pietro martire di Francesco Albani; nella 2a, S. Vincenzo Ferreri (1765) di Ubaldo Gandolfi; nella 1a, S. Rosa da Lima di G.B. Caccioli.

  • Museo dell'Ocarina e degli Strumenti musicali in Terracotta Budrio (BO)

    Il museo espone una collezione di ocarine, strumento musicale popolare inventato da Giuseppe Donati di Budrio alla metà dell’Ottocento. L’ocarina è un flauto globulare di terracotta a forma ovoidale allungata, a guisa di piccola oca senza testa (da cui il nome), con un’imboccatura a lato. Nella seconda metà del XIX secolo artigiani budriesi impiantarono manifatture di ocarine anche a Parigi e a Londra. L’esposizione comprende inoltre strumenti simili provenienti da tutto il mondo.

  • Teatro Consorziale di Budrio Budrio (BO)

    Eretto nella seconda metà del xvii sec. e ristrutturato nel 1924-28, già proprietà del Consorzio dei partecipanti.

  • Museo dei Burattini-Collezione Zanella Pasqualini Budrio (BO)

    Articolato in due spazi contigui, nella sede di via Garbaldi 29 espone le collezioni Perani e Menarini, composte da oltre cento burattini della prima metà del ’900, una ricca varietà di materiali scenici e un piccolo teatrino. Accanto al Teatro consorziale, nell’antica Casina del Quattrocento, è stata sistemata in mostra permanente la collezione di burattini che i coniugi Zanella Pasqualini hanno raccolto durante vent’anni di vita teatrale. Oltre ad alcuni esemplari provenienti dalle più importanti famiglie di burattinai bolognesi, sono esposti anche pezzi di varie tradizioni, italiane e straniere, come marionette, pupi, teatrini giocattolo, per un totale di 2.800 oggetti datati a partire dal 1580.

  • Via Giuseppe Garibaldi Budrio (BO)

    In via Giuseppe Garibaldi, al N. 39, si leva il palazzo Boriani Dalla Noce, acquisito agli inizi del XIX secolo dai Dalla Noce che lo fecero restaurare e affrescare. È oggi sede della biblioteca comunale, che conserva quasi 40 mila volumi, di cui 12.000 del fondo antico, e dell’Archivio storico comunale che raccoglie i documenti della Partecipanza. Adiacente è il Teatro consorziale eretto nella seconda metà del XVII sec. e ristrutturato nel 1924-28, già proprietà del Consorzio dei partecipanti.

  • Pieve dei Ss. Gervasio e Protasio Budrio (BO)

    Forse risalente al 401, il complesso attuale è frutto di una ricostruzione sei-settecentesca con facciata porticata, sormontata da un timpano curvilineo, e campanile trecentesco. Sotto il portico, epigrafi romane e longobarde recuperate nell’area circostante. All’interno si conservano una croce in marmo bianco con decorazioni longobardo-carolingie e iscrizione dell’828; un’antica vasca battesimale per immersione; un Martirio dei Ss. Gervasio e Protasio sull’altare maggiore e due ovali alle pareti con S. Vitale e S. Valeria, tutti del Sansone.

  • Bagnarola Budrio (BO)

    Località di antico popolamento, dove l’assenza di un nucleo insediativo centrale si traduce in una struttura organizzata in poderi mezzadrili e in ville con tenute di media ampiezza. Il complesso urbanistico delle ville di Bagnarola costituisce un unicum di notevole interesse per la straordinaria concentrazione e la qualità delle architetture. All’inizio si trova, preceduto da un viale e circondato da un ampio parco, il complesso delle ville Malvezzi Campeggi articolato intorno ai due edifici principali: l’Aurelio e il Floriano. Il primo fu edificato da Aurelio Malvezzi che, dopo avere acquistato nel 1623 un fabbricato cinquecentesco, vi aggiunse i corpi laterali, facendo affrescare l’insieme da Angelo Michele Colonna e dal Dentone. Il secondo, eretto per volontà del figlio di Aurelio, da cui prende nome, su progetto di Alfonso Torreggiani, ha un fronte porticato di 195 m (un tempo sede della fiera di S. Anna) e fu completato nel 1818, con una scenografica facciata neoclassica rivolta a S, da Angelo Venturoli. Conserva gli arredi originali del XVIII secolo e una quadreria. Proseguendo lungo la strada principale, si incontra la parrocchiale dei Ss. Giacomo e Biagio, tardo-ottocentesca, che possiede una pala con la Madonna della Cintura di Elisabetta Sirani. Oltre la chiesa, il palazzo Ranuzzi Cospi, detto Palazzo di sotto; di origine cinquecentesca, venne riedificato nel 1700-1711 dal conte Vincenzo Ferdinando. La simmetria a pendant delle facciate della peschiera e dell’oratorio crea un notevole effetto scenografico. Si piega a sinistra per raggiungere il palazzo Bentivoglio (Palazzo di sopra), massiccia quattro-torri cinquecentesca con cortile interno. Nel XVIII secolo divenne proprietà di Pietro Antonio Oderici che lo fece decorare da Nicola Bertuzzi, promuovendo una fiera in concorrenza con quella di S. Anna.

  • Mezzolara Budrio (BO)

    Nel borgo di Mezzolara, m 16., la chiesa di S. Michele, che risale al 1459, con portico e trasformazioni seicentesche, possiede una Madonna del Rosario e santi di Denijs Calvaert (1612) con ritratti dei committenti. La seicentesca torre dell’Orologio è stata ristrutturata nel XIX secolo, mentre l’ospedale del Volpino, a doppio ordine di archi, risalente al 1250, è stato riedificato nel secolo XV. Poco oltre questo nucleo centrale, sulla sinistra è il complesso della villa Bonaparte, già azienda agricola e oggi in abbandono, che appartenne a Elisa Bonaparte, poi a Napoleone III, e fu al centro di una vasta tenuta di circa 2500 ettari fra Mezzolara e Dugliolo.

  • Vedrana Budrio (BO)

    Alle porte dell’abitato si incontra la villa Ratta, completata nel 1728. La facciata sud presenta un portale monumentale, sormontato da balcone. L’interno conserva tempere settecentesche. Presso il torrente Ìdice è la villa settecentesca del Roccolo; nell’interno salone centrale a pianta circolare, della stessa altezza dell’edificio, con cupola affrescata. Pittoresco è il viale a doppio filare di pioppi cipressini che collega il Roccolo all’antica via del Bachiere.

  • Selva Malvezzi Budrio (BO)

    Borgo a sviluppo lineare, sorse alla metà del XV secolo su un alveo abbandonato del T. Quaderna, divenuto strada. Carlo Malvezzi espropriò il territorio circostante alle comunità di Medicina e di Budrio, ottenendone l’investitura comitale nel 1455 da papa Callisto III; vi intraprese una vasta opera di bonifica e di appoderamento con la costruzione delle prime case. Precede il paese il cosiddetto Palazzaccio, complesso fortificato articolato intorno a una torre, ricostruito da Gregorio Malvezzi nel 1618. Nel borgo sorgono il palazzo del Conte, ultimato nel XVII sec. (all’interno, resti di decorazioni a fresco), e la chiesa di S. Croce, fondata a metà del XV secolo, riedificata nel 1799-1809 su progetto di Angelo Venturoli. Sul lato opposto, il palazzo del Governatore, pure seicentesco, con portico a tre arcate e balcone.

  • Molinella Molinella (BO)

    Centro agricolo, m 8, ab. 15.710, situato in un territorio, già incuneato tra estese valli, formato dalle antiche deiezioni del torrente Ìdice. Fu sede del vicario bolognese e punto strategico di passaggio verso il traghetto per la sponda ferrarese del Reno; retrocesse a una condizione marginale e sottopopolata fino alle bonifiche iniziate dopo la metà del XVIII secolo, diventando poi centro delle lotte bracciantili e roccaforte del movimento socialista. Al centro del paese, nella piazza omonima, sorge il monumento, di Luciano Minguzzi, dedicato a Giuseppe Massarenti, nativo di Molinella (1867-1950), uno dei più attivi e popolari dirigenti dell’organizzazione cooperativa prefascista. Nel 1905 vi fu fondata la Cooperativa agricola-Società Anonima Cooperativa del Comune di Molinella, la prima del genere nella provincia di Bologna e che, insieme alla Cooperativa di Consumo (1895), fu presa a modello dal movimento cooperativo nazionale. Lungo l’asse di attraversamento dell’abitato si fronteggiano la torre di S. Stefano a caditoie, costruita dai Bolognesi nel 1402, con aggiunte cinquecentesche, e la chiesa di S. Francesco, riedificata nel 1843-54.

  • San Gabriele Baricella (BO)

    In un territorio segnato dalle alte arginature del cavo Benedettino, la nuova inalveazione del Reno realizzata nel 1741-52 per impulso del bolognese papa Benedetto XIV (da cui il nome) e poi allargata nel 1767-72 per farne l’asse portante della bonifica bolognese, l’insediamento si è sviluppato, spontaneo e lineare, dalla media pianura centuriale verso la bassa, con una sequenza di villaggi affiancati da valli, lentamente prosciugate a partire dalla fine del XVIII secolo, ma la cui bonifica fu resa definitiva solo dall’introduzione delle idrovore meccaniche nel Novecento. Tra questi San Gabriele m 10, dove, oltre la parrocchiale, si trova la chiesa di S. Maria del Corniolo, detta chiesa vecchia, consacrata nel 1530 e ristrutturata nel secolo XIX. Nell’interno si conservano due affreschi cinquecenteschi sulla controfacciata: a sinistra, Madonna col Bambino, S. Anna e santi di scuola del Bagnacavallo; a destra, Madonna col Bambino e santi ascrivibile all’ambito del Bagnacavallo o di Biagio Pupini; sulla parete destra dell’abside, frammento di fregio della scuola di Amico Aspertini.

  • Malalbergo Malalbergo (BO)

    Borgo agricolo e commerciale. Noto fin dal secolo XI col nome di Maletum, dal XVI divenne porto di trasbordo tra il canale Navile di Bologna e la ‘navigazione inferiore’, consentendo così il collegamento via acqua con Ferrara. I bombardamenti dell’aprile 1945 hanno distrutto gran parte dell’insediamento storico. La chiesa di S. Antonio Abate conserva sull’altare maggiore una Madonna del Carmine e santi di Bartolomeo Massari. Il settecentesco palazzo Marescalchi è oggi sede di un centro sociale; il cosiddetto Casermone risale al 1583, quando fu edificato come sede della Gabella Grossa.

  • Baricella Baricella (BO)

    Il comune (m 11, ab. 7129) è noto fino al XIII secolo come «Guazzarello», la cui storia è legata alle bonifiche delle valli fra il Sàvena e il Reno. La chiesa di S. Maria, ricostruita insieme al campanile nel 1788-94 da Giacomo Bartoli, conserva la Visione di S. Antonio di Pietro Fancelli. Annesso alla chiesa, l’oratorio di S. Giuseppe del 1620.

  • Minerbio Minerbio (BO)

    Il comune (m 16, ab. 8.919) deve forse il suo nome a un’antica selva dedicata a Minerva. La sua struttura urbanistica deriva dalla presenza di un complesso monumentale signorile-feudale (investito agli Isolani nel 1403), incentrato su una tenuta agricola e collegato a un borgo artigianale. La parrocchiale di S. Giovanni Battista, totalmente riedificata nel 1733-37 da Carlo Francesco Dotti, conserva numerosi dipinti e affreschi (di Vincenzo Spisanelli, Ubaldo Gandolfi e di scuola di Guido Reni) e, sopra l’altare maggiore, un gruppo scultoreo di Giuseppe Mazza. Il complesso monumentale di proprietà della famiglia Isolani è costituito dalla Rocca, dalla Villa e dalla bella torre colombaia su tre ordini, attribuita al Vignola. La rocca (utilizzata come location per eventi), quattrocentesca, distinta dalla sequenza di merlature ghibelline, fu ristrutturata nel XVI secolo e decorata in tre sale (sala di Marte, sala dell’Astronomia e sala di Ercole) con affreschi di soggetto mitologico e astrologico di Amico Aspertini. La Villa deve il suo aspetto attuale a Bartolomeo Triachini che nel 1557 fu incaricato di ultimarne la costruzione. Sottopassando la torre dell’Orologio si accede al borgo porticato di origine medievale.

  • San Martino in Soverzano Minerbio (BO)

    San Martino in Soverzano, m 16, è disposto lungo un antico alveo del torrente Zena. Il castello, originario del secolo XIV, fu ampliato nel XV e scenograficamente restaurato da Alfonso Rubbiani alla fine dell’Ottocento. Accanto alla chiesa di S. Martino è il portico della Fiera eretto nel 1684 per ospitare una fiera che ancora oggi si tiene in ottobre sotto i portici del borgo. A km 5.5 si trova San Giovanni in Triario (m 15) dove, alla destra della strada, è la pieve di S. Giovanni Battista, anteriore al 1000, nel cui interno si trovano un’antichissima vasca battesimale a immersione, e tele attribuite a Daniele da Volterra.

  • S. Vitale Granarolo dell'Emilia (BO)

    Ricostruita nel 1682 su progetto del parroco Torri, conserva nella 1a cappella destra Madonna di S. Luca e santi di Elisabetta Sirani; sulla parete destra dell’arco trionfale, S. Girolamo del Guercino; nel presbiterio, decorazione ad affresco di Tertulliano Tarroni; sull’altare maggiore, Madonna, S. Vitale e S. Andrea del secolo XVIII.

Ultimo aggiornamento 11/11/2022
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