La pianura bolognese orientale

In collaborazione con Touring Club

L’itinerario circolare si svolge in gran parte oltre i torrenti Ìdice e Quaderna, utilizzando lunghi tratti della statale 253, S. Vitale, e della Via Emilia, e agevoli strade provinciali.

La ridotta portata dei corsi d’acqua e il conseguente scarso apporto dei fertili depositi alluvionali hanno limitato lo sviluppo dell’agricoltura di quest’area.

Nonostante la presenza del centro romano di Claterna, le tracce di centuriazione sono poco integre.

Un’attenzione particolare meritano i due centri, di fondazione medievale, di Medicina e Castel San Pietro Terme.

Si esce da Bologna in direzione di Ravenna lungo la statale 253, fino all’altezza, km 12.9, del bivio per Budrio. Si oltrepassa il T. Quaderna e, lasciata a sin. la deviazione per Villa Fontana, si giunge, km 24.2, a Medicina.


  • Lunghezza
    56.7 Km
  • Medicina Medicina (BO)

    Medicina (m 25, ab. 16.504), è un importante centro agricolo il cui nucleo storico, un tempo difeso dalla cerchia muraria demolita alla fine del XVIII sec., presenta una struttura urbanistica rettangolare, di origine medievale, scandita in maglie ortogonali.

    Le vie porticate e i numerosi edifici eretti tra il XVI e il XVIII sec. formano un complesso armonioso, il cui profilo, caratterizzato dal pittoresco emergere di campanili, torri, tiburi e altane, meglio si coglie giungendo nell’abitato da E, dopo aver toccato Ganzanigo.

    Di origine romana, al centro di un territorio che fu parte dei possessi allodiali dell’arcivescovo ravennate, appartenne alla contessa Matilde, alla quale si dovrebbe il nome della località, e poi all’Impero.

    Distrutta dai Bolognesi nel 1151, venne rifondata dal Barbarossa nel 1155 ed elevata a libero Comune, alternando quindi, alla soggezione a Bologna, periodi di autonomia riconquistata grazie al favore del Papato. Sito di passaggio verso il traghetto per la sponda ferrarese, il suo territorio si incuneava tra estese valli, marginali e spopolate.

    I privilegi ottenuti dal governo pontificio nel XVI sec., uniti all’ampiezza del territorio agricolo e alle fortune della Partecipanza (di 2600 ettari, estintasi alla fine dell’Ottocento), ne favorirono lo sviluppo artigianale, mercantile ed edilizio.

  • Via della Libertà Medicina (BO)

    Asse di attraversamento del centro urbano e porticato nel tratto centrale, via della Libertà ricalca un decumano della centuriazione. Sulla destra si stacca la via Saffi che, dopo il cosiddetto Porticone, edificio neoclassico di Angelo Venturoli, è chiusa in fondo dalla chiesa dei Cappuccini, dedicata ai Ss. Francesco e Anna, eretta nel 1731-45; nell’interno, S. Margherita da Cortona di Antonio Crespi e Madonna degli Angeli con S. Francesco del secolo XVIII.

    Sull’angolo di via della Libertà con via Cavallotti è la torre dell’Orologio, risalente al 1580, sopraelevata nel XVIII secolo, con statua della Vergine di Angelo Piò.

    Adiacente, il palazzo del Podestà ricostruito nel 1570 e ristrutturato alla metà del XVIII secolo da Bernardo Gamberini, con interventi successivi; lungo la via Cavallotti è visibile la facciata dell’oratorio della Madonna della Salute attribuito a Ferdinando Bibiena, inserito nella struttura del Partenotrofio (istituto assistenziale ed educativo).

    Riprendendo la via della Libertà verso destra, si incontrano l’ex chiesa di S. Maria del Carmine, eretta nel 1696-1722 da Giuseppe Antonio Torri e ora utilizzata per mostre temporanee, e il Palazzo comunale, ex convento carmelitano, eretto nel XVI-XVIII sec., con portico aggiunto nel 1925.

    Chiude scenograficamente la via la chiesa dell’Assunta o del Crocifisso, eretta nel 1748-53 su disegno di Alfonso Torreggiani per l’omonima arciconfraternita.

  • Ex chiesa di S. Maria del Carmine Medicina (BO)

    L’ex chiesa di S. Maria del Carmine fu eretta nel 1696-1722 da Giuseppe Antonio Torri.

    Nell’interno, utilizzato per mostre temporanee, ornati di G.B. Canepa, statue di Filippo Scandellari e di Angelo e Domenico Piò; nelle prime cappelle a destra e sinistra, S. Pietro Thoma e S. Simone Stock di Ercole Graziani; nella 2a cappella sinistra, S. Angelo martire del Sansone; nella 3a, la Madonne e S. Maria Maddalena de’ Pazzi di Antonio Rossi; ai lati dell’abside, due Storie di Elia di Angelo Gottarelli; l’ambiente più pregevole è la sagrestia, strutturata come una cappella con presbiterio a colonne, altare con ancona ornata di vivaci stucchi e arredata con sontuosi armadi barocchi.

  • Chiesa di S. Mamante Medicina (BO)

    Nella centrale piazza Garibaldi, aperta nel XIX sec. unendo le aree della piazza del Mercato, del vecchio cimitero e di alcuni orti, si leva isolato il campanile, eretto su disegno di Carlo Francesco Dotti del 1752-77, a fianco della parrocchiale di S. Mamante, fondata nel 1161 e ricostruita nel 1735-39 su disegno di Giuseppe Antonio Ambrosi.

    All’interno, l’altare maggiore, disegnato da Angelo Venturoli, è ornato di marmi preziosi e bronzi; tra i dipinti, La morte di S. Giuseppe opera di Carlo Bononi.

  • Palazzo della Comunità Medicina (BO)

    Forse risalente al 1564, ampliato nel XVII secolo, il palazzo fu completamente ristrutturato a partire dal 1701 a opera di Francesco Torreggiani, cui si devono lo scalone e le stanze adiacenti, e ultimato nel 1775-79 sotto la direzione di Bernardo Gamberini.

    All’interno, sulla parete dello scalone, Madonna in stucco (1780) di Luigi Acquisti. È oggi sede del Centro culturale che accoglie la biblioteca e il Museo Civico.

  • Museo civico di Medicina Medicina (BO)

    All'interno del palazzo della Comunità e inaugurato nel 1997, il Museo civico di Medicina comprende una sezione archeologica (con reperti dell’età del Bronzo, romani e medievali), la ricostruzione del Laboratorio di Ansaldo Poggi (liutaio nato a Villafontana nel 1893 e morto nel 1984), con una coppia di violini d’autore (di Giuseppe Fiorini, 1913 e di Ansaldo Poggi, 1933), raccolte di arte sacra e di ceramiche devozionali, la ricostruzione dell’ottocentesca Farmacia dell’Ospedale con il corredo dei vasi in ceramica e porcellana, vetri e utensili, una collezione di erbari del Seicento, alcune tavole dei due illustri architetti medicinesi Angelo Venturoli e Francesco Saverio Fabri, il telaio storico della famiglia Tinti.

    Al piano superiore si trova la Pinacoteca dedicata al pittore medicinese Aldo Borgonzoni, con numerosi dipinti dello stesso Borgonzoni e di altri artisti di ambito novecentesco.

  • Villa Fontana Medicina (BO)

    Villa Fontana m 20, con una Partecipanza agraria di 860 ettari. La chiesa di S. Maria, ricostruita nel 1650-60 e facciata novecentesca di Ugo Ughi, conserva, in fondo alla navata destra, una S. Lucia di Ubaldo Gandolfi; nella 2a cappella sinistra, un Crocifisso attribuito ad Alessandro Algardi. Lasciato il paese, lungo la strada per Fiorentina, si scorge il radiotelescopio Croce del Nord.

  • Portonovo Medicina (BO)

    A m 8, si trova al centro di una vasta tenuta (un tempo possesso della Partecipanza di Medicina) bonificata dalle deiezioni di una rotta seicentesca del torrente Sìllaro e messa parzialmente a coltura a partire dal 1720.

    Nel villaggio, sorto al limite delle valli, in passato collegato al capoluogo comunale tramite il canale di Medicina, sorge la chiesa di S. Croce, eretta nel 1721-30 su progetto di Alfonso Torreggiani, che conserva una Madonna con i Ss. Lucia, Pietro, Paolo e veduta di Medicina, di G.B. Bolognini e, sull’altare maggiore, L’esaltazione della Croce e S. Michele di Ercole Lelli.

  • Oasi di protezione della fauna «il Quadrone» Medicina (BO)

    L'oasi di protezione della fauna «il Quadrone» è stata istituita nel 1985 dalla Provincia di Bologna, e si estende per circa 270 ettari. È presente una zona umida caratterizzata da una valle, un bosco igrofilo, un prato umido e una zona a boschetto e costituisce un importante rifugio per numerose specie animali e vegetali. L’oasi è attrezzata con un percorso didattico e un centro visite.

  • Chiesa di S. Biagio Castel San Pietro Terme (BO)

    A Poggio m 47, la chiesa di S. Biagio (riedificata nel 1573 e nel 1775) merita segnalazione per uno Sposalizio della Vergine con i Ss. Biagio e Carlo, di Giacomo Cavedoni, e una statua della Madonna del Rosario di Filippo Scandellari con Misteri di Antonio Magnoni.

  • Castel San Pietro Terme Castel San Pietro Terme (BO)

    Castel San Pietro Terme (m 75, ab. 20.768) è un centro agricolo e industriale e stazione di cure termali, situato su un terrazzo fluviale alla sinistra del torrente Sìllaro; la parte antica del borgo, che rispecchia un impianto pianificato, conserva nel disegno urbano – sia della parte originale del secolo XII, sia dell’addizione tardo-medievale fino alla Via Emilia – una struttura rettangolare con vie ortogonali e rettilinee, spesso porticate.

    La zona ha restituito tracce di insediamento di epoca preistorica e romana, ma il centro si sviluppò solo a partire dal 1199 allorché i Bolognesi vi eressero un castello a controllo della Via Emilia verso la Romagna.

    Nel 1306 e nel 1337 ospitò per brevi periodi lo Studio bolognese; subì poi diversi assedi e occupazioni militari tra le quali nel 1501 quella del Valentino.

    Dopo il definitivo passaggio allo Stato pontificio godette di consistenti privilegi fiscali che ne favorirono lo sviluppo artigianale-mercantile, anche se il suo ruolo principale fu quello di centro di contrabbando dei grani romagnoli verso il Bolognese e la Toscana.

    Dell’apparato difensivo restano una consistente porzione di mura, il cassero e la torre dell’Orologio (restaurati nel 1635 e nel 1920); sottopassata quest’ultima, per il corso Matteotti si raggiunge la centrale piazza XX Settembre.

  • Parrocchia di S. Maria Maggiore Castel San Pietro Terme (BO)

    La parrocchiale risale al XIII secolo ma venne più volte rimaneggiata, l’ultima nel 1752-57 da Alfonso Torreggiani; l’esterno conserva il campanile trecentesco e la lunetta del portale (secolo XV) decorata di terrecotte, con la statua della Madonna col Bambino, pure in terracotta, della scuola di Niccolò dell’Arca; all’interno, notevole la pala dell’altare maggiore (Madonna in gloria e santi) di Ubaldo Gandolfi.

  • Terme di Castel San Pietro Castel San Pietro Terme (BO)

    Terme di Castel San Pietro (a km 1.5) dal nucleo centrale di Castel San Pietro, presso la riva sinistra del Sìllaro si trova lo stabilimento delle Terme, già note nel 1337 (fonte Fegatella), ma il cui sviluppo data dalla realizzazione degli edifici termali del 1886 e dal loro ammodernamento a partire dal 1955. Le terme utilizzano l’acqua di due pozzi, rispettivamente di acqua solfurea e salsoiodica.

  • Varignana Castel San Pietro Terme (BO)

    A m 184, sorge in posizione elevata sul torrente Quaderna. La chiesa di S. Lorenzo, risalente al IX secolo e ricostruita nel 1958, conserva, dell’originaria struttura romanica la cripta sostenuta da colonne con capitelli ornati.

    La torre apparteneva a un distrutto castello medievale. Fuori dal paese si trova il palazzo Bentivoglio, ristrutturazione dell’inizio del XVIII secolo, su progetto di Francesco Angiolini, di una quattro-torri cinquecentesca. È utilizzato per ricevimenti.

    In ripida discesa, superato Palesio e varcato il torrente Quaderna, la strada giunge alla villa Malvezzi Campeggi detta la Palazzina. Il corpo centrale porticato, risalente al XVI secolo, è stato ristrutturato alla fine del Settecento da Angelo Venturoli; l’oratorio e i due edifici colonici sono disposti scenograficamente in rapporto alla villa e all’antistante pianura. Più avanti, la neoclassica villa Claterna (oggi location per matrimoni) dell’inizio del secolo XIX.

  • Maggio Ozzano dell'Emilia (BO)

    Qui sorgeva la romana Claterna, sorta nella prima metà del II secolo a.C, già semidistrutta alla fine del secolo IV. Nel corso degli scavi, iniziati nel 1898, sono stati rinvenuti resti di strade e di abitazioni (con mosaici), mentre il toponimo antico (forse di origine etrusca) è ricordato dal vicino torrente Quaderna.

  • Musei della Facoltà universitaria di Medicina Veterinaria (Collezione di Anatomia degli Animali Domestici- Collezione di Anatomia Patologica e Teratologia Veterinaria) Ozzano dell'Emilia (BO)

    L’insediamento della facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Bologna ha avuto come corollario lo spostamento di alcuni musei scientifici specializzati: il Museo di Anatomia degli Animali domestici, che conta oltre 2.000 esemplari delle specie domestiche, conservati secondo il metodo a secco, e la Collezione di Anatomia patologica e Teratologia veterinaria «Alessandrini-Ercolani» che comprende oltre 4.000 campioni di animali domestici e pesci, conservati o riprodotti in cera, creta e gesso che rappresentano in grandezza naturale le viscere di animali domestici con lesioni anatomo-patologiche.

  • Ozzano dell'Emilia Ozzano dell'Emilia (BO)

    A Ozzano dell'Emilia si trovano la casa Galvani, dove nel 1787-88 Luigi Galvani eseguì esperimenti di elettricità animale e il Museo della Città romana di Claterna. Qui è stata insediata la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Bologna e sono stati spostati musei scientifici specializzati.

  • Museo della città romana di Claterna Ozzano dell'Emilia (BO)

    Al secondo piano del palazzo della Cultura, in piazza S. Allende, è stato inaugurato il Museo della Città romana di Claterna, in cui i reperti venuti alla luce nella vicina località di Poggio illustrano le origini dell’antica città e la sua riscoperta, la struttura urbanistica e le caratteristiche dei principali spazi urbani, pubblici e privati, per terminare con un richiamo alle indagini e ricerche attualmente in corso. Il percorso espositivo è corredato da strumenti esplicativi (testi, disegni, fotografie, applicazioni multimediali).

  • San Lazzaro di Savena San Lazzaro di Savena (BO)

    San Lazzaro di Savena (m 62) è un grosso borgo di aspetto moderno ormai unito alla periferia orientale di Bologna, deve il suo nome al lebbrosario medievale dei cavalieri di S. Lazzaro, già noto nel 1214, unito nel 1692 all’ospedale degli Esposti.

    Il Municipio appartiene all’originario complesso della chiesa-ospedale di cui sussistono il campanile (XV secolo) e il lungo portico a margine della via Emilia, dovuto a un rifacimento seicentesco. In via Fratelli Canova N. 49 ha sede il Museo della Preistoria «L. Donini».

  • Museo della Preistoria «Luigi Donini» San Lazzaro di Savena (BO)

    Inaugurato nel 1985, nel museo vi sono raccolti materiali provenienti in gran parte dal territorio circostante: reperti litici riferibili a tutte le fasi del Paleolitico, del Mesolitico e del Neolitico; frammenti ceramici, rinvenuti in località Due Madonne, di età neolitica; materiali dell’Eneolitico e dell’età del Bronzo dalla grotta del Farneto e dalla grotta Calindri; testimonianze della cultura villanoviana messe in luce da scavi effettuati presso La Cicogna.

  • Farneto San Lazzaro di Savena (BO)

    Piccolo centro all’interno del Parco regionale dei Gessi bolognesi e dei Calanchi dell’Abbadessa. Presso la casa natale di Luigi Fantini è la sede e il Centro visite del parco, a cui ci si può rivolgere per visitare la grotta del Farneto.

  • Palazzo Bolognini San Lazzaro di Savena (BO)

    Cinquecentesco ma profondamente modificato nel XVIII secolo, il palazzo è oggi casa di riposo. L’interno presenta una sala con affreschi raffiguranti Semele e Giove e, sul camino, la fucina di Vulcano; in altre stanze, fregi rappresentanti paesaggi e scene mitologiche. L’intera decorazione è attribuita a Denijs Calvaert, cui si deve anche la Deposizione conservata nell’oratorio.

  • Grotta di Farneto San Lazzaro di Savena (BO)

    Scoperta nel 1870, si sviluppa interamente nella massa gessosa; riparo per l’uomo in epoche remotissime, la grotta ha restituito numerose testimonianze preistoriche conservate presso il museo di San Lazzaro e, in massima parte, al Museo archeologico di Bologna.

Ultimo aggiornamento 11/11/2022
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