La pianura reggiana orientale

In collaborazione con Touring Club

Itinerario circolare sviluppato da Reggio Emilia a Rubiera lungo la statale 9, Via Emilia, e per la restante maggior parte su una rete capillare di strade provinciali, tutte comunque di buona percorribilità e dotate, anche le secondarie, di efficiente segnaletica. 

Il tratto conclusivo, da Novellara a Reggio, segue una delle più importanti strade antiche della bassa pianura reggiana, affiancata dal canale Naviglio, storico collegamento con il sistema navigabile del Po. 

Le bonifiche storiche del territorio alla destra del torrente Crostolo, dopo la fase medievale per opera dei Benedettini, vengono radicalmente riprese tramite la creazione di infrastrutture fondamentali da parte del Comune di Reggio (canale della Tagliata, 1219), di Borso d’Este con i da Correggio (canale Ducale, oggi di Correggio, 1462) e dei Gonzaga di Novellara, integrandosi con le opere di Cornelio Bentivoglio, tra Gualtieri e Guastalla

La bonificazione moderna ha inizio al principio del Novecento, allorché tra gli anni 20 e 30 viene realizzata la maggior parte degli impianti idraulici tuttora efficienti. Il territorio che l’itinerario perlustra è interamente compreso nel Consorzio di Bonifica dell’Emilia centrale, nel cui territorio di competenza sono dislocati due tra i più significativi manufatti idraulici, l’impianto idrovoro di S. Siro e quello delle Mondine. In questi impianti sono ancora in funzione le originarie pompe del 1924. 

Il territorio montano di pertinenza del consorzio si stende a sud della Via Emilia fino al crinale appenninico, ed è compreso fra i tratti medio-alti del Crostolo e della Secchia; qui l’attività del Consorzio è impegnata nella realizzazione di acquedotti, strade, elettrodotti, laghi collinari, sistemazioni idrauliche.

  • Lunghezza
    61,1 km
  • Centro internazionale «Loris Malaguzzi» Reggio nell'Emilia (RE)

    Il complesso ex Locatelli, sorto all’inizio del Novecento, ospita dal 2006 il Centro internazionale della cultura e della creatività dei bambini e delle bambine «Loris Malaguzzi», un progetto promosso dal Comune che ha trasformato l’ex polo produttivo in un centro di formazione e ricerca dedicato all’incontro di quanti – bambini e famiglie, ricercatori e docenti, amministratori e imprenditori – intendono innovare l’educazione e la cultura.

  • Ospedale S. Lazzaro Reggio nell'Emilia (RE)

    Ex Istituto neuropsichiatrico esteso per oltre 1 km con palazzi, padiglioni e giardini. Già esistente come lebbrosario nel XIII secolo, accolse gli alienati dal 1536; sistemato come luogo di cura nella prima metà dell’Ottocento e continuamente ampliato e riformato nel corso dello stesso secolo e del successivo, è oggi per la massima parte funzionalmente trasformato ospitando servizi e istituti sanitari diversificati, un campus universitario e il piccolo Museo di Storia della Psichiatria.

  • Centro di Documentazione di Storia della Psichiatria San Lazzaro Reggio nell'Emilia (RE)

    Nell’ex Istituto neuropsichiatrico S. Lazzaro, oggi per la massima parte funzionalmente trasformato ospitando servizi e istituti sanitari diversificati, ha sede il piccolo Museo di Storia della Psichiatria, dove sono testimoniati i metodi di cura delle malattie mentali dal 1820 alla fine del Novecento.

  • Villa del Mauriziano Reggio nell'Emilia (RE)

    Accessibile da un viale a pioppi preceduto da un arco monumentale cinquecentesco. La villa (visitabile) nel secolo XV fu della famiglia Malaguzzi, legata da stretta parentela a Ludovico Ariosto, che vi soggiornò per lunghi periodi e la ricorda nella IV Satira. Il complesso fu acquistato nel 1864 dal Comune di Reggio, restaurato nel 1933 e di nuovo recentemente. È un lungo fabbricato a un piano, solo in parte attribuibile all’originaria struttura tardo-quattrocentesca, con portale sormontato da un busto dell’Ariosto, che immette in un vasto ingresso e di qui in una saletta, decorati di vivaci pitture settecentesche raffiguranti fatti della famiglia Malaguzzi. Alcuni ambienti adiacenti, con soffitti a volta e affreschi alle pareti, sono considerati quelli in cui abitava il poeta: in uno sono figure di poeti, databili fra il 1567 e il 1583; in quello a destra, storie degli Orazi e Curiazi e di Orazio Coclite; in quello a sinistra, paesaggi e scene di caccia e un camino con la data 1432.

  • Rubiera Rubiera (RE)

    A m 53, ab. 14.844, centro industriale (soprattutto produzione di ceramica e materiali da costruzione) alla sinistra della confluenza del torrente Tresinaro nella Secchia. Il nome (anticamente Herbaria o Herberia) deriva dalle estese praterie che fino a qualche tempo fa circondavano l’abitato. Nel Duecento il Comune di Reggio vi eresse un castello a difesa della Via Emilia e del passaggio sulla Secchia, radicalmente ristrutturato dagli Estensi nella seconda metà del Quattrocento insieme al resto delle fortificazioni e munito di baluardi ora scomparsi. Pochi avanzi rimangono della rocca, che fu adibita da Francesco IV a prigione di stato e sede del tribunale politico; nella fossa fu decapitato nel 1822 il carbonaro don Giuseppe Andreoli. Lungo la strada principale, a portici, sulla sinistra, N. 5, il rinascimentale palazzo Sacrati, riadattato a sede del Municipio. Di fronte, la settecentesca chiesa della SS. Annunciata. Poco oltre si fronteggiano il Palazzo civico e la parrocchiale dei Ss. Donnino e Biagio (1704-18).

  • Corte Ospitale Rubiera (RE)

    Monumentale complesso quattrocentesco, già patronato dei Canossa, dei Boiardo e degli Estensi, poi ridotto ad azienda agricola e ora, restaurato, sede del centro teatrale La Corte Ospitale; sono notabili l’ampio cortile porticato, il torrione passante e la chiesa di S. Maria del secolo XVI, che conserva avanzi di affreschi del Garofalo (1543).

  • Ss. Faustino e Giovita Rubiera (RE)

    Pieve dei Ss. Faustino e Giovita, di fondazione matildica ma con pochi resti antichi e strutture per lo più restaurate (l’abside è la parte meglio conservata); nell’interno, a tre navate, affresco del secolo XIII (Madonna col Bambino) e tavola di scuola del Garofalo (Ss. Faustino e Giovita).

  • Rocca Estense San Martino in Rio (RE)

    Fu castello matildico, passato ai Roberti di Reggio e dal 1501 a un ramo marchionale degli Este, quindi nella seconda metà del Settecento ai Rango d’Aragona. Di origine trecentesca, a pianta rettangolare con unico torrione superstite, è il risultato di vari interventi di ristrutturazione sovrapposti, che hanno ricevuto un assetto unitario nel Settecento. Gli ambienti interni più rappresentativi sono la cappella di S. Giovanni, di forme ogivali (secolo XV), e alcune sale con soffitti a cassettoni dipinti e affreschi dei secoli XV-XVII. L’opera di restauro generale del complesso ha per- messo che al piano nobile della Rocca fossero ospitati uffici e istituti culturali del Comune, tra i quali, in alcuni degli ambienti più interessanti, la biblioteca. Nelle sale del pianterreno è sistemato il Museo dell’Agricoltura e del mondo rurale.

  • Museo dell'Agricoltura e del Mondo rurale San Martino in Rio (RE)

    L’esposizione, sistemata nelle sale del pianterreno della Rocca estense, è articolata in diverse sezioni dedicate al territorio, agli strumenti del lavoro agricolo, alla tessitura, alle produzioni alimentari e al vino; termina il percorso la ricostruzione di una dimora contadina.

  • S. Martino San Martino in Rio (RE)

    Seicentesca parrocchiale che nella cappella in fondo alla navata destra conserva un affresco quattrocentesco della Madonna col Bambino, inserito in un dipinto successivo raffigurante la SS. Trinità.

  • Museo dell'Automobile San Martino in Rio (RE)

    Espone modelli antichi e recenti. Tra i pezzi esposti, da segnalare la Zedel della regina Margherita, la Fiat 527 Ardita del generale nazista Kesselring e l’Alfa Romeo Freccia d’Oro del 1949.

  • Correggio Correggio (RE)

    Dedito prevalentemente ad attività agricole e industriali, Correggio m 31, ab. 25.033, conserva ancora nell’assetto urbanistico e nelle tipologie di alcune architetture rilevanti viva testimonianza del ruolo ricoperto durante i tre secoli della signoria dei da Correggio. Sorse sopra una delle strisce di terra emersa nelle paludi tra il Cròstolo e il Tresinaro, che erano dette appunto «corrigia», e con tale nome è ricordata a partire dal X secolo. Nel successivo i Canossa vi innalzarono un castello, passato dopo la morte di Matilde a una famiglia consortile che ne prese il nome: i da Correggio, che tra XIV e XV secolo rivaleggiarono con i Visconti e gli Estensi, e ressero temporaneamente anche Parma. Nel 1452 l’imperatore Federico III elevò il feudo in contea e nel 1558 Correggio ottenne il rango di città. La corte accolse sovente poeti e letterati, quali Ludovico Ariosto, Pietro Bembo, Francesco Molza, Torquato Tasso, Pietro Aretino, grazie soprattutto al mecenatismo di Veronica Gambara, poetessa vedova del conte Giberto X, e di Claudia Rangone, moglie di Giberto XI. L’ultimo dei Correggeschi, Siro, fu deposto dall’imperatore Ferdinando II e la città aggregata dal 1635 al ducato di Modena. Dalla propria città natale ha tratto l’appellativo il pittore Antonio Allegri, noto appunto come «Correggio». L’impianto urbanistico del nucleo all’interno degli odierni viali di circonvallazione si impernia sul curvilineo corso Mazzini, che riprende la forma semicircolare del terrapieno posto a difesa della primitiva rocca, dividendo l’area di questa dal borgo commerciale e artigianale (Borgovecchio), sorto a settentrione nei secoli XIII e XIV. A occidente, intorno al complesso di S. Francesco verrà a formarsi nel corso del XV secolo il Borgonuovo, e nel 1459 la cinta muraria (abbattuta all’inizio del Novecento) riunirà le tre parti, definendo il limite e la forma dell’attuale centro storico.

  • Teatro Bonifazio Asioli Correggio (RE)

    Nobile architettura (1852) con facciata neoclassica ridisegnata da Giuseppe Aimi ed eleganti decorazioni interne terminate nel 1898.

  • Palazzo dei Principi Correggio (RE)

    Episodio di raffinata cultura rinascimentale, dovuto all’opera di artisti ferraresi, forse su disegno di Biagio Rossetti. Fu iniziato poco dopo il 1500 per incarico di Francesca di Brandeburgo, vedova di Borso da Correggio, e restaurato nel 1925 e nel 1968-69. Al di là del bel prospetto in cotto rosato, con leggiadro portale in marmo sormontato da un balconcino, si apre un cortile a portico su colonne dai capitelli finemente ornati, che accoglie una vera da pozzo del 1507 con lo stemma dei da Correggio, e un leone marmoreo, unico resto conservato, insieme al frammento di epigrafe inserito nel basamento moderno, di un sepolcro monumentale romano (I-II secolo d.C.), rinvenuto all’inizio del Seicento a Rio Saliceto. Al piano terra è stata riorganizzata secondo moderni criteri la BiBlioteca civica (60.000 volumi, tra cui preziosi incunaboli ed edizioni del ’500, ’600 e ’700), cui sono collegati i pregevoli archivi storico comunale e notarile (dal secolo XV), collocati al secondo piano; di particolare interesse lo scenografico salone delle capriate, che raccoglie l’antica biblioteca domenicana e scolopiana. Al piano nobile, è sistemato il Museo civico Il Correggio.

  • Museo civico Il Correggio Correggio (RE)

    È sistemato al piano nobile del Palazzo dei Principi. La prima sala espone il deposito archeologico e delle raccolte numismatiche e medaglistiche, con monete della zecca di Correggio dei secoli xvi e xvii e medaglie legate ai personaggi della storia cittadina. La successiva sala magna è adorna di un ricco soffitto ligneo a cassettoni (1508), di un fregio con figure mitologiche e di un grande camino scolpito; tra le opere più importanti *Il Redentore di Andrea Mantegna (1493), la Madonna del Rosario di Francesco Madonnina, un altarolo ligneo e un Cristo deposto, ambedue del secolo XV. Nella sala degli arazzi è esposto il cinquecentesco paramento di arazzi, composto da nove grandi pezzi e due candelieri di manifattura fiamminga. Opere del Seicento e Settecento sono nella sala successiva, seguita dalla sala del Correggio, dove sono esposte, a rotazione, numerose incisioni di traduzione dall’opera del Correggio.

  • Basilica dei Ss. Quirino e Michele Arcangelo Correggio (RE)

    In successione al palazzo dei Principi si erge la basilica di S. Quirino, fronteggiata dall’omonima piazza con il monumento a Correggio di Vincenzo Vela (1880). Eretta tra il 1513 e il 1587 su disegno attribuito da alcuni al Vignola, ha per campanile una torre trecentesca appartenuta alle prime mura urbiche. Nell’interno a tre navate divise da pilastri, con sei cappelle per lato e presbiterio rialzato sulla cripta (ricostruita nel secolo XIX): nella 3a cappella destra, Visione di S. Martino di Domenico Fetti; in questa stessa cappella, nella 2a sinistra e sopra l’altare maggiore, pale di Girolamo Donnini; nel catino dell’abside, Apoteosi di S. Quirino, affresco di Luigi Asioli (1843); nel tesoro, preziosi reliquiari e cofanetto eburneo del Quattrocento, forse opera degli Embriachi.

  • Corso Mazzini Correggio (RE)

    Corso porticato, ampio come una piazza. Vi si trova il Municipio (nell’atrio di rappresentanza, busto di Giuseppe Garibaldi del Vela, 1883). Da qui si giunge in via Borgo Vecchio, nella quale è la casa ricostruita nel 1755 sul luogo di quella in cui nacque e morì Correggio. Nell’estremità occidentale del corso il monumento ai Caduti di Leonardo Bistolfi, dopo il quale sulla destra si allarga la piazza Garibaldi, nel cui fondo prospetta la seicentesca chiesa di S. Sebastiano.

  • S. Giuseppe Calasanzio Correggio (RE)

    Della metà del secolo XVI. L’interno, ornato da altari in stucco, marmo e scagliola, conserva memorie storiche e diversi interessanti dipinti che vanno dal XVI al XIX secolo di scuole emiliane.

  • S. Francesco Correggio (RE)

    Costruita nel 1470 e da tempo interessata da un restauro generale. Precedono l’ingresso laterale sinistro alcune antiche lapidi tombali, tra cui quella memoriale della sepoltura di Correggio. Armoniosa l’architettura esterna in cotto, con semplici decorazioni (sul retro è il bel campanile a cuspide, più antico), e suggestivo l’interno, a tre navate divise da archi a sesto acuto sostenuti da pilastri alternati a colonne, con resti di affreschi tardo-quattrocenteschi; la chiesa è ornata da due preziose opere di Correggio (Madonna di S. Francesco, Riposo durante la fuga in Egitto). Interessanti i capitelli della cappella maggiore, attribuiti ad Antonio da Reggio. L’arredo pittorico è in consegna al Museo civico.

  • S. Chiara Correggio (RE)

    Chiesa con facciata del 1666 ispirata a linee borrominiane.

  • Rio Saliceto Rio Saliceto (RE)

    A m 24, ab. 5.980, borgo ricordato in documenti del X secolo, con Municipio e chiesa di S. Giorgio neoclassici (secolo XIX).

  • Rolo Rolo (RE)

    A m 21, ab. 4.017, dal XV secolo al 1776 fu una piccola entità autonoma, infeudata ai Sessi. Poche le memorie storiche di tale periodo: nelle scuole, una lapide del secolo XV, proveniente dal demolito castello, ricorda gli antichi feudatari. Tra il XVIII e il XX secolo a Rolo fiorì l’artigianato del legno intarsiato (noti i tavolini rotondi comunemente detti «rolini»), produzione di cui resta testimonianza visibile negli arredi settecenteschi della parrocchiale di S. Zenone. Per documentare la prestigiosa tradizione della tarsia, è stato realizzato il Museo della Tarsia.

  • Museo della Tarsia Rolo (RE)

    Realizzata per documentare la prestigiosa tradizione della tarsia, l’esposizione raccoglie diversi attrezzi della falegnameria storica, documenti originali e alcuni mobili. Oltre a svolgere attività di studio e di ricerca sulla cultura materiale e sulla storia dell’arredo, il museo opera nel campo del restauro e della consulenza.

  • S. Zenone Rolo (RE)

    Ha arredi settecenteschi in legno intarsiato tipico dell'artigianato locale. Alla chiesa, che reca tracce tardo-romaniche lungo i fianchi, appartiene anche una tela, Madonna della Pace, di scuola di Rodolfo del Ghirlandaio.

  • Rocca Reggiolo (RE)

    Pittoresco, classico esempio di architettura militare basso-medievale, a pianta quadrata, con torri angolari aperte verso l’interno e grande mastio centrale, che rappresenta l’elemento più antico (1242) del complesso fortificato. La Rocca, come gran parte dell’abitato, è stata gravemente danneggiata dalle conseguenze del terremoto del 2012 ed è inagibile.

  • Museo Pinacoteca «Antonio Ruggero Giorgi» Reggiolo (RE)

    Presso il Municipio si trova la Raccolta d’Arte «Antonio Ruggero Giorgi», che espone dipinti a olio e opere grafiche dell’artista reggiolese contemporaneo.

  • Reggiolo Reggiolo (RE)

    A m 20, ab. 9051, in origine corte canossiana ceduta nel 1071 all’abbazia di Frassinoro, nel XIII secolo, dopo la bonificazione delle terre tra Guastalla e Reggiolo e la realizzazione del canale della Tagliata, divenne importante avamposto fortificato del Comune di Reggio, più volte occupato e distrutto; nel 1432 passò a Luigi Gonzaga e in seguito aggregato al ducato di Mantova fino al 1632, poi a quello di Guastalla. Di questa vicenda storica è testimonianza la pittoresca Rocca, classico esempio di architettura militare basso-medievale.

  • Valli di Novellara e Reggiolo Reggiolo (RE)

    Bassure un tempo paludose dove divagavano le esondazioni del Cròstolo, gradualmente bonificate a partire dal XII secolo fino ai primi decenni del Novecento, e oggi costituenti un sito naturalistico e un ecosistema di notevole interesse. Nell’ambito della legge di tutela, questa ampia zona, stesa fra i territori comunali di Novellara, Reggiolo, Campagnola Emilia, Fàbbrico e Guastalla, è fruibile da molteplici punti d’accesso. Grazie alla secolare opera di organizzazione del territorio e all’utilizzazione rurale rimasta inalterata nelle forme e nei metodi, il paesaggio che caratterizza le ex valli di Novellara offre scorci di insolita suggestione, in una frammentazione continua del terreno in specchi d’acqua e riquadri coltivati, delimitati dal reticolo geometrico dei canali, dei fossi e dei viottoli. A rendere di specifico valore scientifico questo biotopo è soprattutto la presenza di un’avifauna collegata alle zone umide, eccezionalmente rappresentata anche da rapaci diurni e notturni insediati stabilmente.

  • Fabbrico Fabbrico (RE)

    A m 25, ab. 6.641, borgo rurale appartenuto ai da Correggio. Sull’area dell’antico castello, oggi piazza Vittorio Veneto, sorgono la Parrocchiale e il palazzo Guidotti. La prima, dedicata all’Assunta, è opera di Girolamo Beltrami (1685-88), e ha interno barocco arricchito da preziosi stalli lignei intagliati dai Malaguzzi di Carpi, del 1725, e pregevoli paliotti in scagliola policroma, pure settecenteschi. Il secondo ingloba nella parte settentrionale tracce dell’originario castello e tratti di mura bastionate.

  • Campagnola Emilia Campagnola Emilia (RE)

    A m 22, ab. 5.571, borgo agricolo documentato dal 772; il suo castello, ora scomparso, diretto dominio della Chiesa di Reggio, passò in enfiteusi ai Canossa e poi all’abbazia di Frassinoro, e fu infine dei da Correggio (secolo XIV-XVII).

  • Teatro della Rocca «Franco Tagliavini Novellara (RE)

    Ha sede nel complesso della Rocca ed è intitolato al cantante novellarese Franco Tagliavini. Costruito dal 1862 al 1868 su progetto del reggiano Antonio Tegani, sostituisce il precedente teatro di corte decorato da Lelio Orsi (distrutto all’inizio del Settecento). È un classico teatro d’opera all’italiana, costruito su modello dei teatri di Reggio Emilia e Carpi. Il reggiano Cesare Cervi ne decorò la sala e l’atrio.

  • Rocca dei Gonzaga Novellara (RE)

    Iniziata da Guido Gonzaga alla fine del Trecento, strutturata nel XV e XVI secolo, e decorata da Lelio Orsi con affreschi di cui nulla rimane. Restano invece, in alcune sale, bei camini del Cinquecento, fregi di scuola dell’Orsi della fine del secolo e soffitti lignei dipinti. Nella corte interna si apre l’ingresso al Teatro, costruito nel 1868 al posto di quello in legno dei Gonzaga, a modello del Teatro comunale di Reggio. Oltre che sede del Municipio, la Rocca ospita al piano nobile il Museo Gonzaga, uno dei musei di qualità della regione. Con accesso dal cortile è anche compreso nel complesso il Teatro della Rocca, intitolato al cantante novellarese Franco Tagliavini.

  • Museo civico Gonzaga Novellara (RE)

    Uno dei musei di qualità della regione, ha sede nella Rocca al piano nobile, nell’appartamento comitale. Le opere più rappresentative del patrimonio del museo sono: il ciclo di affreschi di Lelio Orsi staccati dal Casino di Sopra; una pregevole raccolta di ceramiche (secoli XVI-XVIII) provenienti dall’ex spezieria dei Gesuiti; alcuni affreschi frammentari (Apostoli), provenienti dalla chiesa di San Giovanni, datati 1270; l’arazzo di Alfonso I Gonzaga rappresentante Giasone e Medea sul vascello degli Argonauti (datato 1554); Annunciazione, dipinto su tavola e due disegni di Lelio Orsi.

  • Collegiata di S. Stefano Novellara (RE)

    Eretta nel 1567 su disegno dell’Orsi e ampliata nel Settecento con l’aggiunta delle cappelle anteriori e della facciata; lo svelto campanile è del 1616. L’interno a una navata con quattro cappelle laterali ha bellissime decorazioni a stucco di Giuseppe Mazza (1704); nel transetto destro, Martirio di S. Lorenzo di ignoto toscano (1570); a destra dell’altare maggiore, Ascensione di Pier Maria Bagnadore (1580); nel transetto sinistro, S. Michele arcangelo di Mario Lodi; in sagrestia, due grandi piatti istoriati, firmati da Nicolò da Urbino e da Orazio Fontana (1538), tappezzerie e paramenti da muro e liturgici, provenienti dal sacco di Roma (1527) o donati dai Gonzaga, dei quali alcuni portano lo stemma.

  • Piazza Unità d'Italia Novellara (RE)

    Vasta e scenografica piazza a portici, con il monumento ai Caduti di Giuseppe Graziosi, la collegiata di S. Stefano, eretta nel 1567, e il campanile del 1616. Verso levante si staglia il profilo del torrione d’ingresso della Rocca, iniziata da Guido Gonzaga alla fine del Trecento e strutturata nel XV e XVI secolo.

  • Novellara Novellara (RE)

    A m 24, ab. 13.333, importante centro agricolo e industriale della bassa pianura reggiana. Antico possesso matildico, fu prima dei vescovi, poi del Comune di Reggio, quindi per quattro secoli (1335- 1728) di un ramo collaterale dei Gonzaga di Mantova, dal quale passò agli Estensi. Al pari di Correggio, quindi, svolse un ruolo centrale all’interno del suo piccolo stato. Il piano urbanistico che nel Cinquecento modificò l’aspetto di Novellara è ancora leggibile nel tessuto viario del ‘nuovo’ borgo, disegnato a occidente della rocca, e nella piazza Maggiore (piazza Unità d’Italia), mentre le parti più antiche sono riscontrabili nella zona immediatamente antistante alla rocca. La volontà di conferire un aspetto armoniosamente omogeneo alla città rinascimentale era del resto confermato da una disposizione del 1563 che uniformava l’altezza e la decorazione variopinta delle case. Tra i principali protagonisti dell’attività edilizia del tempo fu il pittore Lelio Orsi, nativo di Novellara.

  • Casino di Sotto Novellara (RE)

    Residenza costruita nel XVI secolo a villeggiatura dei Gonzaga; nell’interno, affreschi tardo-manieristici e interessanti stucchi seicenteschi ben conservati.

  • Casino di Sopra Novellara (RE)

    Evidenziato da un imponente torrione in facciata e due torricelle angolari; edificato dai Gonzaga alla metà del XVI secolo, venne affrescato da Lelio Orsi (ciclo oggi trasferito nel Museo Gonzaga di Novellara).

  • San Giovanni

    Località lungo il canale Naviglio, emersa da una vasta zona acquitrinosa. Della chiesa tardo-romanica rimane l’abside, dalla quale sono stati strappati affreschi sistemati nel museo di Novellara.

  • Pieve Rossa Bagnolo in Piano (RE)

    A m 32, la cui chiesa eponima, ricordata nel IX secolo, rimaneggiata nel XII e restaurata nel 1968, costituisce all’interno un notevole esempio di architettura romanica, dalla pianta irregolare a tre navate, con pilastri in cotto e copertura a capriate.

  • Bagnolo in Piano Bagnolo in Piano (RE)

    A m 32, ab. 8.568, centro agricolo-industriale e commerciale, appartenuto ai Gonzaga di Novellara (1335-1728), che vi eressero un castello, abbattuto nel Settecento dopo il passaggio del feudo agli Este; ne rimane un poderoso torrione che si erge nella piazza principale, per un lato porticata, di fronte alla parrocchiale di S. Francesco da Paola, ricostruita nel 1794.

Ultimo aggiornamento 11/11/2022
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